Pubblicato su Politica Domani Num 36 - Maggio 2004

Nuove tecnologie diagnostiche in neurofisiopatologia
Potenziali Evocati
Presso la Clinica Madonna delle Grazie

di Marcello Fraietta (Tecnico neuro-fisio-patologo)

Con l'affermarsi di nuove metodiche nell'analisi del segnale elettrico cerebrale, si è aggiunto un ulteriore elemento utile per differenziare diagnosi e patologie cliniche di lesioni periferiche e/o alterazioni del sistema nervoso centrale. Questo è stato possibile con l'introduzione nella neurofisiopatologia di apparecchiature in grado di studiare ed analizzare risposte evocate da stimolazione sensoriali.
L'analisi di questi segnali derivati sulla corteccia cerebrale nelle aree specifiche oppure lungo la terminazione nervosa del nervo stimolato ha permesso, mediante lo studio dei valori dei segnali (risposte evocate) di giudicare l'entità del danno. Si è riscontrato da varie casistiche che uno dei parametri importanti è la latenza e l'ampiezza della risposta evocata. La latenza è il valore del tempo che si riscontra tra la stimolazione periferica del nervo e il picco dell'ampiezza dell'onda evocata registratra sulla corteccia e nei punti di riferimento del corpo umano.
L'esame si esegue posizionando degli elettrodi su zone ben specifiche della testa che corrispondono al punto di arrivo ed elaborazione dell'impulso provocato dalla stimolazione ed eventualmente lungo il nervo interessato, come per esempio nei potenziali evocati somatosensoriali, quando si stimola un nervo periferico con impulsi elettrici, o un organo di senso - udito con segnali acustici, vista con stimolazioni visive a frequenze determinate -, la risposta evocata (onda di risposta) che si registra sulla corteccia cerebrale in ordine ai valori di latenza ed ampiezza può indicare un'eventuale alterazione della via nervosa e/o di un evento patologico che interessa la trasmissione della risposta nel S.N.C. (sistema neuro cerebrale n.d.r.). La casistica ha permesso di selezionare diversi tipi di risposte evocate tra cui principalmente ci si avvale in neurofisiopatologia dei somato-sensoriali - SEP - appropriati a documentare disturbi sensitivi altrimenti non oggettivabili e loro localizzazione a livello periferico o centrale. I potenziali evocati uditivi - BAER - utili per una indagine elettrofisiologica atta ad identificare eventuali alterazioni del nervo acustico oppure del tronco cerebrale o delle vie uditive centrali. Utili in campo oculistico i potenziali evocati visisi - VEP - che sono utili per definire in alcuni disturbi della vista lesioni del sistema nervoso centrale o alterazione della corteccia visiva (lobo occipitale).
Per l'esecuzione di tali esami sono necessari dei calcolatori in grado di eseguire sommatorie complesse dei segnali derivati a seguito delle stimolazioni, e di evidenziare soltanto la risposta ripetuta nel tempo azzerando l'attività neurofisiologica spontanea corticale e/o periferica.
Il tracciato normale è caratterizzato da una serie di onde ciascuna corrispondente alla risposta elettrica di una determinata stazione delle vie uditive.
I potenziali visivi sono spesso impiegati per la diagnosi di infiammazioni acute o croniche del nervo ottico associate, ad esempio, alla sclerosi multipla.
Oggi, grazie all'uso dei sistemi per rilevare i potenziali evocati è possibile valutare la fisiologia delle vie sensoriali senza la partecipazione attiva del paziente ed in modo estremamente specifico. Il successo di queste tecniche elettrodiagnostiche è legato alla loro specificità d'indagine poiché forniscono informazioni talmente significative che, molto spesso, è impensabile non servirsi di queste.

Le applicazioni cliniche allo studio dei potenziali evocati riguardano:
1 - i deficit sensoriali per quanto concerne la loro quantificazione obiettiva e l'identificazione della sede di lesione causa del deficit stesso;
2- la funzionalità del sistema nervoso periferico e centrale sia in caso di patologia sia durante i processi di maturazione ed invecchiamento.
Lo studio dei potenziali evocati può interessare tutte le branche della medicina nel momento in cui la patologia oggetto di indagine riguarda gli organi sensoriali, il sistema nervoso periferico ed il sistema nervoso centrale.
I potenziali evocati sensoriali originano dalla stimolazione di un organo sensoriale quale l'occhio (Potenziali Evocati Visivi), l'orecchio (Potenziali Evocati Acustici), il nervo periferico (Potenziali Evocati Somatosensoriali) con uno stimolo visivo, acustico ed elettrico rispettivamente.

Potenziali Evocati Visivi (PEV)
Con questa metodica possiamo osservare un'eventuale lesione pre-chiasmatica (dell'occhio o del nervo ottico) o un'eventuale alterazione post-chiasmatica. Pertanto i PEV sono utili nello studio dei diversi disordini che interessano il nervo ottico (neurite retrobulbare, papillite, neuropatia ottica ischemica, neuropatia ottica tossica e metabolica, maculopatie, glaucoma, parkinson compressione del nervo ottico, atrofia ottica, ecc.) o la via visiva nel suo tratto post-chiasmatico. I PEV sono spesso richiesti in pazienti con diagnosi sospetta o accertata di sclerosi multipla e possono evidenziare una lesione subclinica del nervo ottico.

Potenziali Evocati Acustici (BAEP)
Le risposte evocate acustiche del tronco encefalico costituiscono uno strumento semeiologico complementare ad integrazione della valutazione clinica di disfunzioni del sistema uditivi che com'è noto coinvolgono l'orecchio medio, la coclea, il nervo cocleare, il tronco encefalo e la corteccia venendo così a configurare tipi diversi di ipoacusie e acufeni. Ciascuna componente è generata da ben determinate strutture anatomiche presenti lungo la via acustica e ciò permette fra l'altro di effettuare alcune precisazioni diagnostiche relative alla sede di lesione. In particolare i BAEPs sono richiesti: nelle malattie demielinizzanti e degenerative del sistema nervoso, nelle malattie dismetaboliche, nell'atassia, nel neurinoma acustico nelle neoplasie, nelle vasculopatie e per l'analisi audiometrica nei bambini o nei soggetti adulti non cooperanti.

Potenziali Evocati Somatosensoriali (PES)
I PES sono generalmente richiesti per identificare o localizzare una lesione delle vie sensitive periferiche e centrali. Stimoli elettrici a bassa intensità vengono applicati sul nervo in esame tramite uno stimolatore di superficie.
Pertanto i PES forniscono utili informazioni nei pazienti con: plessopatie, radicolopatie/spondilosi, mielinopatie, corea, traumi cranici, distrofia miotonia, lesioni del midollo spinale di natura traumatica, sclerosi multipla, tutte le malattie degenerative-nutrizionali-metaboliche con interessamento del sistema nervoso centrale.

ELETTROMIOGRAFIA
Le specialità interessate allo studio dei potenziali evocati, delle elettromiografie e delle neurografie sono: Audiologia (BAEP), Fisiatria (EMG - NGF), Medicina del lavoro, Medicina interna, Medicina legale (BAEP), Neurochirurgia, Neurologia, Neuropschiatria, Oculistica (VEP), Ortopedia (PES), Otorinolaringologia (BAEP).

 

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