Pubblicato su Politica Domani Num 30 - Novembre 2003

Africa oggi
Malawi: Cronaca di una fame annunciata
Carestia, malgoverno e la miopia degli organismi internazionali hanno gettato il paese in una situazione di piena emergenza economica

di Mattia Artibani

Uno dei tanti stati africani dimenticato dai media è il Malawi. Posto nell'Africa sud-orientale, il Malawi è una striscia irregolare di terra grande poco più di un terzo dell'Italia, dominata nella parte orientale dalla presenza dell'enorme lago Malawi, nono al mondo per estensione. Gli abitanti sono tutti di origine bantu, divisi in vari gruppi etnici. Il più importante è quello degli Achewa. La maggior parte della popolazione è animista, ma circa il 30% è di religione cristiana (cattolici e protestanti) e vi è una minoranza musulmana. Ogni gruppo parla il suo dialetto, ma la lingua ufficiale è l'inglese, retaggio della lunga colonizzazione britannica. Questa cominciò nel 1878 con l'arrivo della Livingstonia Central African Mission Company, una società scozzese il cui scopo era sviluppare una rete fluviale nell'Africa Centrale e introdurre il commercio. Nel 1889 la regione divenne protettorato inglese col nome Nyasaland ("Nyasa" nel dialetto chichewa significa "acqua"); infine nel 1944 gli Inglesi unirono il Nyasaland alla Federation of Northern and Southern Rhodesia (oggi Zambia e Zimbabwe), una decisione che inasprì il risentimento contro il governo coloniale. In seguito alla nascita della federazione, infatti, si formò il Nyasaland African Congress, un'organizzazione indipendentista guidata da Hastings Banda, medico malawiano laureatosi in America e trasferitosi poi a Londra, dove aveva conosciuto altri nazionalisti africani. Stava per iniziare il periodo della conquista dell'indipendenza politica da parte degli stati africani ed anche il Nyasaland, nel luglio del 1964, si liberò degli inglesi, prese il nome di Repubblica del Malawi e Banda fu proclamato Presidente. La sua figura è ambigua ma è a lui che il Malawi deve il suo sviluppo: riesce a stringere relazioni commerciali con il Sud Africa e con i paesi occidentali, soprattutto gli Stati Uniti, che vedono in lui un alleato contro il blocco dei paesi socialisti. All'interno però Banda è un crudele dittatore, spietato contro gli avversari politici, e agisce con un crescendo di repressioni che creano nel paese un clima di forte malcontento. I missionari Monfortiani giocano un ruolo importante contro Banda: nel 1992, in quella che sarà poi chiamata la "tipografia della libertà", stampano clandestinamente una lettera pastorale in cui si denunciano i misfatti del regime, e la lettera viene letta in tutte le chiese cattoliche. Dopo numerose rivolte e in seguito alle pressioni internazionali, Banda è costretto ad indire un referendum; a stragrande maggioranza la popolazione sceglie la democrazia e Bakili Muluzi, leader dell'opposizione, viene eletto presidente e lo è tuttora.
Le vicende economiche del Malawi sono emblematiche per comprendere le problematiche legate al sottosviluppo africano. Durante il regime di Banda la situazione economica era piuttosto buona, grazie soprattutto ai sussidi che paesi come Stati Uniti e Sudafrica elargivano volentieri per aiutare la causa anticomunista. Banda aveva calmierato i prezzi del mais, uno dei prodotti fondamentali del Malawi, e la sua economia pianificata contribuiva a rendere il mercato stabile e a fronteggiare le carestie. Tuttavia negli ultimi anni della sua dittatura e, successivamente, col passaggio ad un regime democratico, le cose cambiarono. Il Malawi è sempre più controllato da organismi internazionali come il FMI e la Banca Mondiale, che lesinano sugli aiuti e li condizionano a precise scelte di governo: promuovere il libero mercato per sviluppare un'economia competitiva e ridurre la spesa pubblica per favorire la restituzione dei debiti. Si comincia così a licenziare i dipendenti pubblici, che tornano ai loro villaggi e sono costretti a inventarsi nuovi lavori per vivere. Ma il loro potere d'acquisto è minimo: il prezzo del mais non è più calmierato e continua a salire, la concorrenza dei paesi occidentali non è sostenibile: con i sussidi agli agricoltori, tengono bassi i prezzi, favoriscono le proprie esportazioni ed impediscono ai prodotti locali di affermarsi sul mercato. I prestiti hanno tassi di interesse altissimi, per farvi fronte si cerca di aumentare la produzione: nel 1998 il governo distribuisce agli agricoltori dei "pacchi di avviamento", contenenti sementi e prodotti fertilizzanti ciascuno dei quali è in grado di far fruttare 1000 mq. I campi si riempiono di mais solo in alcune zone, "a macchia di leopardo". Per due anni i raccolti sono talmente copiosi da permettere un'enorme accumulazione di scorte di mais. Questo spinge all'ottimismo: sarà possibile pagare i debiti e risolvere anche il problema della fame. L'anno dopo però una stagione eccezionalmente piovosa rovina i raccolti. Il FMI, preoccupato della solvibilità del Malawi, suggerisce al governo la vendita di una parte delle scorte. Invece che una parte, viene venduto tutto il mais accumulato, confidando in raccolti abbondanti per gli anni successivi. Non è accaduto, e intanto i soldi ricavati dalla vendita sono spariti, finiti forse nelle tasche di qualche funzionario governativo. Il Malawi si ritrova con la carestia che incombe per la mancanza di scorte di cereali, e con i debiti ancora da saldare. Il paese è stretto tra due fuochi: l'esigenza di far fronte alla povertà crescente mediante prestiti internazionali e le pressioni dei finanziatori stranieri pronti a strangolare l'economia del paese africano dettandone le regole.
E così anche quest'anno è fame, miseria, morti per malattie da denutrizione, oltre che per l'AIDS, che coinvolge il 20% della popolazione. Molte notizie arrivano attraverso i periodici dei Monfortani, che da anni curano un sistema di adozioni a distanza, mentre il numero degli orfani continua a salire.

 

Malawi: i numeri della vita

Popolazione: 11.651.239
Distribuzione per età: 0-14 anni: 46.8% - 15-64 anni: 50.5% - 65 anni ed oltre: 2.7%
Età media: totale: 16.4 anni - maschi: 16.1 anni - femmine: 16.7 anni (2002)
Tasso di nascita: 44.7 nati/1000 abitanti
Tasso di morte: 22.64 morti/1000 abitanti
Mortalità infantile: totale: 105.15 morti/1000 nati vivi - femmine: 100.81 morti/1000 nati vivi - maschi: 109.36 morti/1000 nati vivi
Aspettativa di vita alla nascita: popolazione totale: 37.98 anni - maschi: 37.57 anni - femmine: 38.39 anni
Tasso di fertilità: 6.1 nati/donna
Popolazione sotto la linea di povertà: 54% (stima 1990)
Tasso di inflazione: 27,4% (stima 2001)

[Fonte: "The World Factbook 2002", CIA, USA - Le stime, se non altrimenti indicato, si riferiscono al 2003]

 

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