Pubblicato su Politica Domani Num 28/29 - Sett/Ott 2003

Feste e sagre
Autunno: “fioriscono” i castelli romani
I Castelli Romani, fra riti pagani e celebrazioni cristiane

di Paola Ercolani

I castelli romani, mèta di svago fin dall'antichità dei signori che risiedevano nella capitale, sono tutt'oggi considerati un luogo di cultura e di piacere. L'autunno, poi, è ricco di sagre e feste che mettono in luce una tradizione legata ai prodotti della terra e al lavoro dell'uomo. I Castelli sono noti per la produzione di vino. Una delle manifestazioni più partecipata è la festa per la fine della vendemmia: in molti paesi sfilano carri allegorici e giovani in costume offrono grappoli d'uva alla gente per strada. E' un modo allegro per iniziare la stagione e per valorizzare questi paesi, che si distinguono da tanti altri per il mangiare e bere "bene".

La festa dell'uva e del vino più conosciuta nel Lazio si svolge a Marino, nel stesso giorno della Madonna del Rosario, che nella battaglia di Lepanto del 1571 protesse i cristiani contro i turchi. Nella battaglia aveva combattuto il principe di Marino, Marcantonio Colonna, e i Marinesi dal 1925 onorare il nobile signore con la festa dedicata all'uva; si celebrano insieme così, come spesso accade nelle manifestazioni popolari, un avvenimento religioso e uno "pagano".

Al mattino c'è la processione della Madonna del Rosario, alla quale viene offerto un cesto d'uva per propiziare il raccolto; nel pomeriggio si dà il via ai festeggiamenti "pagani" con la sfilata del corteo storico. Poi tutte le fontane del paese iniziano ad erogare vino bianco invece di acqua; la prima è quella dei Quattro Mori, gli schiavi musulmani che lavoravano nelle vigne del principe. Spettacoli, mostre di artigianato locale e fuochi d'artificio animano il paese fino a tardi.

Anche Velletri celebra la festa dell'uva: l'esposizione dei prodotti e dell'artigianato locale e spettacoli musicali e teatrali animano le piazze del paese. C'è anche un concorso gastronomico, con piatti abbinati ai vini laziali. Nella manifestazione "Un vino, una città" è possibile degustare i vini di altre località.
Altre sagre hanno luogo ad Olevano Romano - qui si organizza la settimana del vino cesanese tipico della zona -, a Zagarolo, a Lanuvio, a Frascati e a Cerveteri. Nei comuni di Lanuvio e di Monteporzio Catone, nel mese di novembre, si festeggia il vino novello. È primo vino della vendemmia, nasce da un sistema di macerazione diverso da quello comune e ha una durata limitata nel tempo, una sola stagione, fino alla primavera.

Non mancano le sagre dei piatti tipici e delle specialità gastronomiche: quella della porchetta ad Ariccia, del fagiolo e della castagna a Rocca di Papa, del fungo porcino a Lariano. A Lariano, nella piazza principale, agli stand si trovano i piatti a base di funghi porcini, e c'è anche una mostra micologica per conoscere e ammirare le diverse qualità di funghi. A Genzano, durante la sagra del pane casereccio (il pane di Genzano ha la denominazione IGP, indicazione geografica protetta), fornai del luogo realizzano la bruschetta più lunga del mondo, 200 metri di pane lungo la via Livia.
Le iniziative autunnali dei Castelli coinvolgono giovani e anziani e ogni sagra è un successo. I momenti culturali si fondono con quelli ricreativi mantenendo così vive le tradizioni e i prodotti che identificano e rendono speciale il paese. Un prezioso contributo alla cultura e alle tradizioni locali che altrimenti andrebbero perdute.
Organizzare e tenere vivo tutto ciò non è cosa da poco né è un lavoro facile. C'è bisogno di tutti, amministrazioni, cittadini, associazioni, enti culturali perché ciò che deve essere tramandato come cultura non si risolva e si vada a perdere nella mentalità di una banale "festa di paese" fatta solo di bancarelle, vino e cose da mangiare.

 

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