Pubblicato su Politica Domani Num 26/27 - Giugno/Luglio 2003

Chi vuol esser lieto sia

Giulia Zuliani

In un pomeriggio caldo e afoso, quando i colori all’orizzonte sono sfumati dalla foschia, mi sorprendo a riflettere. Chiudo il libro ma quei versi continuano ad attraversarmi la mente “chi vuol esser lieto sia, del diman non c’è certezza”. Sono passati secoli da quando sono stati scritti eppure leggerli fa sempre un certo effetto.
Chi vuol esser lieto sia… facile a dirsi, vorrei vedere lui nei nostri panni, risucchiati da settimane sempre uguali, scandite da compiti in classe e interrogazioni! Forse non è a caso che l’aggettivo “lieto” è poco usato ai giorni nostri, soffocato o messo in fuga da vocaboli stressanti come: “debito”, “dieta”, “traffico”, … Eppure se ci fermiamo a riflettere scopriamo che la giovinezza va goduta in tutti i suoi momenti perché passa in fretta. E poi che sarà del nostro domani? Le incertezze di certo non mancano e riguardano molti aspetti della nostra vita, sia personale che sociale. Molti giovani vivono con l’ansia di trovare un lavoro che spesso può portare lontano da casa e quasi sempre risulta precario. Se poi spostiamo lo sguardo ad orizzonti più ampi, i dubbi e le incertezze acquistano toni drammatici. Sembra inconcepibile che l’uomo evoluto del 2000 non sappia risolvere i conflitti, se non usando il mezzo più barbaro ed arretrato che ci sia, la guerra. Ci ha sconvolti vedere in televisione come se fosse un filmato qualsiasi, gente costretta ad indossare maschere antigas, atterrita dalla possibilità che venissero usate armi chimiche.
Possiamo in queste condizioni avere certezza del domani? La nostra società tecnologica, consumista, attenta all’estetica, garantisce il nostro diritto alla salute? Fino a ieri ci sentivamo sicuri, tranquilli, fiduciosi nella scienza.
Oggi sentiamo parlare di emergenza … si torna a morire di polmonite.
Gli scienziati stanno lavorando, prima o poi risolveranno il problema, ma, nonostante questo, continua a rimanere dentro un senso di inquietudine. “Cogli l’attimo”, consigliavano millenni fa e oggi più che mai ne sentiamo dentro l’esigenza, certi che l’uomo rimane sempre una breve, piccola cosa nell’universo in continuo movimento.

 

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