Libertà vigilata per le ONG

Iraq. Nove pagine di dettagliate e minuziose disposizioni per poter continuare la propria attività a favore della gente e per costruire la pace. Tante sono quelle dell'ordinanza n° 45 del 25 novembre 2003 firmata da Paul Bremer che mette le ong operanti in Iraq in condizioni di libertà vigilata.
Le ong che non si sottoporranno entro 90 giorni alla rigorosa procedura di iscrizione e ai severi controlli, saranno dichiarate illegali per "violazione delle leggi dell'Iraq" (quali?) e per "Minaccia all'ordine pubblico, alla salute, alla stabilità e alla sicurezza dell'Iraq".
L'ordinanza si applica a tutte le ong che svolgono la loro attività nei campi di assistenza umanitaria, difesa dei diritti umani, riabilitazione comunitaria, iniziative caritatevoli, attività educative, sanitarie ed educative, conservazione e protezione dell'ambiente, ricostruzione economica e sviluppo, promozione di pratiche di democrazia, sviluppo della società civile, promozione della uguaglianza della donna e ogni altra attività no-profit.
È palese la violazione dei diritti di associazione, in particolare della popolazione irachena, stabiliti dall'art. 22 del "Patto internazionale sui diritti civili e politici"; dell'art.63 della Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra che impone alla Potenza Occupante di non ostacolare la attività delle società nazionali, della Croce Rossa e atre società di soccorso che operano per garantire servizi essenziali alla popolazione civile; della direttiva ORHA per le operazioni umanitarie in Iraq che formalizza il riconoscimento dei principi umanitari di indipendenza, imparzialità e neutralità.
Il governatore Bremer crede forse che le ong siano organizzazioni terroristiche oppure pensa che le organizzazioni terroristiche siano delle ong?
Le ong italiane hanno fatto appello a tutte le associazioni operanti in Iraq affinché si oppongano all'ordinanza.