Pubblicato su Politica Domani Num 30 - Novembre 2003

Incompatibile 2003
24 Ottobre 2003, Alpheus, Roma.

di A. P.

"Incompatibile" è una manifestazione che esiste già da cinque anni. È un meeting di gruppi ed artisti appartenenti al mondo del rap e dell' hip hop che si riuniscono per ricordare Giaime Fiumanò, un loro giovane amico rapper stroncato nel 1998 da un grave tumore. Un'edizione, quella di quest'anno, carica di significati particolari, in una stagione in cui il rap vive in Italia una nuova giovinezza creativa e commerciale. Finanziata per intero dalla stessa famiglia Fiumanò, patrocinata dal comune di Roma, diretta e magistralmente organizzata dal giovane management romano "Homiez and Money", la kermesse, ad ingresso totalmente gratuito, è stata ospitata quest'anno dall'Alpheus, rinomato e gettonatissimo locale nei pressi della Piramide Cestia, a Roma. In serata, dalle 21 fino alle tre del mattino si sono esibiti, nella sala più grande del locale, tutti i gruppi e gli artisti più quotati del rap italiano, presentati dal celebre hiphopper capitolino Piotta e da Enrico Silvestrin, nelle sue abituali vesti di disinvolto e carismatico frontman dalla navigata esperienza televisiva. Quattro maxischermi installati nelle restanti quattro sale del locale hanno proiettato tutto lo show, per dare la possibilità agli oltre cinquemila spettatori di godere della musica in un Alpheus stracolmo e al limite della propria capienza e della propria vivibilità. Ad aprire il concerto i romani Jesto e Hyst, e poi a seguire, in ordine sparso, i milanesi Club Dogo, i sardi Sa Raza, i romanissimi Inquilini, Truceboys, Cor Veleno, Colle der Fomento. Nomi sconosciuti al grande pubblico, ma attivissimi da molti anni nell'ambiente e quasi star per un pubblico di nicchia che si fa comunque sempre più numeroso. A fine serata intenso e coinvolgente live di più di un'ora e trenta del newyorkese Freddie Foxx, intrattenitore di talento e artefice di uno spettacolo coinvolgente ma non per questo meno carico di significato e messaggio. "Mio padre ed i miei nonni non avevano questa possibilità - dice a gran voce lo statunitense dal palco - non avevano la possibilità di comunicare con il rap a così tante persone diverse da me per lingua, colore, nazione". Musica di strada genuina, che unisce contenuti di un certo spessore a ritmiche ricche di groove e pathos percussivo. Musica e parole d'oro guastate, nel finale, da un poco elegante e discretamente demagogico discorso anti-Bush che sembra quasi fare eco a un certo clima antiberlusconiano che ha serpeggiato per tutto il corso della serata.
"Altro che alleanza, arroganza nazionale" dice qualcuno sul palco. Parecchi applaudono con convinzione, molti sorridono, e pagano un'altra birra al bancone.

 

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