Pubblicato su Politica Domani Num 36 - Maggio 2004

Interculturalità e rispetto dei regionalismi per la nuova Europa
L’Europa dei giovani della Convenzione
Riflessioni, critiche e progetti della Convenzione europea dei giovani

di Chiara Graziosi

L'Europa Unita si è oramai formata, ampliata, ed affermata sul piano internazionale ma ancora non ci sentiamo veramente europei. Non sono molti i cittadini che veramente si interessano alla politica europea in maniera attiva, questo probabilmente perché Bruxelles sembra lontana. C'è quindi il pericolo che sia scarsa l'affluenza alle urne per le elezioni del parlamento europeo, il più importante organo di rappresentanza dei cittadini europei.
Questo disinteresse diffuso è preoccupante, ma chi più di tutti sente l'esigenza di fare qualcosa sono i più giovani. Noi giovani, infatti, stiamo vivendo un momento storico importantissimo, si sta delineando il nostro futuro e non vogliamo rimanerne al di fuori, come semplici spettatori, vogliamo, invece, essere i protagonisti di questo cambiamento epocale.
Credo che sia stato proprio questo desiderio di partecipazione a guidare i lavori per la stesura della Convenzione europea dei giovani, a cui hanno contribuito 210 rappresentanti provenienti da 28 paesi. I lavori si sono svolti in un clima di grande entusiasmo e, soprattutto, di pragmatismo. Non si è voluto fare retorica bensì fatti: riflessioni, proposte concrete e giudizi, non sempre bonari, ma sicuramente costruttivi, sono stati il risultato di questi lavori.
Conclusasi la prima tappa nella formazione dell'UE, la creazione di un mercato comune e di una moneta unica, si sta passando ora ad un secondo livello, l'unione politica e sociale. Secondo i giovani della Convenzione la maniera ottimale di affrontare questo scoglio è attraverso l'apertura, non solo ideale, delle frontiere. È necessario che si conoscano le culture degli altri stati dell'unione, così da impedire la diffusione di razzismo e xenofobia. È importante che siano offerte a tutti realmente le medesime opportunità lavorative; che la formazione scolastica sia di qualità per tutti; che siano più diffusi gli scambi culturali e i progetti comuni a livello europeo. Non bisogna però limitarsi nel creare il nostro futuro: è assurdo che oggi, quando tutto si sta globalizzando, l'Europa possa anche solo pensare di rinchiudersi nel suo guscio. I giovani sono favorevoli all'allargamento dell'UE, e sono convinti che i nuovi paesi membri avranno un ruolo fondamentale per l'Europa a livello internazionale.
L'Unione Europea deve fare tutto ciò che è in suo potere per diffondere la pace e la giustizia sociale; e ciò anche con la cancellazione del debito che i paesi sottosviluppati hanno contratto con i governi europei; con l'apertura del mercato europeo a prodotti provenienti dalle regioni più lontane, specie dei paesi del terzo mondo; attraverso una politica comune attiva di migrazione e d'integrazione dei tanti che, fuggendo da situazioni di miseria e di guerra, vedono nella nostra società una certezza per il loro futuro e il futuro dei loro figli. Tutto ciò deve essere attuato senza calcoli d'interesse né egoismo.
Nel documento traspare una forte sensibilità rispetto al tema della sostenibilità: è netta la condanna né ci sono giustificazioni per chi egoisticamente sfrutta e rovina l'ambiente, che è di tutti, per un effimero lucro personale. L'uso del nucleare è apertamente condannato, mentre viene vivamente raccomandato l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, più sicure e meno inquinanti. E il protocollo di Kyoto è visto come un punto di partenza, e non di arrivo, nel processo di salvaguardia del nostro pianeta.
Tantissimi sono i temi trattati e molteplici sono le proposte avanzate nel documento. Chiarissime però sono le linee guida su cui la politica europea dovrebbe basarsi: la giustizia sociale, la sostenibilità e la trasparenza. Soprattutto la trasparenza ha un significato importante. Secondo i giovani, infatti, è proprio la mancanza di trasparenza ad allontanare la gente da Bruxelles. Ma anche questo problema viene affrontato con pragmatismo; richiedono riforme sostanziali che portino a una Costituzione federale nella quale sia inclusa la Carta dei diritti fondamentali con valore vincolante a livello giuridico; chiedono una divisione più chiara delle competenze, basata sul principio di sussidiarietà e di proporzionalità; chiedono, ancora, lo sviluppo di un sistema decisionale veramente democratico e trasparente basato sulla separazione dei poteri.
Questa nuova Europa - dicono i giovani della Convenzione - dovrebbe essere il risultato della coesistenza nella Unione delle diversità delle singole comunità, che non vanno represse bensì stimolate, e allo stesso tempo dell'esistenza di una coscienza interculturale ed interetnica di tutti gli europei.

 

Dalla Convenzione europea dei giovani

TRASPARENZA
"I risultati della Convenzione devono essere ratificati in un referendum europeo, al fine di garantire che i cittadini abbiano l'ultima parola sul futuro della loro Europa. [...] Le riforme dell'Unione europea non dovrebbero limitarsi a modifiche istituzionali e a un nuovo ordine di competenze. Il futuro dell'UE dovrebbe essere un'Europa creata dai suoi cittadini al servizio dei loro interessi e delle loro esigenze. Un dialogo più strutturato e più istituzionalizzato con la società civile dovrebbe garantire che l'UE decida su temi che interessano realmente i cittadini dell'Unione".

SOSTENIBILITÀ
"La sicurezza mondiale dell'ambiente deve essere la priorità assoluta della politica estera europea. L'UE dovrebbe promuovere questo tema nella società internazionale e adoperarsi per conseguire l'attuazione a livello mondiale degli accordi internazionali sull'ambiente. […] Un'imposta ambientale europea dovrebbe essere presa in considerazione e le imprese dovrebbero rispondere dei danni che causano all'ambiente ed essere responsabili dei loro prodotti dalla culla alla tomba. Lo sviluppo sostenibile è il solo modo per garantire il progresso mondiale a lungo termine e l'UE dovrebbe promuoverlo affinché sostituisca progetti a breve termine volti a conseguire profitti immediati ma effimeri".

GIUSTIZIA SOCIALE
"La migrazione, oltre ad essere vantaggiosa dal punto di vista economico, è un fenomeno storico e naturale e rappresenta inoltre un elemento fondante della cultura europea. La globalizzazione del mercato ha reso ancor più necessaria la globalizzazione dei diritti fondamentali e quindi la libera circolazione. L'UE deve pertanto attuare una politica comune attiva di migrazione e integrazione e promuoverla nella società europea attraverso un processo di educazione continuo. Tutti gli Stati membri dell'UE dovrebbero condividere la responsabilità del controllo alle frontiere esterne dell'UE".

 

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