Pubblicato su Politica Domani Num 35 - Aprile 2004

Campagne
+ dai - versi
Per un'economia sana, a favore della solidarietà

 

Donazioni. Gran parte del mondo non profit e del volontariato vive di donazioni, grandi e piccole. Dove lo Stato non arriva perché non deve o non può arrivare, arriva la società civile.
Eppure donare diventa un fardello su cui pagare anche le tasse. È questa la situazione in Italia, fanalino di coda fra i paesi europei per quanto riguarda la legislazione sulle donazioni. " La deduzione si sostituisce alla spesa pubblica, facendo svolgere certe attività ad organizzazioni della società civile che, per competenza e motivazione, spesso raggiungono risultati migliori del settore pubblico. Bisognerà che prima o poi anche chi ci governa capisca che non c'è nessun gettito mancante ma solo un buon investimento sociale". Chi parla è Marco Vitale, vicepresidente della Banca Popolare di Milano e presidente dell'AIFI-Associazione Italiana Investitori Istituzionali.
Nonostante oggi in Italia le aziende possono detrarre solo fino al 2% del loro imponibile, sono oltre 800 milioni di euro le donazioni fatta dalle imprese italiane a favore di progetti di solidarietà e di promozione sociale nel solo 2001; ha donato un'impresa su due. Negli Stati Uniti, sempre nello stesso anno, sono stati donati 164 miliardi di dollari, un boom di donazioni dovuto al nascere di tante fondazioni e al fatto che gli americani non aspettano più la pensione per essere incisivi nel campo della solidarietà.
In Italia, un anno e mezzo fa ha iniziato il suo iter parlamentare un progetto di legge, il Pdl n.3459 (Deducibilità delle erogazioni in favore di associazioni e organizzazioni non lucrative aventi scopi solidaristici o sociali). Il Pdl è sostenuto da esponenti di tutto l'arco parlamentare: AN, DS, FI, Margherita. Ora il Pdl è all'esame in commissione esteri.

Dice Riccardo Bonacina, direttore editoriale di Vita, che con il Forum del Terzo settore e il Summit della solidarietà ha promosso la campagna Più dai meno versi: "Questa campagna ha un significato profondo perché nasce dal "basso", dalle istanze di migliaia di realtà che operano all'interno del mondo non profit, da tutti coloro che vivono quotidianamente i bizantinismi di un sistema fiscale che, il più delle volte, invece che agevolare, ostacola la grande propensione al dono degli italiani. Con questa proposta per la deducibilità si sottolinea come sia persino immorale assoggettare a tassazione le donazioni che gli italiani indirizzano verso chi ha più bisogno di aiuto".
Victor Uckmar, professore emerito dell'Università di Genova, va oltre: "La deducibilità è solo il primo passo e lo si deve ottenere. Dovremmo poi anche riconoscere un credito d'imposta anche a chi non ha denaro da donare ma solo il suo tempo. Ai volontari.".
E Susanna Agnelli, testimonial di Thelethon, aggiunge: "Considerando che l'intervento pubblico in materia è insufficiente, è nostra convinzione che agire anche soltanto sulla leva degli incentivi fiscali potrà portare ad un incremento delle donazioni per tutti quegli enti che, come Telethon, operano nel campo della solidarietà. Il vantaggio della defiscalizzazione è già presente altrove, ad es. Stati Uniti e Gran Bretagna concedono l'intera deducibilità dei contributi, e in Francia Olanda e Germania i contributi possono essere detratti"

 

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