Pubblicato su Politica Domani Num 25 - Maggio 2003

Cinema
La regola del sospetto
Tra realtà e finzione

Alessandro De Angelis

La storia. Il brillante studente del MIT James Clayton (Colin Farrell) è un genio del computer, atletico e poliglotta. Una sera viene avvicinato da Walter Burke (Al Pacino), reclutatore ed addestratore di reclute per la CIA che lo convince a frequentare il corso per agenti segreti a Langley. Inizia così una serie di esercitazioni sempre più impegnative e pericolose nel corso delle quali James non riuscirà più a distinguere tra realtà e finzione e tra buoni e cattivi.
Accanito esegeta del gossip governativo, dopo averci rivelato i vizietti del Presidente (Senza via di scampo, 1986) e i retroscena della crisi dei missili cubani (Thirteen Days, 2000), Roger Donaldson si addentra, girovaga e finisce per smarrirsi negli oscuri meandri della più malfamata istituzione americana, la CIA. Sospetti, occhiate sbieche, bugie e tradimenti, doppi tripli, cimici e virus: tutto inutile, poiché già dalle primissime inquadrature salta agli occhi che il giovane Colin Farrell interpreta la recluta ingenua (il titolo originale è infatti The Recruit) mentre l’ormai perennemente laido Al Pacino impersona il cinico burattinaio, malvagio manipolatore. Girato con consunto mestiere, la Regola del Sospetto si avvale di tutti i benefici di una produzione medio-alta hollywodiana: buona fotografia, ottime scenografie, costumi, effetti, ecc... Il protagonista, Colin Farrell, che dopo l’esordio con Joel Schumacher nell’intenso Tigerland, ha proseguito con Minority Report, si trova faccia a faccia con Al Pacino in questo thriller che parla della realtà e della politica cosi come sono. Spesso una minoranza stabilisce una serie di azioni per il governo, anche quando la conseguenza è il caos, come è accaduto durante le ultime le elezioni presidenziali americane. Un’organizzazione come la CIA deve stabilire quale sia l’interesse di tutti, ma in realtà questi interessi non vengono perseguiti. Se poi qualcuno all’interno, come nel film, sceglie di stare dalla parte sbagliata le conseguenze sono gravi.
Buon film per gli amanti del genere. Quello che manca è però un po’ di tensione e c’è poca verosimiglianza. Perché infatti il protagonista, nonostante sia intelligentissimo e colto, si fa arruolare da un vecchietto che lo costringe ad un addestramento umiliante? E come è possibile che si lasci infinocchiare ogni cinque minuti? Cosa combinano in realtà i suoi compagni di corso? Domande le cui risposte si perdono nei tripli salti mortali di un sceneggiatura che sembra ritrovare un proprio senso soltanto nel liberatorio finale balistico.

Titolo originale: The Recruit
Regia: Roger Donaldson
Sceneggiatura: Mitch Blazer, Roger Towne, Kurt Wimmer
Interpreti: Al Pacino, Colin Farrell, Bridget Moynahan, Gabriel Macht
Scenografia: Andrei McAlpine
Montaggio: David Rosenbbloom
Musiche: Klaus Badelt, Ramin Djawadi
Fotografia: Stuart Dryburgh
Usa 2003
Distribuzione: Buena Vista

 

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Num 25 Maggio 2003 | politicadomani.it