Pubblicato su Politica Domani Num 25 - Maggio 2003

Scuola di Formazione Socio-Politica
Democrazia e comunicazione
Parliamone insieme

Maria Mezzina

Con Giuseppe Dalla Torre …
L’intervento del Rettore della Lumsa ha chiarito alcuni temi di fondo - le origini, gli istituti, le condizioni per una democrazia compiuta - ed ha sollevato spunti di discussione e riflessione che attendono di essere chiariti e definiti.
Uno fra questi è l’applicazione, finora imperfetta, del diritto di cittadinanza, del diritto cioè di appartenenza alla comunità politica con i conseguenti obblighi e diritti che ne derivano: gli immigrati che lavorano regolarmente, tanto per fare un esempio, pagano le tasse ma non hanno diritto di voto.
Il grado di partecipazione effettiva è limitato dalla mancanza di informazione che è un diritto e un dovere, essere informati e informare.
C’è il problema della rappresentanza che comporta anche responsabilità. Il potere politico - afferma Dalla Torre - risponde ai suoi elettori, ma in una società complessa ci sono altri poteri forti: mass media e potere scientifico a chi rispondono?
Il problema delle “regole”. In Inghilterra ci sono le regole della maggioranza, le motivazioni delle sentenze e il bilanciamento dei poteri. Da noi c’è la Costituzione che oltre ad affermare dei valori in cui tutti si riconoscono, stabilisce delle regole che siano capaci di equilibrare i poteri. Le soluzioni sono tante, si tratta di scegliere quella più idonea.
Certamente è importante che la società politica tenda al massimo decentramento possibile e che sia rispettato sul serio il principio della sussidiarietà, per il quale lo Stato lascia fare la società civile e interviene solo quando questa non ce la fa. Illuminante è l’esempio dell’anziano che, in ospizio, costa allo Stato 6 o 7 milioni (vecchie lire) al mese e che potrebbe essere comodamente accudito in famiglia con 3 milioni al mese.
Ma non è solo una questione economica. La società civile è il collante dello Stato, quella che propone e si alimenta dei valori forti condivisi. Oggi la gente rimprovera allo Stato e alle aggregazioni che dovrebbero rappresentarla (partiti e sindacati) un bassissimo livello di etica. Quando i valori condivisi vengono a mancare, c’è la disgregazione della società civile e politica, come è accaduto nella ex-Jugoslavia.
Occorre pertanto che lo Stato favorisca la società civile.
Ancora un esempio: nel 1890 Crispi nazionalizzò tutti gli enti di beneficenza e di assistenza (che divennero l’IPAB) sterilizzando così tante forme di energie che venivano spese a favore degli enti, compresa la tendenza a donare anche con lasciti testamentari i propri beni. Oggi assistiamo al rifiorire di tali energie in una miriade di realtà locali (enti, associazioni, volontariato, ong, onlus) impegnate nella cultura, nella formazione, nella difesa dei diritti, nell’ambiente, nell’assistenza a malati, disabili, anziani, immigrati, poveri disperati, giovani, bambini e donne in difficoltà. Tante organizzazioni che fanno fatica ad esistere perché si è spenta la cultura della donazione.
È in esame al Parlamento italiano una proposta di legge “+ DAI – VERSI”, sollecitata proprio dalla società civile per detassare le donazioni. La democrazia è fatta anche di questo.

