Pubblicato su Politica Domani Num 34 - Marzo 2004

Approfondimenti

 

"Profondamente insoddisfatti"
Le tipologie contrattuali che rientrano nella categoria dei lavori atipici sono molto varie e l'Istat, nel suo ultimo rapporto, ne elenca ben 33: dal lavoro interinale full time al contratto di solidarietà, dal lavoro a domicilio al part time, l'elenco si snoda in numerose varietà.
Gli atipici hanno in media 1,1 rapporti di lavoro all'anno, dunque lavorano praticamente sempre per lo stesso datore di lavoro e la durata del rapporto di lavoro è per il 30% al disotto dei sei mesi, ma per il 45% oltre i sei mesi.
Anche sul reddito la situazione è varia. Il 60% di donne ha un reddito annuale inferiore ai 12 mila euro, mentre c'è un 30% di uomini over 50 che hanno un reddito che va oltre i 60 mila euro.
Secondo la Commissione Europea questo fenomeno ha sì creato posti di lavoro, ma un terzo dei lavoratori temporanei si dichiara "profondamente insoddisfatto" della propria condizione di lavoro e di vita. L'insoddisfazione è causata dal fatto di avere un rapporto di lavoro a termine che spesso si protrae per anni.
[Da un intervento di Carlo Dell'Aringa, economista e commissario straordinario dell'Isfol, ad un incontro dell'Alai-Cisl]

 

Il sindacato e i lavori atipici
"La legge 30 e il relativo decreto attuativo non sono stati oggetto di accordo con le parti sociali. Tuttavia il confronto con il Governo ci ha consentito di acquisire alcuni importanti risultati e di migliorare il testo iniziale. Per quanto riguarda le forme flessibili di lavoro, infatti, da una parte è presente una attenzione vera alla emersione e alla tutela di rapporti di lavoro fino ad oggi non regolamentati o addirittura in nero (per esempio, lavoro a progetto, associazione in partecipazione, lavoro accessorio), dall'altra è stato riconosciuto un maggiore ruolo alla contrattazione collettiva. Proprio grazie al riconoscimento di questo ruolo la Cisl conta di gestire con attenzione le nuove modalità di lavoro in modo che esse possano essere non soltanto strumenti di gestione del personale da parte delle imprese, ma possano anche rappresentare modalità per favorire realmente l'inserimento lavorativo delle fasce deboli e l'emersione del nero, nonché per rispondere ad esigenze di flessibilità che, oltre che delle imprese, sono anche delle persone."
[Dichiarazione del segretario confederale CISL nazionale Raffaele Bonanni]

 

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Num 34 Marzo 2004 | politicadomani.it