Pubblicato su Politica Domani Num 37/38 - Giu/Lug 2004

Istituzioni Europee
Il Comitato delle Regioni (CdR)
Sussidiarietà, vicinanza dei cittadini e cooperazione sono i principi fondanti della più giovane istituzione europea

di Simone Cupellaro

Il Comitato delle regioni è stato creato nel 1993 dal trattato sull'Unione europea (Trattato di Maastricht) al fine di coinvolgere gli enti locali e regionali (regioni, province e comuni) nella definizione delle politiche comunitarie. Il Comitato delle Regioni è un organismo complementare alle tre principali istituzioni comunitarie (Consiglio, Commissione e Parlamento), e si compone di 222 membri e di altrettanti supplenti, che durano in carica quattro anni. I componenti del CdR sono nominati dal Consiglio dell'Unione Europea, il quale decide a maggioranza qualificata. In qualità di eletti o di rappresentanti dei diversi livelli territoriali di governo, i 222 membri del Comitato delle regioni svolgono un duplice ruolo presso i cittadini: da un lato rappresentano i loro interessi diretti nel processo di elaborazione delle politiche comunitarie, dall'altro li mettono regolarmente al corrente delle attività dell'Unione Europea.
Il Trattato di Nizza, firmato nel dicembre 2000, prevede che i membri del Comitato delle Regioni devono essere titolari di un mandato elettorale nell'ambito di una collettività regionale o locale, oppure devono essere politicamente responsabili dinanzi a un'assemblea eletta.
La ripartizione dei membri del Comitato delle Regioni per Stato membro dell'UE è la seguente:
- Francia, Germania, Italia, Regno Unito: 24 membri
- Spagna: 21 membri
- Austria, Belgio, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo, Svezia: 12 membri
- Danimarca, Finlandia, Irlanda: 9 membri
- Lussemburgo: 6 membri
Il Trattato di Nizza stabilisce anche la composizione futura del Comitato delle Regioni, dopo l'ampliamento, indicando il numero di membri per ciascuno dei 27 Stati membri (quelli attuali, quelli futuri e quelli eventuali) e fissa a 350 il numero massimo di membri.
La creazione del Comitato delle Regioni ha segnato una tappa significativa, in linea con la volontà di portare avanti il "processo di creazione di un'unione sempre più stretta fra i popoli dell'Europa, in cui le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini, conformemente al principio della sussidiarietà" (il principio di sussidiarietà, ormai integrato nel processo legislativo europeo da più di un decennio, esige che le decisioni siano prese ad un livello quanto più possibile vicino ai cittadini). Alla fine del settembre 2001 la Commissione Europea e il CdR hanno firmato un protocollo di cooperazione che garantisce al Comitato una maggiore partecipazione ai dibattiti attraverso i "rapporti di prospettiva e di impatto". I rapporti di prospettiva, che vengono richiesti dalla Commissione sugli argomenti da essa considerati rilevanti prima che la stessa abbia preso una decisione in merito, consentono al CdR di intervenire in una fase molto precoce del processo decisionale. La Commissione può inoltre richiedere al CdR un rapporto di impatto, finalizzato a valutare l'incidenza di una determinata politica a livello locale o regionale. Da parte, sua il CdR può presentare pareri di iniziativa sui progetti legislativi europei, nonché su qualunque altra proposta suscettibile di ripercussioni a livello locale o regionale.
Inoltre la Costituzione europea, se sarà ratificata, darà per la prima volta al Comitato delle Regioni e ai parlamentari nazionali il diritto di ricorrere contro la Commissione Europea qualora ritengano che l'azione della Commissione oltrepassi i limiti delle sue competenze legislative. È chiaro che questa eventualità permetterebbe agli enti locali (in Italia sono enti locali Regione, Provincia e Comune), e quindi ai cittadini stessi, un'influenza sulle politiche comunitarie non soltanto sul piano consultivo ma anche su quello decisionale.

 

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