Pubblicato su Politica Domani Num 36 - Maggio 2004

Lunedì 24 maggio alle ore 18
Economia internazionale e globalizzazione
Prof. Riccardo Moro

Velletri - Museo Diocesano
Corso della Repubblica 347

Chi è Riccardo Moro e cosa c'entra l'economia internazionale con la pace? Vi risparmiamo le solite "banalità" legate alla povertà come causa di conflitti e di guerre (in linea di principio lo sanno tutti, salvo tenere comportamenti "politici" esattamente all'opposto), e vi diamo in estrema sintesi lo scenario nel quale è collocato il problema del debito che strangola da oltre 20 anni i PVS. Uno scenario del quale siamo noi i protagonisti: involontari, forse, inconsapevoli, probabilmente, colpevoli, certamente.
Nel 1982 il Messico dichiara fallimento: non è più in grado di rimborsare i prestiti contratti. Altri paesi seguono il Messico. La crisi si allarga e colpisce l'intera economia mondiale: le banche creditrici coinvolte sono infatti le più ricche del pianeta. Come si è arrivati a ciò? Durante la prima crisi petrolifera (1973-74), i paesi arabi impongono all'occidente ricco e sciupone il "loro prezzo" per il petrolio: le enormi ricchezze che fluiscono nei loro forzieri sono depositate nelle banche occidentali che, sommerse di petroldollari, mentre l'inflazione saliva, iniziano a dare denaro in prestito a bassissimo tasso di interesse. Ne approfittano tutti, specie i paesi più poveri del Sud del mondo, che hanno bisogno di tutto. Ma, ci sono tre "ma": i tassi sono variabili e i prestiti sono in dollari; quel denaro servirà a poco perché a indebitarsi sono soprattutto i governi corrotti e guerrafondai; i paesi del Nord sono pronti a cambiare le regole a loro vantaggio.
Durante la seconda crisi petrolifera (1979) Stati Uniti (Reagan) e Gran Bretagna (Tatcher), per combattere l'inflazione alzano violentemente i tassi di interesse: il piano è semplice: investire il denaro nelle banche, ridurre i consumi, far abbassare i prezzi, aumentare le vendite; e, contemporaneamente aumentare drammaticamente il valore del dollaro, pagare di meno le importazioni, ridurre drasticamente il deficit di bilancio. Gli interessi passano dal 5% fino al 25% e al 30%; il valore del dollaro, in un solo anno, passa in Italia da 600 a 2200 lire, e in alcuni paesi l'aumento è ancora maggiore.
Cosa accade però? I prezzi fanno fatica a scendere; la minore produzione genera al Nord una forte disoccupazione. In tutto il mondo si verifica una forte recessione: diminuiscono gli acquisti, si riducono le importazioni verso i paesi del Nord dai paesi del Sud, nei quali aumenta così la disoccupazione. Intanto la combinazione dell'aumento dei tassi di interesse e l'aumento del dollaro fa moltiplicare anche fino a dieci volte il debito contratto dai paesi più poveri: le economie di questi paesi sono in ginocchio, non possono più pagare e, come il Messico, dichiarano fallimento.
Il ricco mondo del Nord è scosso e corre prontamente ai ripari. Come? La ricetta si chiama Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. La strategia diventa: riduzione della spesa pubblica, privatizzazione, liberalizzazione dei prezzi, una strategia che porta i paesi poveri all'aumento della povertà e del debito. I Paesi del Nord, che si sono sostituiti alla banche con i nuovi crediti erogati a partire dal 1982, non riescono più a riscuotere i crediti.
Nel 2000, in occasione del Giubileo, nasce la Jubilee Coalition, movimento internazionale per la cancellazione del debito ai paesi del terzo mondo. E la storia continua ...
Riccardo Moro è il coordinatore responsabile del progetto tecnico di conversione del debito estero dei Paesi più poveri della CEI, e direttore della fondazione Giustizia e Solidarietà. Il Prof. Moro è un economista, esperto di finanza internazionale. È uno che, con le sue proposte e i suoi interventi a livello internazionale, aiuta a capire per costruire un mondo più giusto.

 

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