Pubblicato su Politica Domani Num 33 - Febbraio 2004

Velletri - Museo Diocesano
La Madonna di San Luca
Di un'antica tavola raffigurante la Vergine Maria con il Bambino in braccio

di Fausto Ercolani

Nella seconda sala del Museo Diocesano di Velletri è esposta una piccola tavola raffigurante la Madonna con il Bambino. Il cartellino illustrativo recita: Ignoto del XIII-XIV sec. (Giovanni da Taranto?) Madonna con Bambino e, sotto, "proprietà della chiesa parrocchiale di S. Martino".
Entrando in questa chiesa, notiamo, nel primo altare di destra, una foto della tavola inserita nell'antica cornice marmorea che porta incisa questa suggestiva iscrizione:

LEGIMUS HANC MARIAE
LUCAM PINXISSE TABELLAM
SPONTE LOCUM PETIIT
CONFUGE TUTUS ERIS

In San Martino questo era ed è l'altare dedicato alla SS.MA ANNUNZIATA.
Questo il presente. Lasciando agli storici dell'arte il compito di approfondire gli studi sul dipinto (e intanto andiamo a leggerci la scheda composta da Ivana Corsetti per il catalogo del Museo) desideriamo raccontarvi la "storia veliterna" del quadro così come si desume dagli storici antichi e dalla tradizione. Una storia semplice, viva come tante che ci sono state tramandate di generazione in generazione e che sono frutto della grande devozione del popolo veliterno verso la Madonna.
Il quadro venne traslato in San Martino nel 1817 dalla ormai fatiscente chiesa dell'abbazia di Santa Maria dell'Orto.
Questa abbazia, di cui rimane come ultimo ricordo una piccola cappella conosciuta come Chiesa del Crocifisso, era molto grande e sorgeva a poche centinaia di metri dalla Porta Napoletana occupando l'area tra le strade di Acquavivola e di Paganico (oggi nella zona sorgono numerose abitazioni e la Scuola Allievi Sottufficiali dei Carabinieri). Fondata nel X sec. e abitata dalle monache benedettine passò in seguito all'Ordine monastico degli Agostiniani di Lombardia che vi rimasero fino a quando ne vennero scacciati dal governo napoleonico negli anni tra il 1810 e il 1815.
Nel luglio del 1635, ci racconta il Teoli, i mietitori erano al lavoro nei campi di grano dell'abbazia sotto la sorveglianza dei fattori degli affittuari Federini e Torricchia; un giorno essendo presenti gli stessi affittuari, accadde il fatto che passò alla storia e diede un autore al quadro. Uno dei mietitori, cominciò a lamentarsi, forse per il gran caldo, appoggiandosi al muro della chiesa. I suoi compagni accorsi alle sue grida lo "introdussero con violenza" nella chiesa dove vedendo i numerosi quadri che rappresentavano la Madre di Dio diede in escandescenze gridando "Luca, Luca me ne hai fatte troppe (di Madonne), tutto il mondo hai impiastrato di pitture". Queste parole furono ascoltate anche dai due nobili Orazio Odoardi Fedrini e Francesco Torricchia che ne resero testimonianza. Ecco quindi l'origine della scritta. Il mietitore venne considerato posseduto dal demonio e, quindi, le sue parole considerate veritiere. All'altare della Madonna furono concesse indulgenze e si pensò di apporvi una scritta a testimonianza e ricordo dell'avvenimento.
Con qualche piccola variazione che rendesse più solenne la cosa.
Infatti l'iscrizione dice più o meno che si legge (si racconta) che Luca dipingesse su una tavola il volto di Maria e che questa tavola, poi, fosse giunta (miracolosamente) in quel luogo.
Immaginate con quanta fede le Confraternite ogni venerdì uscivano processionalmente dalla città per recarsi a venerare l'immagine doppiamente santa: primo perché rappresentava la Madonna; secondo perché era opera di San Luca l'evangelista.
Poi, ai giorni nostri, i "tecnici" (gli storici dell'arte) ci parlano di un oscuro pittore proveniente dalla Puglia, dove aveva imparato l'arte secondo lo stile bizantino, che salendo verso il nord conosce l'arte nuova di Giotto e cerca di imitarne i modi. Le buone monache benedettine, nel suo passaggio per Velletri lo accolgono e gli fanno dipingere quel quadro con la Madonna dai grandi occhi pensosi e il Bambino sgambettante. Nessuno di loro sapeva che qualche secolo dopo un mietitore esausto e forse un po' nervoso avrebbe con tanto clamore attribuito la Madonna al pennello di San Luca.
E dovevano passare altri secoli per tornare alla realtà, un po' meno poetica, ma egualmente bella.

 

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