Pubblicato su Politica Domani Num 33 - Febbraio 2004

Debito argentino
Gli artigli dell'aquila

 

Quattro capannoni con qualche aereo in riparazione, alcuni motori e, forse, anche armi da guerra; alcuni immobili a Washington, fra cui la residenza dell'ambasciatore. Poca roba, ma alcune sentenze di tribunali statunitensi ne hanno interdetto l'uso da parte del legittimo proprietario. I beni sono di proprietà dell'Argentina che non riesce a pagare i creditori statunitensi che avevano acquistato i bond argentini. I buoni erano stati emessi nel 2001, quando il FMI e la BM avevano concesso al governo di Buenos Aires di trasformare in titoli - garantiti dai due organismi internazionali - i debiti contratti a causa del crollo dell'economia argentina e all'aumento del numero di poveri, tra la fine del 1999 e il 2001. I buoni argentini sono scaduti lo scorso settembre.
L'Argentina deve pagare, oltre agli interessi, un debito di circa 95 miliardi di dollari di cui 88 già in mora. Il debito è stato contratto con aziende straniere che, per recuperarlo, si sono rivolte ai tribunali statunitensi. Di qui le sentenze. Il governo argentino ha fatto sapere di essere in grado di onorare solo il 25% del debito ed ha denunciato la presenza di "avvoltoi di fondi" nordamericani, che avrebbero ora interesse a far deteriorare ulteriormente la situazione, dopo che funzionari argentini, con la connivenza di altri funzionari internazionali, hanno permesso che il paese si indebitasse per una volta e mezzo il suo prodotto interno lordo.

 

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Num 33 Febbraio 2004 | politicadomani.it