Pubblicato su Politica Domani Num 36 - Maggio 2004

I gruppi del Parlamento europeo
I parlamentari europei sono eletti direttamente nelle proprie nazioni con sistema proporzionale su base territoriale. In Italia ci sono cinque circoscrizioni: Nord Ovest, Nord Est, Centro, Nord e Isole. Una volta eletti aderiscono ad uno dei gruppi europei nel cui programma e ispirazione politica si riconoscono

 

GUE/NGL
Gauche Unitaire Européenne/Nordic Green Left

Deputati europei: 49
Italiani: 6

Il gruppo è il più a sinistra dello schieramento politico.
Sono presenti nel gruppo 14 partiti e 2 indipendenti, di sinistra e di estrema sinistra, di quasi tutti gli stati europei, del sud, del centro e del nord Europa.
I più numerosi sono i francesi (15 d.), quindi i tedeschi (7 d.) e i greci (7 d.), seguiti dagli italiani (6 d.). Svezia, Danimarca e Finlandia costituiscono il gruppo unitario dell'NGL (Sinistra Verde del Nord). Non vi sono, quasi, deputati dei nuovi paesi dell'Est.
Le priorità del gruppo sono:
La lotta alla disoccupazione, il rispetto per l'ambiente, la creazione di servizi sociali di qualità per tutti, il sostegno agli immigrati e ai paesi da cui hanno origine le migrazioni, la cooperazione internazionale, il rispetto dell'autodeterminazione dei popoli, il ricorso alle grandi consultazioni elettorali e ai referendum popolari, la riforma dei grandi organismi internazionali.

 

PSE
Partito Socialista Europeo

Deputati europei: 175
Italiani: 16

Ne fanno parte i partiti riformisti dell'area di sinistra moderata.
Oltre agli italiani vi sono:
l'SPD, Partito Social Democratico della Germania (35 d.); il Partito Laburista Inglese (con 28 d. su 29); il PSOE, Partito socialista operaio spagnolo (con 22 d. su 24); il Partito Socialista Francese (con 17 d. su 18). E, inoltre, fra i nuovi, la Polonia (27 d.) e l'Ungheria (11 d.).
Sono priorità del PSE:
Il lavoro, la povertà, i sindacati, l'economia sociale di mercato, i servizi pubblici. Il terrorismo, la giustizia, i servizi di intelligence e di polizia internazionale. L'immigrazione, l'integrazione sociale; il miglioramento delle condizioni di vita dei PVS da cui hanno origine i flussi migratori; l'eliminazione di quote e protezioni sui prodotti provenienti dai PVS; il commercio equo e solidale, la responsabilità sociale del commercio globale. Il rafforzamento dell'ONU e dell'UE; la prevenzione dei conflitti. Le politiche agricole, la protezione dell'ambiente e lo sviluppo sostenibile. Il rafforzamento del Parlamento Europeo.

 

ELDR
Liberali, Democratici e Riformatori Europei

Deputati europei: 52
Italiani: 8

Il gruppo raccoglie coloro che si riconoscono nelle idee del liberalismo democratico.
Le delegazioni più numerose, oltre agli italiani, sono:
gli inglesi del PLD, partito dei liberali democratici (11 d.), l'Olanda (8 d.), la Danimarca (6 d.), la Finlandia (5 d.) e la Svezia (4 d.). Sono assenti tedeschi e francesi.
Obiettivi e Politiche principali dell'ELDR:
Ampliamento dell'UE ad est. Più potere al Parlamento. Rappresentatività proporzionale e decentramento. Completamento del mercato interno e dei servizi pubblici e finanziari. Sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) per la creazione di posti di lavoro. Apertura dei mercati per aiutare i PVS. Trasferimento della pressione fiscale dal lavoro e dal reddito verso il consumo, l'inquinamento e l'esaurimento delle risorse naturali.

 

NI
Non iscritti

Deputati europei: 32
Italiani: 11

Sono coloro che non si riconoscono in nessuno degli altri gruppi.
Le delegazioni più numerose sono quelle italiana (11 d.), francese (10 d.), polacca (10 d.) e olandese (6 d.).

 

PPE-DE
Partito Popolare Europeo-Democratici Europei

Deputati europei: 232
Italiani: 34

Gruppo composto da partiti di centro e centro-destra.
Oltre agli italiani, fanno parte del gruppo:
il CDU, storico partito tedesco di indirizzo liberale cristiano, formato da cattolici e protestanti della classe media (53 d.); gli inglesi del Partito Conservatore (37 d.); per la Spagna, il Partito Popolare di Aznar (28 d.); per la Francia, le due coalizioni dell'UMP di Juppé, sostenitori di Chirac, e dell'UDF di Bayrou, fondato e guidato a lungo da Giscard d'Estaing (21 d.).
Priorità del gruppo sono:
promozione della competitività in campo economico; maggiore integrazione sociale; promozione del lavoro; aumento dell'età pensionabile; privatizzazione dei servizi; politiche regionali di coesione e sostegno; misure a favore dell'agricoltura e della pesca; promozione del patrimonio turistico-ambientale; la sicurezza interna e internazionale; il rigore e la trasparenza nella gestione finanziaria.

 

UEN
Unione per l'Europa delle Nazioni

Deputati europei: 23
Italiani: 10

Nel gruppo si riconoscono tutti i partiti nazionalisti europei.
Fanno parte del gruppo, oltre all'Italia:
i parlamentari irlandesi della Fianna Fáil (6 d.), quelli francesi dell'RPF, Rassemblement Pour la France (4 d.) e, dal 1° maggio, i parlamentari polacchi del PiS, Pace e Giustizia (4 d.).
Il programma non presenta priorità di rilievo per l'Europa.
Il gruppo sostiene infatti la formazione di un'Europa formata dall'unione di stati nazionali, pienamente sovrani, e non di una federazione di stati disposti a rinunciare a parte della loro sovranità per la costruzione di un'Europa Unita forte.

 

EDD
Europa delle Democrazie e delle Diversità

Deputati europei: 17
Nessun italiano

Al gruppo appartengono coloro che riconoscono autorità solo al Consiglio d'Europa e respingono l'idea di un'Unione Europea.
Ne fanno parte:
la Francia (8 d.) - con i partiti della "Caccia della pesca della natura e delle tradizioni" e dell'RPF -, l'Inghilterra (3 d.), la Danimarca (3 d.) e la Norvegia (3 d.).
Priorità del gruppo è il rafforzamento dei singoli parlamenti nazionali in un'Europa delle Democrazie (ED) fondata su un Trattato di Cooperazione Europea. Spetta ai parlamenti nazionali:
eleggere e revocare i membri della Commissione; eleggere il presidente della Commissione; approvare le leggi europee perché siano operative (previsto il diritto di veto). La Commissione Europea avrà solo funzioni di segreteria. La Corte di Giustizia non dovrà legiferare. Previsti accordi di mutuo interesse fra gli stati. Possibile l'aiuto finanziario agli stati più poveri. Si promuoveranno accordi di libero commercio. L'Europa non dovrà avere un suo esercito; le operazioni di peacekeeping e peacemaking spetteranno all'ONU e all'OSCE. Gli stati decideranno da soli per una difesa comune sotto l'egida della NATO o per la neutralità.

 

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