… con Loris Mazzetti …
È fiero della sua faziosità Loris Mazzetti, e spiega: ciò che accade è filtrato dal modo di essere di chi lo percepisce e poi lo comunica agli altri. E perché il comunicare sia efficace è bene che ci sia qualcosa da dire e ci sia la passione di chi è coinvolto e vuole coinvolgere. Quindi lui, Loris, è fazioso perché è partecipe fino nell’intimo di ciò che presenta.
Grande regista Mazzetti, l’uomo dietro la macchina da presa di tanti programmi, primo fra tutti “Il fatto” di Enzo Biagi, il più grande maestro di giornalismo televisivo.
“Partire dal nostro punto di vista e da lì ricostruire il racconto”, spiega Loris. Una lezione di regia, … e di coerenza. Di questo periodo anche una lezione di coraggio.
Esiste una differenza fra notizia faziosa e notizia manipolata, continua rispondendo a una domanda: è fazioso chi esprime il suo punto di vista sapendo di farlo e senza nasconderlo; è un manipolatore quello che non dichiara la realtà, ne dice solo una parte, oppure la tace, oppure la cambia, subdolamente, per costruire un’opinione pubblica favorevole al potente di turno.
L’informazione ufficiale è piatta, banale. Come nel ciclismo il doping ha ucciso lo sport, così il giornalista “dopato”, drogato dal Potere, a disposizione del quale mette la propria professionalità, rischia di porre a morte il vero giornalismo, quello che per missione (come il prete, il medico, il magistrato) va alla ricerca della verità.
Come uscirne? Loris risponde a un’altra domanda: restituendo il ruolo di direttore ai giornalisti; affidando a persone conosciute e fidate la rappresentanza politica - che deve essere a termine -; con una piccola dose di sana anarchia politica che garantisca l’autonomia di pensiero.
I segnali sono buoni. In RAI si torna a discutere, le piazze si riempiono di tante diverse bandiere, la gente dimostra di sapere quello che vuole. E qui racconta di quando, a Bologna, il 2 agosto alle 10:25, gli scout sulla piazza hanno costretto ai due minuti di silenzio di rito, in memoria della strage del 1980, il sindaco che “se ne era dimenticato”.

… e con David Sassoli
Ha spaziato in ampiezza e profondità sul tema della democrazia David Sassoli, il volto più noto del TG1 delle venti. La democrazia è una forma politica che non viene data una volta per tutte e non si alimenta da sola. Si mantiene grazie a un sapiente equilibrio fatto di pesi e contrappesi, che può essere compromesso dalla concentrazione e commistione dei poteri economico, politico e di controllo dell’opinione pubblica.
Il nostro ospite entra subito nel vivo dell’argomento affrontando il tema del potere della comunicazione, che definisce un valore aggiunto della società moderna. È l’informazione che orienta l’opinione pubblica ed è la formazione dell’opinione pubblica che è alla base di una moderna democrazia. La tecnologia che avanza è uno strumento essenziale per valutare il presente, perché dà la possibilità di raccontare e spiegare a tutti quanto accade nel mondo.
Nell’attuale situazione, il potere dell’economia, quello politico e quello di controllo sui mezzi di comunicazione sono concentrati nelle mani di un’unica persona e questo compromette gravemente l’autonomia dell’informazione.
La democrazia, sistema complesso e delicato, assegna alla comunicazione il compito di monitorare l’operato del governo e di informare l’opinione pubblica.
Un sistema democratico vive se riesce a stimolare attorno a sé l’interesse per le cose di tutti. È tale se dà la possibilità ai diversi soggetti di fare fino in fondo il loro mestiere. Il sale della democrazia è il giudizio della politica. L’informazione faziosa è dichiarata, firmata con la propria firma o la propria faccia; altro è la manipolazione che è compiacenza e asservimento al potere. Il potere politico che va in TV a raccontarsi non fa informazione, fa propaganda. Le regole sono il fondamento del sistema e devono essere regole salde e uguali per tutti e devono garantire autonomia. Il Governo è lo spazio dove le diverse autonomie - le parti sociali - si incontrano e il Governo fa da mediatore; ma oggi questo non c’è più perché il Governo ha sposato una parte. Oggi l’informazione non è più autonoma e non aiuta a formare l’opinione pubblica. Il 70% dell’informazione, delle idee politiche e della cultura viene dalla TV. Uno strumento così potente, invasivo, pericoloso qualche volta, che condiziona nel gusto e nel proporre modelli di vita deve essere autonomo. E ancora: il problema del controllo; quello della cittadinanza; il ruolo della televisione pubblica, la sua natura di bene sociale, il diritto di essere impresa. È un fiume in piena David Sassoli, ed è amareggiato. Il volto teso si scioglie solo alla fine, con un sorriso.

 

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Num 25 Maggio 2003 | politicadomani.it