Pubblicato su Politica Domani Num 34 - Marzo 2004

Corridoio Tirrenico Meridionale
Un'autostrada piena di guai
In pericolo ecosistema, aree archeologiche e l'esistenza di tante piccole aziende agricole

di Andrea Palladino

Ricordate la cartina di Berlusconi? Ricordate il Presidente del Consiglio indicare con la bacchetta le grandi opere? Tutto sembra nascere li, quando la Casa delle Libertà si apprestava a vincere le elezioni del 2001, con in tasca progetti miliardari (miliardi di euro), come il Ponte dello stretto di Messina e, per il Lazio, il corridoio tirrenico meridionale. Il CIPE ha inserito la ristrutturazione della rete viaria dell'agro Pontino nelle opere che usufruiscono della corsia preferenziale della Legge Obiettivo, partendo dal precedente progetto di "messa in sicurezza" della Via Pontina, una delle strade meno sicure del centro Italia. Ma la giunta Storace ha voluto rilanciare: invece di affrontare un'opera di "semplice" rifacimento della Pontina, delibera la costruzione di una nuova autostrada, che passerà parallela, lato mare, all'attuale tracciato della superstrada 148. Quest'opera si combina poi con un altro progetto, una bretella autostradale che dovrebbe collegare Valmontone a Cisterna di Latina. Costo totale 3 miliardi e 96 milioni di Euro, poco meno della metà del costo del Ponte sullo Stretto.
Erano anni che il Lazio non vedeva una torta di appalti così appetibile. Per gestire le opere la Regione Lazio ha costituito una società apposita, la Arcea S.p.a.. Capitale misto, a maggioranza pubblica: 51% Regione Lazio, il restante 49% diviso tra Società Autostrade al 34%, Monte dei Paschi al 5% e il Consorzio 2050 al 10%. Il Consorzio 2050 a sua volta è composto dalla Vianini (Gruppo Caltagirone), la Condotte di Paolo Bruno, la società di costruzione del romano Erasmo Cinque, e l'emiliano Consorzio Cooperative di Costruzione.
Al progetto è stato dato una sorta di 'fast track', una vera e propria corsia preferenziale: una volta che i soggetti che compongono la società sono stati scelti tramite gara, non verranno effettuate ulteriori gare d'appalto per i lavori. I privati metteranno il 60% del capitale, la Regione il restante 40% e insieme divideranno, con una esclusiva di 50 anni, i guadagni sui pedaggi.
Molti si domandano se il progetto stia in piedi: prima di tutto dal punto di vista economico, visto che - secondo i Verdi - "l'analisi trasportistica, anche se vi sono profusi molti dati, appare parziale e da approfondire per alcune valutazioni specifiche che riguardano un dato essenziale, ossia la previsione dei flussi di traffico per la nuova arteria autostradale". Angelo Bonelli, consigliere regionale del Lazio per i Verdi, sottolinea come il piano tecnico elaborato dalla società ARCEA parla di un "trasferimento di traffico dalla Pontina di 350 auto, nelle due direzioni, nell'ora di punta". Una quantità che sicuramente non può giustifcare un investimento di tale consistenza.
I costruttori non ammessi al "club delle opere pubbliche" sottolineano come i privati difficilmente guadagneranno dal pedaggio, ma sicuramente saranno loro a dividersi tutti i grandi lavori del Lazio per i prossimi decenni.
Al di là della trasparenza e dell'utilità reale dell'opera promossa dalla Giunta Storace, vi è la questione fondamentale dell'impatto ambientale, sociale ed economico sul territorio. Il 28 febbraio gli ambientalisti hanno promosso una grande manifestazione a Latina, alla quale hanno partecipato centinaia di imprenditori agricoli. Saranno infatti 4500 le aziende agricole che, nate sul progetto di bonifica di qualche decennio fa, spariranno, coperte dalla striscia di asfalto che andrà da Fiumicino a Formia.. L'agro pontino, è utile ricordarlo, è una delle zone più fertili del Lazio, dove l'agricoltura ha raggiunto livelli di competitività mondiale di eccellenza.
L'impatto ambientale è travolgente: per esempio verranno intaccati i Monti Ausoni e la zona della tenuta presidenziale di Castel Porziano. Molte aree archeologiche saranno attraversate dalla nuova autostrada: fattorie di età repubblicana, l'VIII miglio dell'antica Via Ostiense, il comprensorio archeologico dell'antica Satricum, grandi strutture e ville nobiliari nel Comune di Formia, solo per citare alcuni casi segnalati dai Verdi.
Le popolazioni locali stanno dimostrando una capacità di organizzazione della protesta inaspettata e non sarà facile per la Giunta Storace far passare il progetto in maniera indolore. Infatti buona parte della base elettorale di Alleanza Nazionale, il partito del Governatore del Lazio, è radicata nei luoghi che verranno colpiti dal corridoio tirrenico meridionale. Anche l'ex sindaco di Latina, Aimone Finestra, "ragazzo di Salò" e missino storico ha mandato un messaggio chiaro: "Storace valuti bene".

 

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Num 34 Marzo 2004 | politicadomani.it