Pubblicato su Politica Domani Num 35 - Aprile 2004

Orwell, la Neolingua,
... e Donna Letizia

di G.F.

"La Neolingua era distinta da quasi tutte le altre lingue dal fatto che il suo vocabolario diventava ogni giorno più sottile invece di diventare più spesso. Ogni riduzione rappresentava una conquista, perché più piccolo era il campo della scelta e più limitata era la tentazione di lasciar spaziare il proprio pensiero. Si sperava, da ultimo, di far articolare il discorso nella stessa laringe, senza che si dovessero chiamare in causa i centri del cervello".
È così che, in 1984, George Orwell descriveva il progetto - linguistico e politico insieme - che stava alla base della strategia del suo Grande Fratello. Un progetto che cominciava dal togliere alle parole il loro significato (così, per esempio, sui manifesti si poteva scrivere che "la pace è guerra"); un progetto che qualcuno deve aver preso sul serio, se oggi l'espressione "Grande Fratello", più che un tetro incubo totalitario, evoca principalmente un dolce sogno di gloria per adolescenti.
"Fine della Neolingua - spiegava Orwell - era rendere impossibile ogni altra forma di pensiero. Era sottinteso come, una volta che la Neolingua fosse stata definitivamente adottata, un pensiero eretico sarebbe stato letteralmente impensabile, per quanto almeno il pensiero dipende dalle parole con cui è suscettibile di essere espresso".
Certo, il "meno scuola per tutti" della nostra ministra da solo non basta a raggiungere l'obiettivo. Però aiuta. Forza Italia, dunque. E forza donna Letizia.

 

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