Pubblicato su Politica Domani Num 35 - Aprile 2004

La nuova Russia
Vladimir Putin, ascesa di un “Re”
Da "eminenza grigia" a uomo forte, il Presidente russo ha fondato la sua ascesa sull'orgoglio nazionale del suo popolo

di m.m.

Classe 1952, laurea in legge, Vladimir Putin è stato soprannominato l'eminenza grigia del Cremlino. É stato agente segreto del Kgb dal 1975 al 1990 e in questo incarico ha vissuto molti anni in Germania. Ha iniziato la sua carriera politica quando, disciolto il Kgb, è stato chiamato ai vertici della amministrazione russa. Fedele sostenitore di Eltsin, ha dato la scalata al potere mantenendo sempre però un basso profilo. "Lontano dal presentarsi come un leader carismatico, il suo volto è una maschera senza espressione, sorride raramente e parla piano", dice di lui la BBC. È invece uomo d'azione e ha dato prova della sua natura di "duro" in numerose occasioni, a cominciare con la sua posizione intransigente nei confronti della Cecenia. Divenuto da poco presidente della confederazione russa, ha dato ordine all'esercito di ricacciare in Cecenia, dal Daghestan i militari islamici ceceni che avevano invaso il vicino paese e di continuare in Cecenia la lotta contro i ribelli. La guerra contro i ribelli in Cecenia è subito diventata la guerra contro la Cecenia ribelle. Su questa guerra Putin ha subito puntato per fondare la sua fortuna politica a Mosca, cercando, con una guerra vittoriosa sulla Cecenia, di condiscendere ed alimentare il nazionalismo e sull'orgoglio nazionale dei Russi.
La durezza e l'intransigenza di Putin divennero presto chiare anche in occasione di due crisi gravissime: l'incidente di Kursk quando, il 12 agosto del 2000, 118 marinai russi morirono per l'affondamento del sottomarino nucleare; e il sequestro del teatro di Mosca, il 24 ottobre 2002, quando un commando di 50 terroristi prese in ostaggio l'intero teatro e furono usati gas nervini: con i terroristi morirono anche 129 dei 922 ostaggi.
Anche l'ultima vittoria alle presidenziali russe dello scorso 14 marzo (il 71,2% delle preferenze con un afflusso alle urne del 64,3% di votanti) è conseguenza del pugno di ferro dell'ex eminenza grigia: l'immagine di Putin presente ovunque, pochi manifesti degli avversari, poco lo spazio dedicato dai media - peraltro ridotti praticamente al silenzio - rifiuto sistematico di Putin ad ogni confronto diretto, arrestati o fuggiti all'estero i suoi più probabili avversari.
"Il 14 marzo i russi eleggono il loro presidente. Ma la vera scelta è fra democrazia e autoritarismo". Così scrive Boris Kagarlitskij su La Vanguardia (Spagna). I dati pubblicati sono talmente sospetti che è impossibile evitare accuse di brogli. Risulta, per esempio, che Putin abbia ottenuto consensi particolarmente alti soprattutto nelle regioni autonome musulmane, compresa la Cecenia.
E intanto la comunità internazionale condanna.

 

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Num 35 Aprile 2004 | politicadomani.it