Pubblicato su Politica Domani Num 35 - Aprile 2004

Perché l'Iraq?

Di Sherwood

Saddam Hussein e Bin Laden non sono mai stati amici. L'Iraq non è famoso per il terrorismo né per l'estremismo religioso. Eppure i terroristi di al Qaeda hanno trasformato la guerra all'Iraq e la permanenza nel paese occupato nella motivazione principale degli attentati di Madrid, e molti esperti di intelligence indicano nella rete di Bin Laden la vera forza che alimenta gli attentati quotidiani contro i militari stranieri nel paese. Ancora perché l'Iraq? Richard Clarke, ex responsabile anti-terrorismo alla Casa Bianca afferma che già il 12 settembre 2001 il responsabile della Difesa statunitense, Donald Rumsfeld, voleva bombardare l'Iraq, come prima rappresaglia. Clarke è convinto che l'idea di rovesciare Saddam fosse già stata decisa da tempo, anche se "nulla dimostrava che l'Iraq stesse appoggiando al Qaeda". La motivazione ufficiale dell'operazione militare in Iraq del marzo 2003, la presenza nel paese di armi di sterminio di massa, è stata smentita dai fatti. La pistola fumante a quanto pare non esiste. Le vere ragioni per cui gli americani sono in Iraq diventano quindi necessariamente altre. Tra queste sembra chiara la volontà degli Stati Uniti di ampliare la propria area di influenza in medioriente. Al Qaeda fino ad ora non ha avuto bisogno dell'Iraq per agire. L'11 settembre e gli attentati precedenti , sono avvenuti senza una motivazione apparente e a volte non sono stati neanche rivendicati. Indicando nello stato iracheno, il luogo da difendere da americani ed europei "crociati invasori", l'Iraq sembra essere diventato il feticcio di Al Qaeda per poter attirare a sé più gente possibile.
Sull'Iraq si gioca quindi una campagna di comunicazione oltre che militare. Gli americani hanno fatto rientrare l'Iraq nella battaglia contro il terrorismo post 11 settembre, Al Qaeda lo ha trasformato nel luogo deputato alla resistenza antiamericana. In mezzo solo il sangue e l'innocenza dei morti passati e futuri.

i È dal 1983 che vi sono attentati attribuiti al gruppo terroristico di Al Qaeda. Nel 1983 a Beirut un'autobomba fa strage di 200 marines americani. Nel 1992 salta l'ambasciata israeliana a Buenos Aires (Argentina). Sono del 7 agosto 1998, gli attentati contro le ambasciate USA a Nairobi (Kenya) e a Dar es-Salam (Tanzania) che causarono 224 morti e circa 5.000 feriti. Bin Laden non se li attribuì ma se ne compiacque. Gli Usa lo ritengono responsabile anche di altri attentati antiamericani: al centro di addestramento della Guardia nazionale saudita a Riad nel 1995 (sette morti); a Dahran nel 1996 (19 soldati americani morti); contro la nave Uss "Cole" ad Aden nello Yemen (17 marines Usa morti), nell' ottobre 2000. Alla sua organizzazione risalirebbe anche l'allarme che nel gennaio scorso spinse alla chiusura dell'ambasciata Usa a Roma. soldati USA hanno colpito New York ( ), Nairobi e Dar es-Salam. Porta la firma di Al Qaeda anche il fallito attentato contro il presidente egiziano Hosni Mubarak

 

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Num 35 Aprile 2004 | politicadomani.it