Pubblicato su Politica Domani Num 30 - Novembre 2003

Assisi, la pace e l'Europa
La pace nella costituzione europea
L'istanza della pace è primaria e, allora, perché non un articolo 11 per l'Europa?

di Alessandro Lovato

Durante la marcia della pace tenutasi il 5 ottobre ad Assisi si è levata una richiesta ben precisa verso i "capi" dell'Europa: inserire nella Costituzione europea un equivalente dell'articolo 11 della Costituzione italiana. Ciò fa nascere una domanda molto interessante: ci sono dei riferimenti espliciti in favore della pace e contro guerra nelle Costituzioni nazionali europee?
Nella Costituzione francese si richiamano i valori della dichiarazione dei diritti dell'uomo del 1789, ma non c'è un articolo specifico contro la guerra. Nella Costituzione spagnola, anche se è priva di un articolo specifico, si afferma nel preambolo che "La Nazione spagnola […] proclama la volontà di […] collaborare per il rafforzamento delle relazioni pacifiche e di una fruttuosa cooperazione fra tutti i popoli della terra. La costituzione tedesca è invece già dal preambolo solenne nel suo rifiuto alla guerra, ma l'articolo più deciso è sicuramente il 26: "Le azioni idonee a turbare la pacifica convivenza dei popoli, in particolare a preparare una guerra esplosiva, e intraprese con tale intento, sono incostituzionali. Tali azioni devono essere perseguite penalmente". Viste le principali costituzioni europee, come resistere alla curiosità di consultare quella statunitense? Ebbene non è presente nessun riferimento alla pace né, tanto meno, alcun rifiuto esplicito alla guerra.
L'analisi delle Costituzioni apre un nuovo spunto di riflessione: c'è qualche legame tra il passato degli stati e la presenza di un equivalente del nostro articolo 11 nelle loro costituzioni? La risposta è certamente sì. Se gli statunitensi non sono mai stati attaccati in patria, almeno fino all'11 settembre, e hanno sempre condotto guerre fuori dei confini nazionali, altrettanto non si può dire di Germania ed Italia. Questi due stati, dotati oggi delle Costituzioni europee più "pacifiste" (e più europeiste), sessanta anni fa, erano succubi di regimi totalitari di inaudita violenza, che scatenarono una guerra devastante per tutta l'Europa e per buona parte del resto del mondo. Allora, gli articoli 11 italiano e 26 tedesco risuonano come avvertimenti e testimonianze dell'orrore della guerra e della necessità della pace.
Le testimonianze contro gli orrori della guerra sono state raccolte dalla Convenzione europea: nella redazione del testo costituzionale sono stati infatti inseriti molti richiami alla pace. Nel preambolo si legge che "l'Europa intende […] operare in favore della pace", nell'art. 3 il primo obiettivo dell'Unione è "promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli", nell'art. 4 si legge che è compito dell'Europa contribuire "alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli". È sancita costituzionalmente anche la possibilità della partecipazione ad azioni umanitarie, conformemente ai principi della Carta delle Nazioni Unite.
Ma tutto ciò al popolo della pace presente, anche idealmente, ad Assisi non basta. Desiderano un articolo che condanni esplicitamente la guerra, simile agli articoli delle Costituzioni italiana e tedesca. In tempi di "guerra preventiva" e di "guerra giustificata", l'inserimento di un tale articolo assume un'importanza assai rilevante, perché in questo modo sarebbe preclusa ogni possibilità di interpretazione del termine "promuovere la pace" presente nel testo Costituzionale. La mancata introduzione di un simile articolo, fa nascere il sospetto che i singoli stati, per garantirsi una maggiore libertà di scelta in ambito di politica estera, preferiscano affidarsi a termini più generici piuttosto che ad un articolo così incisivo. Una scelta, questa, e una strategia miope, capaci solo di indebolire la politica estera e di sicurezza comune europea, portando inevitabilmente a divisioni all'interno dell'Unione, del tutto analoghe a quelle avvenute al tempo della guerra in Iraq.
Inoltre, inserire un simile articolo nella propria Costituzione darebbe al nuovo Stato Europeo la veste ufficiale di mediatore internazionale. L'Europa, forte di una Costituzione dichiaratamente a favore della pace, potrebbe infatti sicuramente condurre trattative di pace tra popoli in conflitto; cominciando magari dal dialogo israelo-palestinese, fermo da troppo tempo.

 

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Num 30 Novembre 2003 | politicadomani.it