Pubblicato su Politica Domani Num 34 - Marzo 2004

Arte
La Crux veliterna
Federico II di Svevia e papa Alessandro IV

di Fausto Ercolani

La preziosa stauroteca che si conserva nel Museo Diocesano di Velletri è legata alla storia e alle vicende singolari di due grandi personaggi quali furono Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore e Rainaldo dei Conti di Ienne, Vescovo di Ostia e Velletri e poi eletto papa con il nome di Alessandro IV.
Federico II fu un sovrano moderno e in contrasto con lo stile del suo tempo. Di origine tedesca fu siciliano nella formazione e nei gusti e riuscì a compendiare mirabilmente le civiltà e le culture che avevano impregnato di sé la Sicilia: la greca, la romana, la bizantina, la saracena, la normanna e, perché no, la germanica. Federico era siciliano e cittadino del mondo, ben calato nella immensa passione spirituale e politica del XIII secolo.
Rainaldo, della nobile e antica famiglia dei Conti che aveva dominato per secoli la scena romana per essere sempre stata avversaria dei papi (la loro più grave sconfitta fu la perdita della roccaforte di Tuscolo), dopo la sua formazione in Anagni dove venne ordinato sacerdote e nominato canonico della Cattedrale. Intraprese la carriera diplomatica presso la Curia papale e nel 1221 ebbe il suo primo incarico importante datogli dal cardinale Ugolino, Vescovo di Ostia e Velletri; avrebbe dovuto riconciliare l'arcivescovo e il podestà della città lombarda, ma la sua missione non ebbe esito positivo.
Nel 1222 papa Gregorio IX lo crea cardinale diacono del Titolo di Sant'Eustachio e nove anni più tardi lo stesso papa lo nomina Vescovo di Ostia e Velletri. Un anno dopo conosce Federico II e nasce tra i due un'amicizia destinata a durare a dispetto dei rapporti tra impero e papato. Nel 1237 il vescovo veliterno è inviato come legato papale presso l'imperatore per tentare di riportare la pace tra questi e i Comuni della Lega Lombarda. La vittoria di Federico a Cortenuova contro la Lega, fa fallire il tentativo di Rainaldo. Nel 1240 è invitato dal papa ad inviare i soldati veliterni a Ferentino, per contrastare le truppe di Federico II che mirano a conquistare la provincia di Campagna.
Morto in Napoli il papa Innocenzo IV, fiero oppositore delle mire espansionistiche dell'Impero, il Conclave per l'elezione del nuovo papa si svolge nella stessa città e il 12 dicembre 1254 viene eletto il Vescovo di Ostia e Velletri che assume il nome di Alessandro IV.
Il nuovo papa, se da un lato continua quella che è stata la politica papale nei confronti dell'impero e non dimentica le due scomuniche inflitte a Federico dallo zio papa Gregorio IX, dall'altro nutre ammirazione per l'imperatore che ha saputo improntare di sé un'epoca; anche Federico ricorda con simpatia l'amicizia con il cardinale veliterno.
Da questi rapporti, un po' poltici e un po' amicali, nasce l'idea del dono conciliatore. Un dono prezioso oltre ogni aspettativa, capace di dare una svolta, nelle intenzioni, al rapporto con il papa.
Nella meravigliosa e preziosa stauroteca viene inserita una particella della Croce di Cristo.
Il papa si trova in Anagni quando gli ambasciatori dell'imperatore gli consegnano il preziosissimo dono. Ma Alessandro IV non è solo il papa di Roma; è rimasto legato alla sua cattedra veliterna. Ecco quindi che il Capitolo della Cattedrale di San Clemente reclama ed ottiene dal Capitolo di Anagni la consegna della Croce, essendo questa da considerarsi un dono al Vescovo della nostra Città. E quel dono rimane, ancor oggi, a testimonianza di un'epoca in cui anche i nemici potevano rivelarsi amici, superando le apparenti contrarietà politiche e le rivalità spesso feroci legate alla situazione contingente dell'epoca.

 

Homepage

 

   
Num 34 Marzo 2004 | politicadomani.it