Pubblicato su Politica Domani Num 25 - Maggio 2003

Italia 2003
Istantanee
Dal rapporto EURISPES

Maria Mezzina

Con la buona stagione l'Italia è da sempre meta di turisti armati di macchina fotografica che si mettono in posa davanti ai monumenti per portare con sé un'immagine del bel Paese. È stato così anche per due turiste venute da lontano: in un pomeriggio di festa le due hanno scoperto in un angolo di villa Borghese a Roma un'enorme statua di Gogol e l'hanno presa come sfondo per la loro istantanea-ricordo. Il legame speciale creatosi fra Roma e Gogol - che affermava di essere capace di scrivere della sua Russia solo stando a Roma - richiama nel passante appassionato di lettere i ritratti che lo scrittore ha lasciato del suo paese, la povertà e la miseria protagoniste dei suoi racconti spesso al limite dell'inverosimile. Se poi il passante è un italiano informato, richiama alla mente una realtà, anch'essa per certi versi al limite dell'inverosimile, che rimane accuratamente velata sui grandi media: per non disturbare l'immagine di benessere diffuso che fa del nostro il "Bel Paese" per antonomasia. A meno che non si vogliano vedere alcune istantanee che vengono fuori dallo studio di uno dei più prestigiosi istituti di ricerca italiana, l'EURISPES, nel consueto rapporto annuale, il Rapporto Italia 2003.
Vediamo allora alcune di queste istantanee, private degli orpelli della "letteratura" e del "racconto", nude e crude così come appaiono dalle cifre del Rapporto. Ricchezza. L'Italia è scesa dal 6° al 7° posto nella lista delle grandi potenze economiche mondiali (dopo la Cina), ma è all'8° posto (dopo Cina e India) se lo strumento di confronto è il PIL a parità di potere d'acquisto. Se poi si considera il prodotto medio pro capite - quanto cioè spetterebbe in media a ogni cittadino - il bel Paese precipita addirittura al 26° posto. Come mai? Una serie di altri dati suggeriscono la risposta: il 10% delle famiglie più ricche possiede il 17,1 % della ricchezza nazionale; per il 32,8% le entrate superano i 150.000 euro all'anno; dall'altra parte della scala, giù in basso, il 19,5% vive con meno di 10.000 euro all'anno.
Povertà. Sono povere le famiglie con anziani, quelle in cui il capofamiglia è disoccupato o ha solo la licenza elementare o è analfabeta. Sono povere le famiglie con più di due figli, oltre il 24,5% delle famiglie povere. La soglia di povertà è fissata a 814,55 euro per le famiglie di due persone, a 1083,36 euro per quelle di tre persone, a 1327,72 euro per quelle di quattro persone, a 1547,63 euro per quelle di cinque persone. Al di sotto di questa soglia vivono 2.663.000 famiglie, 7.828.000 persone, il 12% del totale, divise non equamente: il 66,3% al sud (con 5.423.000 persone), il 13,6% al centro, il 20,1% al nord. Ma la povertà non è solo quella economica: anche l'esclusione è vissuta come povertà, esclusione dai servizi sanitari, dall'istruzione, dalla società.
Illegalità. Appiattimento e banalizzazione confondono l'etica della legalità - che è osservanza della Costituzione e delle leggi dello Stato - con il moralismo; la bontà della regola che guida le azioni viene misurata dalla capacità di generare denaro o successo; il proliferare di leggi e leggine, di modifiche, aggiunte e soppressione di commi rende talmente difficile districarsi nella giungla della legislazione che si preferisce pagare le tangenti; i tempi biblici della giustizia favoriscono i furbi e potenti che possono permettersi buoni avvocati; i crimini e le illegalità rimangono spesso impuniti perché "commessi ad opera di ignoti".
Nell'istantanea trovano posto alcune cifre significative da cui si può dedurre dove sia e dove stia andando il Paese. Nel 2002 nel sommerso sono stati impiegati 316.125 milioni di euro e per il 2003 si prevedono 727 milioni in più (è il 20-30% del PIL ufficiale); l'evasione fiscale è stata calcolata a 128.754 milioni di euro e per il 2003 è previsto un aumento dell'evasione di 926 milioni di euro. Il lavoro in nero, i cosiddetti "lavoretti", sono fra il 30% e il 48% di tutta la forza lavoro. L'illegalità nell'ambiente è in aumento e interessa principalmente la produzione di rifiuti che rende più del traffico internazionale di droga ed è meno penalmente pericoloso. Lo smaltimento illegale di rifiuti, inclusi quelli pericolosi e radioattivi, ha interessato dal 1996 al 2000 145.553 reati accertati, 74.406 persone denunciate, 22.361 sequestri eseguiti. La malavita organizzata domina sovrana nelle quattro regioni dove è concentrato il 50,3% degli illeciti, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Alcoolismo. Ne soffre oltre un milione e mezzo di italiani. Molte altre però sono le vittime riconosciute: 300.000 morti per malattie collegate all'anno; dai 14.000 ai 23.000 infortuni sul lavoro; 2.000 morti, molti dei quali giovani, e gli 80.000 feriti negli incidenti stradali dovuti ad ebbrezza (il 30% del totale).
Depressione. È aumentato l'uso dei farmaci, specie antidepressivi, 32,8% in più nel 2002 rispetto al 2001. Più colpite sono le donne, specie le casalinghe, la fascia fra i 45 e i 64 anni, gli anziani. È in aumento la depressione nei bambini e negli adolescenti, che in alcuni casi è causa di tentativi di suicidio (negli USA il suicidio è la terza causa di morte fra gli adolescenti e la sesta fra i bambini dai 5 ai 14 anni).

Istantanee di un'Italia che non si vede (sta infatti al di qua degli schermi TV, al di là ondeggiano e cinguettano le "veline") ma esiste e di cui dovrebbero occuparsi un po' di più maggioranza e opposizione invece di fare muro contro muro in una rappresentazione della politica e della democrazia che assomiglia sempre più a una farsa.

 

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Num 25 Maggio 2003 | politicadomani.it