Pubblicato su Politica Domani Num 32 - Gennaio 2004

Corporate Social Responsibility

Csr è l'acronimo per " Corporate Social Responsibility". Tre parole magiche, un lasciapassare, a volte una sorta di specchietto per le allodole, per quelle banche che vogliono presentarsi alla clientela con una patente di eticità.
Cos'è un istituto finanziario socialmente responsabile? Una banca etica?
C'è un livello minimo di responsabilità sociale che si risolve in una buona conduzione d'impresa: trasparenza e correttezza nei bilanci e nei rapporti con la clientela, cosa che di per sé è già pregevole, viste alcune recenti e clamorose vicende. C'è poi un'interpretazione distorta del termine "etico": questo accade quando si confonde il comportamento socialmente responsabile con il mecenatismo e la filantropia, un atteggiamento "paternalistico" per cui la "buona" banca provvede a finanziare, magari a pioggia, in modo indiscriminato e con piccole somme, attività di enti e associazioni non profit, anziché "proiettare l'impresa in un'ottica di sviluppo di medio-lungo periodo" (Carlo Secchi, in un'intervista a "Vita. Finanza etica - Guida 2004").
È la vecchia storia di dare un tozzo di pane al pescatore affamato anziché gli strumenti (amo e lenza) per pescare. Vero è che questo tipo di errore è conseguenza di una mentalità diffusa. Non solo è opinione comune che il mecenatismo sia un comportamento eticamente rilevante e socialmente utile, ma anche le associazioni e gli enti sono soddisfatti di essere oggetto della liberalità delle banche, e i risparmiatori sono poco attenti alle strategie impiegate dalla propria banca sul proprio territorio.
C'è stato nel mondo un aumento dell'11,8% di fondi etici, da 280 nel 2001 a 313 nel 2003. In Italia sono passati da 10 a 21 (+47,6%). Rispetto al risparmio globale gestito però i fondi etici sono calati dello 0,36% (12.561 miliardi di euro in meno). In Italia il volume di risparmio destinato a fondi etici è diminuito: da 2297 milioni di euro (dicembre 1999), a 1579 milioni di euro (dicembre 2001), fino a 1074 milioni di euro (giugno 2003).
Di chi la responsabilità di questo trend negativo? In parte è del risparmiatore, in parte però è delle banche, che non spingono i fondi etici (magari perché non li conoscono) e sono poco attente a questo tipo di investimento, meno spumeggiante ma più sicuro, più socialmente rilevante, finalizzato allo sviluppo e alla creazione di benessere.

Le banche non sono istituti di beneficenza. Compito di una banca, se vuole essere o continuare ad essere rilevante per il territorio, è di aiutare a crescere e a diventare produttive le realtà locali, piccole o grandi, che dimostrano di essere innovative e rispettose di tutti quei parametri che fanno dell'impresa una realtà socialmente responsabile.

 

Homepage

 

   
Num 32 Gennaio 2004 | politicadomani.it