Pubblicato su Politica Domani Num 35 - Aprile 2004

Inchieste
La lezione della Cecenia
Da "Viaggio in Cecenia". Un libro/reportage contro i crimini di guerra

di Carlo Gubitosa

L'ambiente favorevole in cui è esplosa la guerra in Caucaso era già segnato da molti anni dalla violenza, dall'affermarsi della legge del più forte, dal banditismo e dall'attività mafiosa, che hanno trovato il loro terreno di coltura in uno stato autoritario, privo di garanzie oggettive per i cittadini che corrispondano ai diritti sanciti sulla carta. In questa chiave di lettura, anche nel nostro Paese il disinteresse per la partecipazione politica, il calo dell'affluenza alle urne, il dilagare del qualunquismo che fa comodo a chi vuole mantenere il potere e ha bisogno del minor numero possibile di "teste pensanti", lo svuotamento dei contenuti della politica e la riduzione della dialettica tra i partiti ad uno scontro sterile di tipo calcistico tra due schieramenti opposti sempre meno rappresentativi del paese reale, contribuiscono a creare le condizioni per uno svuotamento dello stato di diritto, che è il primo passo per la creazione di un regno del terrore simile a quello attualmente presente in Caucaso.

La guerra in Cecenia, con le sue migliaia di vittime civili e centinaia di migliaia di profughi, è tutt'altro che un semplice "problema interno" della Federazione Russa. Gli effetti di questa combinazione esplosiva di interessi criminali, politici, economici, strategici e legati al fondamentalismo religioso possono essere tali da compromettere la stabilità di tutta la regione del Caucaso e dell'intera Europa Orientale. Anche l'Italia, che ha appena ratificato nuovi accordi di cooperazione militare con la Russia, è in parte complice di questa situazione per miopia o per calcolo potremmo renderci conto delle nostre responsabilità solo quando sarà ormai troppo tardi.

L'Eni, Ente Nazionale Idrocarburi, è attualmente il principale partner industriale e commerciale della Russia, con un flusso annuo di capitali pari a circa 2 miliardi di dollari. Nel corso della sua visita a Roma Vladimir Putin ha piacevolmente chiacchierato con Vittorio Mincato, presidente dell'Eni, del futuro di questa collaborazione. Putin, inoltre, ha appena firmato a nome del governo russo un accordo con Mediobanca per la concessione di una linea di credito da 1 miliardo e mezzo di dollari, destinato a finanziare la creazione di società a capitale misto. Il 7 giugno 2000 Putin ha incontrato a Roma anche Gianni Agnelli, Paolo Fresco e Paolo Cantarella per discutere degli accordi commerciali relativi alla produzione di tre modelli Fiat (Palio, Siena e Palio Weekend) nelle fabbriche russe di Nizhnj Novgorod. A questo bisogna aggiungere gli accordi di cooperazione militare con la Russia ratificati a dicembre del 1999 dalla Camera dei Deputati, proprio mentre erano in corso i bombardamenti con cui la Russia ha devastato Grozny e molte altre zone della Cecenia, causando migliaia di vittime civili e centinaia di migliaia di profughi.

I legami politici, economici e militari che legano l'Italia alla Russia sono ormai troppo saldi per essere spezzati dal "piccolo contrattempo" rappresentato dal sangue di migliaia di vittime civili, da duecentomila profughi ammassati in Inguscezia e da altre centinaia di migliaia di civili che in Cecenia vivono nel terrore praticamente al limite della sopravvivenza. Le recenti visite diplomatiche effettuate da Vladimir Putin e l'ottima accoglienza ricevuta in Vaticano e al Quirinale non potranno far altro che rafforzare questi legami.

i Carlo Gubitosa, scrittore, giornalista e collaboratore di Peacelink, associazione di volontariato per l'informazione. È stato in Cecenia con "Operazione Colomba", azione di pace voluta da don Oreste Benzi.

 

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