Pubblicato su Politica Domani Num 35 - Aprile 2004

Riforma della scuola in chiaroscuro

 

Dopo anni il Governo ha varato una riforma organica della scuola. La nuova struttura prevede, dopo la scuola per l'infanzia, un primo ciclo di istruzione di otto anni (6-14 anni) diviso in scuola primaria e scuola secondaria di primo grado. Fin qui nulla di nuovo.
La novità sta piuttosto nell'enfasi posta sui rapporti scuola-famiglia.
Le forze sindacali sono perplesse di fronte alle proposte della riforma: la libertà delle famiglie di scegliere, dicono, è condizionata dalla offerta delle scuole, che sono libere di decidere, però solo dopo che il MIUR avrà, liberamente, determinato gli organici. In questo modo è già saltata, prima della riforma, una delle più autentiche aspirazioni delle famiglie, la continuità didattica.
Ore aggiuntive facoltative, percorsi formativi personalizzati, tutoraggio. Non è chiaro né dove sarà possibile attingere per le risorse finanziarie, né quali siano le specifiche competenze dei docenti. La seconda lingua è prevista, ma dipende dalla disponibilità del personale insegnante.
A parte qualche inusuale cambiamento nelle discipline, alcune delle quali hanno un sapore antico (come economia domestica ... anche i maschietti dovranno imparare a ricamare e a cucire, come sta scritto?), c'è di nuovo tutta una sezione (l'ultima degli allegati B e C al DL n.59 del 19/02/2004) nella quale sono esplicitati gli obiettivi ultimi dei percorsi formativi personalizzati: educazione alla cittadinanza, stradale, ambientale, alla salute, alimentare e all'affettività. Stranamente assente è l'educazione al gusto per la conoscenza e per la cultura.
E, poi, c'è un altro aspetto non secondario: che tipo di istruzione sarà garantita ai bambini che vivono nelle regioni meno fortunate, là dove è spesso la scuola a dover supplire alla funzione educativa dei genitori, assenti per necessità, per ignoranza o per volontà?

m.m.


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