Pubblicato su Politica Domani Num 30 - Novembre 2003

Il messaggio universalista Baha'i
Nascita e sviluppo di una nuova fede
Nata dall'Islam, quarta religione monoteista, la dottrina Baha'i si pone quale
sviluppo e conclusione della tradizione giudaico-cristiana ed islamica

di Alberto Foresi

Caratteristica precipua della religione islamica è quella di porsi quale sigillo delle religioni rivelate, inglobando al suo interno significative testimonianze dell'Ebraismo e del Cristianesimo, accettando la sequenza dei profeti biblici e conferendo grande importanza alle stesse figure di Gesù Cristo e di Maria. In particolare, Cristo è ritenuto l'ultimo grande profeta prima di Maometto, grazie al quale si concluse definitivamente la rivelazione divina agli uomini. In tale prospettiva, appare evidente che l'Islamismo si pone quale ultima possibile religione, la completa realizzazione di quanto precedentemente, e parzialmente, annunziato dalle precedenti confessioni. Meno noto è il fatto che anche dall'Islam siano nate successive religioni, le quali, pur ponendosi in linea di continuità con esso, presentano tuttavia significative modifiche ed innovazioni. In primo luogo è necessario puntualizzare quale sia il punto di passaggio fra le varie dottrine, anche eterodosse, nate in seno all'Islam, ed una religione che possa definirsi propriamente nuova. Anche in questo caso il discrimine passa attraverso la figura di Maometto: egli è l'ultimo dei profeti e chiunque osi proclamarsi dopo di lui profeta si pone automaticamente al di fuori dell'Islam.
E tale proclama fu fatto, nel 1863, prima a Bagdad e, successivamente, ad Adrianopoli, dal persiano Baha'u'llah, Lo Splendore di Dio, nato a Teheran nel 1817 e morto ad Akka, in Palestina, nel 1892. Costui riprese buona parte delle dottrine che precedentemente avevano ispirato il movimento religioso Babi e la scuola Saihita, fondata sul finire del XVIII secolo dallo sceicco arabo Ahmad al-Ahsa'i e presto diffusasi nell'area iranica. In particolare Baha'u'llah mise al centro della sua dottrina il concetto di Bab, porta, la porta che, nel Babismo, conduceva all'imam occulto, inteso da alcune scuole in modo ideale quale lo sciita perfetto, da altre come un reale personaggio storico. Già nel 1844 il persiano Sayyid Ali Muhammad (1815-1850) proclamò di essere non solo il Bab ma addirittura lo stesso imam occulto manifestatosi e di inaugurare così un nuovo ciclo profetico. Egli criticò il concetto materialistico di coloro che ponevano la venuta dell'imam occulto alla fine del mondo, ritenendo che la fine del mondo non era da intendersi quale fine materiale bensì come la fine di un'era storico-profetica. Il Bab Sayyid Ali Muhammad, alla sua morte, designò quale suo vicario Mirza Yahya Nuri, noto col nome di Subh-i Azal - Aurora dell'Eternità -, il cui fratellastro, Mirza Husain Ali Nuri, è proprio colui che, col nome di Baha'u'llah, unirà alle precedenti dottrine babi il proprio messaggio profetico. Nella dottrina baha'i, che appare quale una semplificazione e una universalizzazione del babismo, permane il concetto islamico delle rivelazioni successive, ma in una nuova accezione: il profeta perde la connotazione islamica di mediatore fra uomo e Dio per diventare una vera e propria manifestazione divina, concetto questo ispirato alla metafisica della Luce - il Profeta è specchio purissimo in cui si riflette il divino - che aveva già caratterizzato la religiosità persiana preislamica, ad esempio il Mazdeismo e il Manicheismo. Secondo Baha'u'llah i cicli profetici non avranno mai fine e un nuovo profeta arriverà mille anni dopo la sua morte. Viene inoltre abolita ogni escatologia tradizionale: il paradiso è la realizzazione della vicinanza a Dio e alla sua manifestazione, mentre l'inferno è la lontananza da Dio. Si ammette l'immortalità dell'anima e il suo progressivo perfezionamento oltremondano verso l'irraggiungibile meta che è Dio, ma si nega il dogma della resurrezione della carne. Alla base della teologia baha'i vi è il concetto dell'inconoscibilità dell'essenza divina: Dio è visibile solo nella sua Manifestazione, cioè, per l'era presente, in Baha'u'llah stesso. Le altre religioni non vengono negate, giacché in ognuna di esse vi è l'essenza di Dio, unica in tutte le religioni e in tutti i libri sacri; tuttavia, ogni profeta porta con sé uno specifico codice normativo e legislativo che varia con le esigenze del tempo. Per tale motivo anche Baha'u'llah, presto perseguitato dall'Impero ottomano ed esiliato con i suoi seguaci ad Akka, si dedicò alla redazione di un codice normativo, il Kitab al-Adqas, perfezionato ed ampliato con nuove disposizioni dal figlio Abdu'l-Baha, succeduto al padre come guida della comunità ma non quale "manifestazione divina". Si formò così l'Ordine Mondiale Amministrativo Baha'i, alla cui guida furono successivamente designati il nipote di Baha'u'llah, Abbas Effendi, e poi Shogi Effendi Rabbani, morto nel 1957. Nell'aprile del 1963 fu eletta dai fedeli la prima "Casa Universale di Giustizia", organo direttivo supremo ed infallibile già previsto dal Kitab al-Adqas, costituita da nove membri eletti ogni cinque anni e priva di presidente, deputata ad emanare nuove leggi e a adattare le vecchie ai nuovi tempi. La struttura dell'organizzazione baha'i è di tipo piramidale: alla base vi sono le Assemblee Locali, poi le Assemblee Nazionali e, al vertice, la Casa Universale di Giustizia, con sede ad Haifa. È importante sottolineare come questa nuova religione monoteista, nata dall'Islam e diffusasi inizialmente nell'area medio-orientale, si sia rapidamente propagata in tutto il mondo e sia tuttora in espansione, forse anche in virtù delle dottrine cosmopolitistiche ed antinazionalistiche che sono state via via accentuate, nonché per il fatto che, in fondo, essa si pone quale prolungamento e perfezionamento delle religioni precedentemente rivelate.

 

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