Pubblicato su Politica Domani Num 28/29 - Sett/Ott 2003

La Biennale di Venezia
Origini e storia

 

La Biennale di Venezia nacque con una delibera dell’Amministrazione comunale del 19 aprile 1893. Lo scopo era di “istituire un’Esposizione biennale artistica nazionale” nell’anno successivo, per celebrare le nozze d’argento di re Umberto e Margherita di Savoia. L’effettiva inaugurazione della manifestazione si ebbe però due anni dopo, il 30 aprile del 1895.
Lo Statuto della Biennale, che ricalcava quello della Secession di Monaco di Baviera – primo atto ufficiale dell’evento – prevedeva non solo la presenza dei maggiori artisti italiani e stranieri, ma degli spazi a disposizione di pittori e scultori italiani non ufficialmente invitati. I visitatori della prima Biennale furono più di 200 mila; e contribuirono al successo i biglietti speciali ferroviari di andata e ritorno, che includevano l’ingresso all’Esposizione.
Grazie ai rapporti privilegiati con la Secession, nelle prime biennali di Venezia venne messa particolarmente in risalto l’arte tedesca (già nel 1899, infatti, veniva presentata la Giuditta II di Klimt), a scapito di quella francese. Intanto un gruppo di artisti italiani dette vita a una corporazione che proponeva proprie collettive alle esposizioni pubbliche, vietando ai suoi membri di prendere parte singolarmente alle rassegne. La Biennale concesse ai corporati di esporre in sale proprie, inaugurando così, a partire dalla III Biennale, la nuova formula della personale.
Nel primo dopoguerra la Biennale manifestò una maggiore apertura verso le più innovative tendenze dell’arte. Nel 1920 il curatore del Padiglione francese Paul Signac, oltre a 17 sue opere, espose Cézanne, Seurat, Redon, Matisse e Bonnard. L’Olanda propose la retrospettiva di Van Gogh e la Svizzera quella di Hodler.
Negli anni Trenta la Biennale iniziò ad organizzare Mostre d’arte italiana all’estero e a curare la partecipazione dell’Italia alle grandi manifestazioni. Nel 1932 un’importante rassegna d’arte italiana fu allestita a New York, e poi in altre città americane; nel 1933 la stessa operazione fu realizzata in Europa, con una mostra presentata in alcune città della Germania.
Straordinaria fu la XXIV Biennale del 1948 per la rivisitazione che fu fatta delle avanguardie. Le avanguardie europee – dalle quali rimase però ancora escluso il Dadaismo – ebbero ampio spazio nelle prime cinque Biennali del dopoguerra (dal 1948 al 1956). Ma il merito maggiore sta nel fatto che grazie alle Biennali si creò anche in Italia un ponte tra pubblico e arte contemporanea.
Dal 1948 al 1972, il grande architetto veneziano Carlo Scarpa si dedica alla lunga, prestigiosa serie di allestimenti e interventi per la Biennale.
L’edizione del 1964 vide l’avvento della Pop Art americana. Il premio riservato ad un artista straniero spostò la bilancia della ricerca pittorica dall’Europa agli Stati Uniti.
Le Biennali degli anni Sessanta furono segnate da polemiche e contestazioni contro il numero eccessivo di artisti invitati, e lo “strapotere della critica” che imponeva mode e stili. E fu proprio la critica che, secondo molti, determinò l’affermazione del movimento informale alla Biennale del 1960.
In seguito alla contestazione del ‘68 furono aboliti i Gran premi (ripristinati nel 1986 con i Leoni d’oro) e l’ufficio vendite, considerato strumento di mercificazione dell’arte. Così mutata ebbe luogo la Biennale del 1970, in piena crisi istituzionale e d’identità.
L’edizione del 1974 fu dedicata interamente al Cile. Le mostre di manifesti, gli spettacoli teatrali e i concerti costituirono la più grande e risonante protesta culturale contro il dittatore cileno Pinochet; i campi veneziani furono ricoperti di murales inneggianti alla libertà del popolo cileno.
Negli anni Ottanta l’attività della Biennale fu collegata al Carnevale veneziano. Con una mostra sul Postmodernismo si recuperarono le Corderie dell’Arsenale, un grande spazio da tempo inutilizzato.
L’Esposizione internazionale d’arte del 1990 fu intitolata “Dimensione futuro”. La mostra centrale, allestita nel Padiglione Italia, fu “Ambiente Berlin”, una vasta rassegna di artisti di vari paesi che avevano operato nella metropoli tedesca.

 

I premi ufficiali
della 50esima Esposizione Internazionale d'Arte

- Leone d'oro alla carriera: Carol Rama - Michelangelo Pistoletto
- Leone d'Oro per la migliore opera esposta (Mostra internazionale): Peter Fischli e David Weiss
- Leone d'oro per un artista sotto i 35 anni (Mostra internazionale): Oliver Payne e Nick Relph
- Premio per la giovane arte italiana: Avish Khebrehzadeh
- Leone d'oro per la miglior partecipazione nazionale: padiglione del Lussemburgo, che espone l'opera di Su-Mei Tse

Le Giurie
Mostra internazionale: Pio Baldi (Direttore Generale DARC), Koyo Kouoh (Curatrice African Association of Contemporary Culture), Dalia Levin (Direttrice Herzliya Museum), Vasif Kortun (Direttore Project Istanbul), Richard Flood (Chief Curator Walker Art Center)

Partecipazioni nazionali: Gabriella Belli (Direttrice Mart, Rovereto), Rose Issa (Critica d'arte, Londra), Isabel Carlos (Curatrice Biennale di Sidney), Vishakha N. Desai (Senior Vice-President Asia Society New York), Shinji Kohmoto (Curatore Kyoto Museum of Art, Kyoto)

Presidente unico: Salvatore Settis (Direttore Scuola Normale Superiore, Pisa)

Fonte: www.labiennale.org

 

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