Pubblicato su Politica Domani Num 34 - Marzo 2004

Kermesse musicali
Da Sanremo a Mantova: una sfida a suon di musica
Dal 2 al 6 marzo festival e controfestival

di Augusto Pallocca

È il mal di renis, per dirlo a la Ghezzi, il nuovo, dirompente male stagionale che scoppierà dal 2 al 6 marzo sul palco del teatro Ariston, a Sanremo. Per la cinquantaquattresima volta la città dei fiori ospita il festival più visto, ascoltato, blasonato e biasimato della penisola. Cinque giorni di kermesse musicale preceduti da lunghi e bui mesi di polemiche. Polemiche tra Renis e la stampa, tra Renis e i produttori discografici. Polemiche tra Simona Ventura e Renis, polemiche tra Renis e il Codacons, in questo caso anche con complicazioni giudiziarie.
Sta di fatto che Mr.Quando Quando, come lo chiamano amichevolmente gli yankees, deve aver smosso parecchio le acque, per suscitare tutta questa baraonda.
In realtà, la natura oltremodo polemica del festival che verrà era stata anticipata nell'estate scorsa dal niet della Fimi, la Federazione dell'Industria Musicale Italiana, che in un comunicato stampa del 2 luglio passato comunicava a Lucia Annunziata la decisione di disimpegnarsi dalla prossima edizione della rassegna musicale più celebre dello Stivale. Il veto, posto dalla Fimi prima ancora che Tony Renis fosse designato direttore artistico della manifestazione, ha escluso a priori la partecipazione delle voci italiane più famose, tutte sotto contratto con le etichette che aderiscono al Comitato direttivo della Federazione.
A questo punto, Renis, suo malgrado, si è trovato a fare i conti con una imprevista scarsità di risorse artistiche, una carestia di cui mai il Festival aveva sofferto.
Spalleggiato da Mogol, ha cambiato al Festival immagine, volto, formula. Ha puntato il dito contro la Fimi, dichiarando che "i grandi manager” che gestiscono le major in Italia si dovrebbero dimettere". Ha punzecchiato la Ventura, rimproverandole un mancato impegno nel suo ruolo di conduttrice ed un'eccessiva invadenza nei confronti della direzione artistica.
Ha respinto le accuse del PM di Roma e del Codacons, che lo accusavano di abuso d'ufficio nella selezione dei brani in gara.
Una guerra vera e propria in cui la ragione, come in tutte le guerre, non è di nessuno. I sopravvissuti alla battaglia sono loro, i 22 partecipanti che si affronteranno nella competizione musicale più discussa dell'anno. Nessuna distinzione tra big e giovani, un unico squadrone di musicisti pronti a battersi all'ultima nota su un palco che è il sogno di ogni talento canoro. Mai eterogenea come quest'anno la provenienza musicale degli artisti, che spazierà dai ritmi anni Settanta del giovane e favoritissimo Neffa, al cantautorato di Mario Venuti e Bungaro, al rap di Piotta per arrivare all'inconfondibile vena soul del redivivo Adriano Pappalardo. Cinque saranno gli ospiti che duetteranno con altrettanti cantanti in gara. Il gruppo house DB Boulevard sarà affiancato dal bassista dei Rolling Stones Bill Wyman, mentre la girl band spagnola delle Las Ketchups affiancherà Danny Lo Sito nella sua "Single". Massimo Modugno sarà invece accompagnato dai Gipsy King, Mietta si esibirà con Morris Albert e Andrea Mingardi con una rimaneggiata formazione dei vecchi Blues Brothers.
Un festival che è un'incognita, che sulla carta può sorprendere o deludere, e accanto al quale fioriscono, come ogni anno, una miriade di manifestazioni parallele, alternative, e soprattutto, antisanremesi.
È il caso del Festival di Mantova, che prende vita da un'iniziativa del senatore e sociologo Nando Dalla Chiesa in collaborazione con un nutrito team di professionisti e musicisti, e che propone la rinuncia ai "fasti sanremesi dell'apparenza e dello sfarzo, agli affari locali illegali e alla mediocrità spettacolarizzata" a vantaggio di una rinnovata consapevolezza del valore "della qualità e della novità, della sobrietà e della generosità, della cultura e dell'impegno". Una kermesse, quella mantovana, che proprio dal 2 al 6 marzo vedrà avvicendarsi nei teatri e nelle piazze del capoluogo di provincia lombardo decine di artisti appartenenti all'enorme bacino delle produzioni musicali indipendenti italiane. Non solo musica però: anche teatro, satira, seminari, conferenze e cinema conditi da un viscerale e sentito credo politico dichiaratamente di sinistra.
L'arte che diventa politica, però, perde nella maggior parte dei casi la sua naturale tensione all'eternità, purtroppo. A volte, per fare politica, basterebbe suonare, scrivere, dipingere. E non parlare.

 

Un Bilancio
Sanremo allo specchio

È stato il festival delle polemiche, dei volti nuovi. Il festival degli ospiti non più tanto super, dell'audience che sale e scende, sensibile, stavolta come non mai, alla programmazione delle reti concorrenti. Sempre e comunque cinque serate di musica e spettacolo a trecentosessanta gradi, fitte di musica, ma anche di comicità. Collaudato ed affiatato il team di "Quelli che il Calcio". Immenso Dustin Hoffman, che il tempo che passa e i capelli bianchi non hanno privato dello charme con cui si è conquistato anche il pubblico dell'Ariston. La vittoria è andata a Marco Masini con " L'Uomo Volante", una canzone intimista di cantautorato autentico, tradizionale in senso melodico ma audace per ciò che concerne il testo. Al secondo posto la bella ballad di Mario Rosini "Sei la mia vita ", canzone d'amore densa di sentimento e valorizzata da un'interpretazione sanguigna ed appassionata. A completare il podio la giovane Linda con "Aria, sole, terra e mare", un energico funky tagliato su misura per la sua voce extra-large. I grandi favoriti dai pronostici tutti nelle retrovie. Premio della Critica a Mario Venuti, mentre il premio per la miglior musica se lo aggiudicano ex-aequo Bungaro e Pacifico.

 

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