Pubblicato su Politica Domani Num 34 - Marzo 2004

Terni: per ora è "tregua"
In cambio Governo e istituzioni locali si impegnano sul fronte dell'energia e delle infrastrutture

di F.A.

Terni. La minaccia di chiusura del settore magnetico dell'Acciaieria di Terni (AST) aveva scatenato una forte mobilitazione. Si pensi alla grande manifestazione cittadina del 6 febbraio e l'appoggio del vescovo di Terni monsignor Vincenzo Paglia e del sindaco Paolo Raffaelli. Il caso è arrivato sul tavolo del Ministro delle Attività Produttive, Antonio Marzano. In un incontro a tre con le parti sociali (18 febbraio) si è arrivati ad una tregua dello scontro sindacale: la ThyssenKrupp ha, infatti, deciso di sospendere la chiusura e di prendersi 90 giorni per "elaborare un nuovo Piano Industriale finalizzato al miglioramento della competitività del sito produttivo ternano" con la possibilità di "ulteriori rilevanti investimenti per il consolidamento dell'assetto industriale dell'intero stabilimento".
Insomma, pericolo scampato per 900 dipendenti, compreso l'indotto, che rischiavano di perdere il posto di lavoro ma anche per l'economia della città intera.
Un segnale positivo è arrivato anche a proposito della posizione di 78 precari con contratto a tempo determinato in scadenza a febbraio, il cui nuovo contratto di formazione lavoro sarà seguito da una assunzione a tempo indeterminato. Questa soluzione rientra nella disciplina del contratto integrativo aziendale, firmato dalle RSU, che prevede un particolare percorso per i neo-assunti: un contratto a termine di 24 mesi, seguito da un contratto di formazione lavoro della stessa durata, e la successiva assunzione a tempo indeterminato. "L'azienda non ha fatto altro che rispettare l'accordo integrativo, non vi è nulla di eccezionale", chiariscono dalla segreteria FIOM-CGIL di Terni; comunque, visto i tempi che corrono, "si tratta di un percorso abbastanza vantaggioso per i lavoratori". L'azienda in merito alla vertenza "auspica che la ThyssenKrupp si confronti, come promesso il 18 febbraio, costantemente con le organizzazioni sindacali", ammettono dalla segreteria con una punta di preoccupazione.
Nell'accordo il Governo e le istituzioni locali si sono assunti nei confronti della TkAst un importante onere: procedere cioè alla realizzazione di tutti gli interventi ritenuti necessari alla valorizzazione del sito. Vale a dire: misure di miglioramento del settore energetico (consistenti in una maggiore disponibilità di carbon coke ad un prezzo conveniente) e delle infrastrutture di collegamento, che nella regione sono carenti. Queste ragioni, indisponibilità di carbon coke e infrastrutture, hanno con tutta probabilità pesantemente influenzato la decisione, per ora revocata, dei vertici dell'azienda. Altro punto cruciale dell'accordo è l'impegno preso dal Governo di "assicurare un incisivo supporto legislativo in materia di sostegno allo sviluppo delle imprese". Insomma la ThyssenKrupp chiede che le istituzioni italiane realizzino politiche ancora più a favore della flessibilità del lavoro; vale a dire, in un mercato sempre più ostico e imprevedibile, favorire la produzione sulla pelle dei lavoratori.

 

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