Pubblicato su Politica Domani Num 26/27 - Giugno/Luglio 2003

Televisione
Lo schermo dei piccoli
Per i bambini programmi TV di qualità

Augusto Pallocca

C’è da dire che dalla televisione ci si può aspettare di tutto. Croce e delizia del ventunesimo secolo, il piccolo schermo, fin dai primi vagiti della sua giovane vita, ci ha riservato colpi di scena imprevedibili ed entusiasmanti, regalandosi ogni volta un numero maggiore di spettatori.
La TV, gola mai sazia di audience, è stata protagonista nell’ultimo decennio di una dirompente targettizzazione del suo prodotto, propendendo ormai sempre più per il cosiddetto narrow-casting ed accantonando progressivamente il tradizionale broad-casting.
Sostanzialmente si è cominciato a concepire, realizzare e mandare in onda programmi in orari, tempi e modi il più possibile compatibili con il pubblico-bersaglio, frammentando così l’offerta televisiva in miriadi di generi e sottogeneri tagliati su misura per i rispettivi spettatori-tipo.
Uno dei generi pionieri nel campo di questa targettizzazione è stato quello rivolto all’interesse di un pubblico giovane e giovanissimo, ovvero quella che un tempo si chiamava tv dei ragazzi e che oggi si articola in innumerevoli ramificazioni dislocate sapientemente nei palinsesti delle emittenti pubbliche e private. Se Carosello può in un certo senso rappresentare un lontano antenato di questo genere, il tipo di programma per ragazzi a cui si fa riferimento nasce invece alla fine degli anni ‘80, come un contenitore che riesca da un lato a soddisfare il bisogno crescente di baby-sitting televisivo da parte di genitori sempre più impegnati in onerose mansioni lavorative, e dall’altro a coinvolgere una sempre più numerosa ed esigente platea di ragazzi in età preadolescenziale.
Bim Bum Bam e Big sono trasmissioni-fiume che collegano il momento post-prandiale dell’informazione ai quiz preserali che fanno da traino alla programmazione della prima serata, e sono concepiti per tenere impegnato il piccolo telespettatore per tutto il pomeriggio, preferendo il cartone animato o il filmato a un’eventuale diretta in studio, e garantendo così massima efficacia a un prodotto dai costi relativamente contenuti.
Il modello del contenitore, sebbene sia tutt’ora presente nell’ambito della tv dei ragazzi, sta perdendo l’importante ruolo che ha avuto per più di un decennio lasciando spazio a idee a tratti assai convincenti messe in atto da programmi che in alcuni casi rappresentano una frangia illuminata nell’ambito dell’utilizzo odierno del piccolo schermo.
La melevisione, in onda su Rai Tre nel primo pomeriggio, è concepita come una sorta di rappresentazione teatrale inscenata da numerosi attori che interagiscono in un ambiente scenograficamente molto convincente. Lo studio, simile a un bosco verde e lussureggiante, è il palco dove vengono raccontate storie fantasiose che riprendono, nella trama e nei suoi protagonisti, i personaggi tipici della fiaba. Il programma, interessante esperimento di teleteatro, intrattiene in maniera intelligente e discreta, e contiene al suo interno brevi cartoni animati di ottima fattura, adattissimi a un pubblico molto giovane.
Altrettanto interessante è Screensaver, anch’esso in programmazione sulla Terza Rete, dove un giovane ed occhialuto presentatore raccoglie e manda in onda cortometraggi realizzati da registi ed attori in erba e spesso incentrati su temi concernenti problemi vicini alla sensibilità adolescenziale quali il tabagismo e la tossicodipendenza. Si parla di tutt’altro in Art Attack, in onda su Rai2, appassionante esperimento televisivo che evidenzia la possibilità di stimolare la creatività del giovane pubblico fornendo idee per piccole opere pseudoartistiche di facile realizzazione. Un simpatico speaker, con l’aiuto di un valido disegnatore, spiega passo dopo passo come reperire i materiali e come usarli, e infine mostra il lavoro finito ricapitolando in breve il procedimento in precedenza analizzato dei dettagli. Bella l’idea del tg in versione baby in onda su Rai1, dove il telegiornale viene smitizzato, alleggerito e reso più accessibile a una platea giovanile forse meno competente di quella adulta ma comunque assetata di informazione. Niente scrivania né mezzi busti quindi, ma un’avvenente e biondissima signorina che con semplicità e grazia parla e lancia da un coloratissimo studio servizi e clip supportate molto spesso da una veste grafica accattivante e veramente friendly.
Quattro esempi, questi, utili per comprendere a fondo il dinamismo di un genere in continua evoluzione, che sempre più approfondisce le potenzialità e le esigenze di un pubblico di ragazzi sempre più emancipati e sempre meno bambini. Quali però i limiti? Sicuramente la concorrenza agguerrita di home video, dvd e film o serie d’animazione d’importazione è un serio ostacolo al successo di un genere televisivo estremamente valido ma che forse trova nella sua profonda intelligenza il motivo di molti suoi insuccessi. E’ indubbio che accanto ai programmi già citati sopravvivano dei serbatoi di tv per ragazzi decisamente di minor calibro culturale ma sicuramente di maggior impatto per quanto riguarda il consumo. I manga giapponesi, così come alcune serie televisive, sono meno impegnativi, più rilassanti, meno problematici. D’altra parte, la conoscenza delle nuove tecnologie audiovisive che i piccoli telespettatori maturano già in età scolare fa sì che molto spesso si preferisca un tipo di intrattenimento che prima era solo a beneficio di un pubblico adulto e che ora apre il proprio target anche ai più giovani: è il caso del computer, delle consolle, e di tutta la tecnologia digitale connessa a tali strumenti.
La sopravvivenza della tv di qualità, soprattutto per i ragazzi, sta anche e soprattutto nella capacità che i genitori hanno di educare la propria prole a un utilizzo coscienzioso e maturo dei media che coinvolgono in maniera sempre più presente la nostra quotidianità; starebbe, nondimeno, nella sensibilità di chi la tv la fa e la produce; in chi, per eccessivo pragmatismo o per scarsa fiducia nel proprio idealismo, abbandona progetti di valore culturale e di importante spessore artistico.

 

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