Pubblicato su Politica Domani Num 24 - Aprile 2003

Il "Ciambellone" di Velletri
Sulla pelle della città
La struttura è terminata ma rimane chiusa

Maria Mezzina

Un certo modo di fare politica non costruisce nulla né per la comunità né per chi, nel tentativo di mettere in difficoltà la parte avversaria, non si accorge invece di cacciarsi nel classico "cul de sac". È quello che sta accadendo con la guerra in Iraq, con il teatrino di Palazzo Chigi, nonostante la gravità della situazione, e a Velletri dove è in corso una battaglia che si combatte a suon di carte bollate, che non sarà breve e che finché dura avrà ottenuto lo scopo di bloccare ancora una volta un'opportunità unica di rilancio culturale sociale ed economico della città.
Ma veniamo ai fatti. In giro per la città si notano, in bella vista, alcuni manifesti che denunciano una perdita per la città di Velletri di sette miliardi di vecchie lire. Dalla lettura si deduce che la Corte dei Conti ha riconosciuto un danno all'erario a causa di un'operazione riguardante il terreno su cui sorge il nuovo Centro Culturale Amministrativo (il "Ciambellone"). Il Centro è stato appena ultimato e doveva già operante ma è ancora fermo, probabilmente per questa ragione. Chiedo cosa sia successo e vengo a sapere che l'amministrazione comunale, ha ceduto al prezzo di esproprio un terreno in suo possesso - 2.500 mq, pari a metà dell'area su cui sorge il Centro - al proprietario dell'altra metà, il costruttore che ha fatto il complesso. Il terreno vale enormemente di più. Di qui l'esposto con l'accusa di danni procurati all'erario. La cosa non mi convinceva perché, comunque, il Centro è molto bello, molto funzionale e, soprattutto, la città e cioè i giovani, gli anziani, la gente del quartiere e chiunque voglia uscire dai confini del proprio giardino e sia interessato alla cultura, all'arte e alla vita sociale, ne ha estremo bisogno. Approfondisco allora le mie ricerche.
Il Centro Culturale Amministrativo fa parte del progetto di edilizia economica popolare (piano di zona) della 167. In ogni piano di zona sono previste unità abitative e "opere di completamento", che hanno la funzione di qualificare la zona con strutture adibite a servizi di carattere socio-culturale. La realizzazione del piano di zona relativo alla 167 è iniziata negli anni 1979/80. Le abitazioni sono state costruite velocemente ma non altrettanto velocemente sono state realizzate le opere di completamento (per problemi burocratici e politici). Con l'approvazione del piano di zona il Comune aveva proceduto all'esproprio del 50% del terreno necessario per la costruzione delle opere di completamento; l'altro 50% era rimasto nelle mani del privato. La realizzazione del Centro Culturale Amministrativo era rimasta di fatto bloccata per anni. La situazione si è sbloccata quando il Comune ha deciso di vendere la propria parte al privato al prezzo di esproprio. Il privato si impegnava a realizzare il Centro e contestualmente fissava per il Comune sia il prezzo per l'affitto dei locali sia il prezzo della loro eventuale vendita al Comune, che si riservava a costo zero il diritto di prelazione, con la clausola che qualora la decisione di acquistare fosse stata presa entro due anni dal contratto di locazione le somme versate per l'affitto sarebbero state dedotte dal prezzo dell'immobile. Un affare certamente per il costruttore; un modo per il Comune di realizzare finalmente il Centro Culturale Amministrativo e di riqualificare una zona che stava diventando il Bronx di Velletri; una boccata d'aria per questa città affamata di arte e cultura, un luogo di incontro per i giovani e un'opportunità di sviluppo, oltre che culturale anche economico e sociale: nel Centro sono previste la sede dell'Università (quattro dipartimenti distaccati della Tuscia di Viterbo), una scuola elementare, un "centro per l'impiego" (centro di collocamento) per i Comuni di Velletri, Lariano, Genzano e Lanuvio, un teatro comunale, una multisala cinematografica, una libreria. Il prezzo del terreno, calcolato oggi intorno ai 3 milioni di vecchie lire al mq, deve essere quello rivalutato grazie proprio alla costruzione del Centro Culturale Amministrativo, e non quello di quando lì c'era meno del nulla. Inoltre la Corte dei Conti non ha riconosciuto un danno, ha solo inviato un avviso di garanzia (un atto dovuto) chiedendo di acquisire la documentazione necessaria ad avviare il processo. Infine l'eventuale danno (se c'è stato) non ricadrebbe sulle casse del Comune ma dovrà essere risarcito in proprio da chi ha firmato e approvato la delibera. Una prospettiva non entusiasmante e tuttavia molto comune, direi inevitabile, quando, operando per raggiungere degli obiettivi, ci si espone non solo a critiche e a forme varie di boicottaggio, ma si rischia anche di proprio.
Certamente tutta la vicenda seguirà il suo corso, come è giusto che sia. Peccato però che in tutto questo a rimetterci sarà sicuramente la città, perché intanto il Centro rimane bloccato e con esso le opportunità di crescita di Velletri.

 

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Num 24 Aprile 2003 | politicadomani.it