Pubblicato su Politica Domani Num 26/27 - Giugno/Luglio 2003

Guerre dimenticate

 

Repubblica Democratica del Congo
Morti e profughi a milioni

Repubblica Democratica del Congo (ex Zaire) dal 1967.
Poco più di 55 milioni di persone su un territorio di oltre 2,3 milioni di kmq, falcidiati dall’AIDS e dalle guerre interne. Frammentato in 200 gruppi etnici in maggioranza Bantu. Le quattro tribù più grandi – Mongo, Luba, Kongo (di etnia Bantu) e Mangbetu-Azande – costituiscono il 45% della popolazione.

Da anni non conosce altro che guerra civile, rivolte e contrasti etnici.
La più grande migrazione di disperati verso i campi profughi congolesi è avvenuta nel 1994 (un milione di rifugiati) in seguito ai conflitti etnici del Rwanda. Più tardi, fra il 1996 e il 1997 e negli anni successivi, a causa dei combattimenti fra ribelli e le forze regolari congolesi i profughi sono ritornati quasi tutti indietro. Intanto nel Congo, diventato campo di battaglia, dal 1998 si fronteggiano truppe regolari (sostenute da Zimbabwe, Angola, Namibia, Chad, and Sudan) e guerriglieri ribelli (sostenuti da Uganda e Rwanda). Oltre 1,8 milioni di persone sono state costrette dalle atrocità che accompagnano i conflitti ad abbandonare i villaggi e a vagare per il paese e in 300.000 si sono rifugiati nelle nazioni vicine.

I colpi di stato si sono susseguiti uno dietro l’altro: Mobutu viene deposto (maggio 1997) da Laurent Kabila e, dopo l’assassinio di quest’ultimo (gennaio 2001), il figlio Joseph Kabila succede al padre.
Rwanda, Uganda, Zimbabwe, Angola, Namibia, Chad, Sudan sono tutte interessate alle grandi ricchezze del paese – non ultimo il coltan – e sono pronti ad intervenire, appoggiando l’una o l’altra delle etnie rivali. L’occidente sembra assente (oppure lavora dietro le quinte) e le forze di interposizione di pace sono troppo poche per avere una qualche voce in capitolo.

Oltre 3 milioni di morti in cinque anni di conflitti. E non si vede la fine. Anzi è di poco fa la notizia di 200.000 profughi e di combattimenti a Bunia (lendu contro hema), in seguito all’arrivo delle forze di interposizione francesi.
Chi ha vissuto da quelle parti racconta di una città dove si girava in giacca e cravatta firmate Armani, di negozi lussuosi e di fiori per le vie. Ora è solo distruzione e paura.


Repubblica federale della Nigeria
Ricordare il Biafra

La tragedia del Biafra è legata alla storia recente (e agli orrori) dell’Africa.
Il 30 maggio 1967 gli Igbo (l’etnia dominante a sud della Nigeria, in maggioranza cristiana) annunciarono la secessione dalla Nigeria e proclamarono uno stato indipendente: la Repubblica Democratica del Biafra. Motivo: a seguito dell’ultimo colpo di stato avvenuto in Nigeria gli Igbo si sentivano minacciati e temevano per l’unità del loro gruppo. Il piccolo stato venne riconosciuto solo da Tanzania, Zambia, Gabon, e Costa d’Avorio; la Nigeria, che aveva ottenuto l’appoggio di Gran Bretagna, USA e Unione Sovietica, reagì ponendo blocchi intorno alla regione ed impedendo i rifornimenti di cibo, medicine e generi di prima necessità.
Più di un milione di persone, gran parte bambini, morirono di fame. Molti altri vennero uccisi. Più di tre milioni affollarono i campi profughi.
A gennaio 1970 la rivolta era stata domata. Ci furono in tutto oltre tre milioni di vittime.

mia

 

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