Pubblicato su Politica Domani Num 34 - Marzo 2004

I pericoli del mare
Capitan Uncino potrebbe essere un terrorista
La navigazione dei mari è ancora flagellata dalla piaga della pirateria che, lungi dall'essere scomparsa, è in aumento

di Simone Cupellaro

Pirateria oggi ...
Il fenomeno sembrava appartenere al passato. E invece è ancora reale e negli ultimi anni sta aumentando. L'osservatorio per i crimini in mare, l'I.M.B. (International Maritime Bureau), afferma che il numero delle navi attaccate dai pirati è salito a 445 nel 2003, il 20% in più rispetto al 2002. Anche il numero dei navigatori uccisi è salito a 21, altri 71 membri dell'equipaggio o passeggeri risultano dispersi, e si contano 88 feriti: un aumento drammatico rispetto ai 10 morti e 38 feriti dell'anno prima.
La pirateria marittima contemporanea usa pratiche diverse: furti a danno di imbarcazioni ancorate, attacchi sofisticati diretti contro navi che viaggiano in mari aperti o in acque territoriali, persino dirottamenti, per utilizzare i natanti come unità di trasporto per traffici illegali (droga, armi, clandestini).
Il Sud-Est Asiatico è considerato la zona a maggior rischio di attacchi al mondo, con oltre la metà dei casi di pirateria (il 55%) rilevati. Molti fattori concorrono a spiegare l'alta incidenza della pirateria nella regione: il fatto che qui ci sono molti dei più importanti distretti utilizzati dalle rotte commerciali internazionali; la difficoltà oggettiva di monitorare aree formate da vasti e numerosi arcipelaghi come le Filippine e l'Indonesia; le presunte collusioni tra gruppi di pirati e corrotti funzionari locali; l'aumento delle attività criminali seguito alla crisi economica del 1997-98 che ha investito l'Est Asiatico.
Le acque dell'America centrale e meridionale sono un altro degli scenari più colpiti dalla pirateria. Tra il 1994 e il 2001 sono stati segnalati 132 attacchi, circa il 66% di tutte le azioni piratesche occorse nelle acque americane. Un'altra regione che sta sperimentando un forte aumento di illegalità nelle proprie acque è il Corno d'Africa: è suo oltre un terzo di tutti i casi registrati in Africa negli ultimi anni.
La pirateria è all'origine di diversi motivi di preoccupazione: innanzi tutto mette a repentaglio l'incolumità delle persone a bordo delle imbarcazioni e in secondo luogo causa danni economici ai proprietari delle merci che vengono derubate, e, alla lunga, anche all'economia locale perché le compagnie che si occupano di commercio di beni e prodotti sarebbero meno propense ad intraprendere attività commerciali nelle zone sottoposte agli attacchi dei pirati. Inoltre gli atti di pirateria sono una potenziale minaccia all'ambiente marittimo: infatti eventuali attacchi alle navi che trasportano sostanze pericolose possono determinare delle collisioni, con la fuoriuscita del carico e l'inevitabile inquinamento dell'ambiente circostante. Un altro grave pericolo è rappresentato dal fatto che questi atti criminali possono essere usati dai terroristi per intimidire i governi e costringerli a fare concessioni, innescando così anche possibili gravi crisi politiche internazionali, come è già accaduto in passato, per esempio in Italia con l'episodio dell'assalto di un commando palestinese alla Achille Lauro.
Diversi fattori concorrono a favorire la pirateria: le strutture di sicurezza inappropriate ed inefficaci; l'appoggio di funzionali corrotti che permettono ai pirati di operare senza ostacoli; la riluttanza di molti spedizionieri marittimi a denunciare alle autorità gli assalti subiti (fanno da deterrente la lunghezza delle indagini e l'aumento dei premi assicurativi); la facilità con cui le imbarcazioni sottratte possono essere fraudolentemente registrate sotto bandiere di convenienza, per poi essere impiegate per i traffici illegali.
Per quanto riguarda in particolare le politiche di prevenzione, l'attuale tendenza a sottostimare il fenomeno, e l'incapacità di comprendere la reale dimensione del problema limita fortemente i tentativi necessari a creare un'azione coordinata.

... e ieri.
La pirateria ha una storia affascinante e gloriosa. Esercitata fin dal secondo millennio a.C., i Fenici e gli abitanti dell'Anatolia ne avevano fatto una vera e propria professione, imitati più tardi dai Greci (VIII e VII secolo a.C.). La lotta contro i pirati iniziò solo più tardi, soprattutto da parte di Roma che combatté in occidente contro i pirati illirici, dal 229 a.C. fin quasi il tempo di Augusto. Il crollo dell'Impero Romano ricreò le condizioni per il sorgere della pirateria. I pirati "Barbareschi", come sono chiamati i predoni arabi che avevano le loro basi a Tunisi, ad Algeri e a Madia, costituirono per alcuni secoli il terrore delle flotte mercantili europee. Le razzie dei barbareschi durarono fino ai primi decenni del XIX secolo, fino a quando, cioè, i covi dei pirati non furono conquistati dalla Francia.
Naturalmente la pirateria non è una caratteristica esclusiva del Mediterraneo. Anzi, i pirati più antichi sembra siano quelli che sin dal II millennio a.C. battevano i mari intorno alla Cina. Pirati furono anche molti degli avventurieri di origine europea che nei secoli XVI e XVII, dopo la scoperta dell'America, si organizzarono in bande nelle isole prossime alle ricche colonie spagnole del Nuovo Mondo con il preciso intento di depredare i ben forniti galeoni in partenza per la Spagna. Vennero chiamati Bucanieri e con le loro gesta feroci resero tristemente famosi le isole e il mare delle Antille. Solo verso la metà del XIX secolo il potenziamento delle marine militari dette il colpo di grazia alla pirateria che praticamente scomparve, anche se, come si è detto, negli ultimi tempi si è registrato il riemergere del fenomeno.

 

Curiosità
Corsari e Pirati

Il corsaro è diverso da un pirata: i corsari erano autorizzati ad assalire e depredare i nemici di uno stato, e quindi dovevano essere considerati dei combattenti regolari. La qualità di corsaro veniva comprovata da uno speciale documento, la "Lettera di marca", rilasciata dal sovrano per conto del quale il corsaro agiva. In cambio di questa autorizzazione lo stato incamerava una percentuale notevole dell'intero bottino. In genere i corsari erano autorizzati a colpire solo le navi ed i beni di stati nemici, e quindi, in teoria, i corsari erano tenuti a rispettare i navigli di stati alleati o neutrali; una distinzione non sempre rispettata poiché nella storia moderna ci sono stati corsari che, razziando in proprio, si sono comportati da veri e propri pirati, e pirati che, messisi al servizio di un Paese in guerra (per esempio l'Inghilterra nel XVI secolo), si sono trasformati per un certo periodo in corsari. L'epoca gloriosa e leggendaria dei corsari iniziò nel XVI secolo: essi godettero di molta stima, tanto che la regina d'Inghilterra creò baronetto Francis Drake, il più temerario e terribile corsaro di tutti i tempi, mentre il re di Francia ammise tra la nobiltà il corsaro Jean Bart.

 

Homepage

 

   
Num 34 Marzo 2004 | politicadomani.it