Pubblicato su Politica Domani Num 37/38 - Giu/Lug 2004

Elezioni comunali
I colori del territorio
Provincia Sud di Roma. Si rafforza il centrodestra. A Frascati la sinistra unita vince contro la destra divisa

di an.pa.

Nulla cambia nel panorama politico della provincia sud di Roma: le ultime consultazioni amministrative hanno confermato (e in parte rafforzato) le coalizioni uscenti.
A Velletri vince Cesaroni (Alleanza Nazionale, 57,6%); Frascati rinnova la fiducia al sindaco del centrosinistra Franco Posa, con il 74,8%; Colleferro chiama l'ex presidente della Provincia di Roma Moffa (Alleanza Nazionale) che vince al primo turno con poco meno del 51%; Nemi riconferma Biagi (centro destra) aiutato questa volta dai DS, che non partecipando direttamente alle consultazioni hanno voluto aiutare lo storico avversario piuttosto che la coalizione del centrosinistra.
Il Centro destra, anche dopo la sconfitta alle elezioni provinciali dello scorso anno, sembra consolidarsi, dunque, nel territorio dei Castelli.
Velletri, con i suoi 41.000 elettori, sicuramente pesa molto - in questo senso - nella definizione del panorama politico della provincia sud di Roma. L'unica eccezione, almeno in questa consultazione, sembra essere stata Frascati, dove il centrodestra si è presentato diviso, non riuscendo a contrapporre un leader valido all'amato sindaco Posa. Qui il centrosinistra si è mostrato compatto, legato da un programma amministrativo largamente condiviso, ottenendo così un consenso elevatissimo, che garantisce, tra l'altro, una solida base al governo della città.
Nemi ha invece visto scrivere una pagina nera nella storia del locale centrosinistra. Nei mesi scorsi i DS decidevano di non entrare nella coalizione che raggruppava praticamente tutti i partiti della sinistra (Verdi, Rifondazione, Comunisti Italiani) e del centrosinistra (Margherita). Il candidato di questa coalizione, Canterani, era già conosciuto in città, soprattutto per il rigore nella tutela del territorio, che, soprattutto nel caso di Nemi, significa anche sviluppo e promozione turistica. Al momento del voto i partiti del centrosinistra di Nemi hanno contato pochissime schede nulle o bianche ed è quindi stato chiaro che Biagi, candidato del centrodestra, ha potuto contare anche sui voti diessini.
Il successo di Moffa a Colleferro rimette in corsa (politicamente parlando) l'ex presidente della Provincia, che, dopo la sconfitta dello scorso anno, vuole ripartire dalla sua città, che già in passato lo aveva lanciato nel panorama politico provinciale. Moffa ha vinto al primo turno, dimostrando così di poter essere un valido concorrente di Bruno Cesaroni, votatissimo sindaco di Velletri. A Colleferro gli 11 seggi (su 16 in tutto del consiglio comunale) della coalizione di centro destra sono stati assegnati: 5 a Forza Italia, 3 ad Alleanza Nazionale e 3 ed 1 a due liste civiche di destra, ambedue nate da una "costola" di Alleanza Nazionale (un modo in realtà di buttare nella competizione un maggior numero di candidati e raccogliere così più voti).
Due sono ora gli alfieri di Alleanza Nazionale nella provincia di Roma, anche se di 'correnti' diverse: Moffa e Cesaroni. Ambedue sono radicati sul territorio ma Cesaroni può sicuramente contare sullo stretto rapporto che lo lega alla destra sociale (Alemanno è stato uno dei pochi pezzi nazionali schierati dal partito di Fini per la campagna a Velletri) e al governatore della Regione Lazio Storace.
La sinistra in definitiva esce sconfitta dalle consultazioni amministrative (a livello regionale, per quanto riguarda le europee, si è invece rafforzata) nei Castelli Romani e più in generale nella provincia Sud di Roma. Sono mancati leader veri, espressione della società civile, e programmi innovativi. È mancato un lavoro politico profondo, capace di intercettare i sentimenti profondi della zona, che sta soffrendo cambiamenti profondi. Un campanello di allarme che dovrebbe far riflettere soprattutto i maggiori partiti, DS e Margherita, lassù, nelle stanze dei bottoni a livello nazionale, soprattutto in vista delle prossime elezioni (amministrative e Regionali, certamente e, se dovesse cadere il governo, anche politiche).

 

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