Pubblicato su Politica Domani Num 26/27 - Giugno/Luglio 2003

Zaino in spalla
Turismo alternativo
Vacanze all'insegna della solidariet

Simona Ottaviani

Sempre più persone decidono di dedicare agli altri le proprie tanto desiderate vacanze. Dietro la scelta ci sono motivazioni forti ma altrettanto forte è la prospettiva di enormi opportunità di conoscenza, confronto e scambio.
Il “campo di lavoro” è un’esperienza di vita comunitaria e di servizio volontario; unisce persone di diversa provenienza, cultura e religione intorno ad un progetto comune; è organizzato da associazioni senza scopo di lucro o da organizzazioni non governative (ONG). È ciò che nel linguaggio tecnico si chiama “turismo sostenibile” o, ancora meglio, “turismo responsabile”, ossia un modo di viaggiare inteso come interscambio e cooperazione.
Questi “viaggiatori alternativi”, per lo più giovani, hanno un rapporto particolare anche con l’ambiente: desiderano scoprire il mondo senza calpestarlo, sanno che quando attingono alle risorse naturali devono tener conto anche del futuro.
Le offerte di vacanze intese in questi termini crescono come funghi e sono giustificate da una richiesta sempre maggiore. Esse offrono una vastissima scelta in base all’età del partecipante, al periodo dell’anno, alla meta scelta e all’ambito in cui si vuole “dare una mano”.
I requisiti necessari sono semplici: sono sufficienti disponibilità, buona volontà e una buona dose di spirito di adattamento. Neppure l’età è importante: se la stragrande maggioranza delle offerte è destinata ai giovani, non mancano campi per bambini e ragazzi ma anche incontri di sensibilizzazione per gli adulti. Le mete sono molteplici: si può lavorare nella propria città così come in tante località d’Italia, d’Europa e anche fuori del continente. Le proposte più accattivanti riguardano i Paesi in via di sviluppo: Sudamerica, Africa e Asia. Ci sono campi di lavoro umanitari e sociali all’interno dei quali si partecipa ad attività di sostegno, ricreative ed educative, di assistenza ai bambini e di partecipazione ad attività agricole ed edili. Ci sono campi di lavoro archeologici in cui si lavora al recupero, al restauro e alla manutenzione di monumenti, chiese e altri complessi architettonici (in molti casi si è impegnati in veri e propri scavi). Ci sono campi di lavoro ambientalisti che si svolgono in riserve, oasi e parchi naturali su terra ferma o marini; l’obiettivo è di proteggere e studiare animali e specie vegetali nel loro ambiente naturale, oppure, semplicemente, ripulire spiagge e parchi.
Anche il mondo del commercio equo e solidale offre percorsi di viaggio flessibili, studiati e realizzati in collaborazione con gruppi di produttori del Sud del Mondo all’insegna di un turismo non distruttivo delle risorse locali e basato sulla riproducibilità dei valori sociali e delle risorse naturali. Questi viaggi prevedono sempre periodi di soggiorno all’interno di una cooperativa o di un’associazione di lavoro; si possono così conoscere terre e popoli del Sud, imparare a rispettare la loro diversità e valorizzare le loro strutture e capacità locali. Come nei circuiti del mercato equo e solidale il prezzo del viaggio è trasparente.
Un viaggio in uno dei Paesi in via di sviluppo è un’occasione unica per entrare in contatto con culture diverse e il lavoro nelle cooperative e nella associazioni incide, fra l’altro, positivamente sulla piccola economia locale. Il turismo responsabile si propone così come un’intelligente alternativa al monopolio delle grandi multinazionali turistiche, spesso connotate da una matrice neo-coloniale.
Non si parla quindi di attività di volontariato fini a se stesse, ma di un viaggio di conoscenza a tutti gli effetti, dove l’incontro e lo scambio profondo sono la chiave essenziale per capire sul serio il paese ospitante, che è poi lo scopo principale di ogni viaggio.

 

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