Pubblicato su Politica Domani Num 36 - Maggio 2004

Il lavoro nella Carta di Nizza
Un lungo processo di conquiste iniziato nel 1957

di Fabio Antonilli

Il rapporto tra l'Europa comunitaria e i diritti dei lavoratori non è sempre stato facile. Le prime scintille risalgono proprio al 1957, quando nel trattato istitutivo della Comunità Europea - secondo il parere di sindacalisti e di giuslavoristi - era da ravvisarsi un grosso neo, la quasi assenza di una disciplina sui rapporti colletti di lavoro, cioè quelli che nei quali intervengono le associazioni sindacali; mentre, invece, è ampia la normativa in tema di rapporti di lavoro fra lavoratori e datori di lavoro.
È stato solo nel 2000, con la Carta dei Diritti fondamentali sottoscritta a Nizza, che si sono aperte le porte ad importanti principi come la libertà sindacale, il diritto dei lavoratori alla consultazione nell'ambito dell'impresa, la tutela contro i licenziamenti ingiustificati, la protezione dei minori e dei giovani sul luogo di lavoro, il diritto del lavoratore a condizioni di lavoro sane, la garanzia all'associazionismo sindacale, la negoziazione e l'azione collettiva, compreso il diritto allo sciopero. Nella Carta di Nizza si riaffermavano i diritti già contemplati nella Carta Comunitaria dei Diritti Sociali fondamentali dei Lavoratori, nella Carta Sociale Europea, nella Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nella Convenzione di Ginevra (1951).
Questo documento però, per quanto innovativo, mancava di qualcosa che gli consentisse di andare oltre la sua solennità, cioè "mancava di un valore giuridico" - come lamenta il professor Gino Giugni nel suo testo "Diritto sindacale" - valore che sarebbe arrivato solo se fosse stato integrato ai Trattati. Ciò non è accaduto per opposizione della Danimarca e della Gran Bretagna di Tony Blair, il quale, in particolare, "dimenticando" di appartenere ad un partito laburista, accettò l'inclusione nella Carta di un capitolo sui diritti sociali a condizione che la stessa rimanesse solo un documento politico, privo cioè di valore legale.
Questo non significa naturalmente che i lavoratori negli ultimi quattro anni non siano stati tutelati, a livello europeo. Più volte a disciplinare le questioni che man mano venivano sollevate è stata la Corte di Giustizia Europea facendo richiamo a principi quali la dignità umana, la solidarietà, la libertà e l'uguaglianza, ispirandosi alle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri e ai Trattati internazionali come ad esempio le Convenzioni O.I.L. in materia di libertà sindacale. La stessa Carta di Nizza riaffermava, tra l'altro, diritti riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia della Comunità Europea e da quella della Corte Europea dei diritti dell'uomo.
Oggi le affermazioni di principio della Carta di Nizza sono rintracciabili a diversi livelli legislativi anche negli ordinamenti giuridici degli Stati dell'Unione grazie a ricezioni spontanee frutto di orientamenti favorevoli ad un processo di riforma della legislazione sul lavoro ma anche di integrazione dei lavoratori dei diversi paesi dell'UE.
iOrganizzazione Internazionale del Lavoro, fondata dopo la prima guerra mondiale, specializzata nella regolamentazione della materia del lavoro.

 

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