Pubblicato su Politica Domani Num 24 - Aprile 2003

Donne della Storia
Golda Meir, lo spirito di un popolo
Colei che riusciva a muovere le montagne

Marianna Bartolazzi

"Quando viene in mente la parola gratitudine, Golda Meir balza subito in prima linea. Il suo impegno nei confronti della sua terra e del suo popolo deve essere considerato come modello di dedizione umana. Il suo completo coinvolgimento e la sua ardente devozione, hanno fatto in modo che il mondo conoscesse Golda Meir come una donna che sapeva davvero muovere le montagne". È così che viene ricordata una grande donna.
Nata a Kiev nel 1898, nel 1906 emigrò con la famiglia negli Stati Uniti alla ricerca, come tanti, di migliori condizioni economiche. Adolescente entrò a far parte del gruppo sionista "Palei Zion"* ("lavoratori di Sion"). Nel 1921 immigrò in Palestina affidata dall'Onu con mandato fiduciario alla Gran Bretagna, e si stabilì nel Kibbutz di Merhavya iniziando da qui la sua ascesa politica. Dirigente della confederazione sindacale Histadruth (1932-1934); inviata negli Stati Uniti come segretario dell'organizzazione delle "Hechalutz women"; leader della Jewish Agency's Political Department (unico strumento di collegamento con gli Inglesi), sostituì, dopo il suo arresto nel 1946, Moshe Sharret, ambasciatore del movimento sionista e capo negoziatore con i britannici dal 1933. Fu incaricata dall'esecutivo della Jewish Agency della ricerca di fondi negli Stati Uniti per finanziare i costi della Guerra di Indipendenza israeliana; grazie alla bravura e alla determinazione della Meir il successo della raccolta di fondi fu sorprendente (la Dichiarazione di indipendenza e la proclamazione dello Stato di Israele ebbe luogo il 14 maggio 1948) e Golda divenne uno dei portavoce più importanti del nuovo Stato di Israele.
Nel 1948, David Ben-Gurion, che aveva guidato la lotta per la costituzione dello Stato di Israele, divenne Primo Ministro e Ministro della Difesa e nominò Golda membro del governo provvisorio. La Meir era reduce da una missione delicatissima: era stata inviata da Ben Gurion in Giordania per persuadere, lei donna di nazionalità araba, il re Abdullah a non attaccare Israele, inutilmente però perché l'invasione di Israele era stata decisa per immediatamente dopo la partenza britannica. Ambasciatore israeliano dell'Unione Sovietica (1948); Ministro del Lavoro e degli Affari Sociali (1949-1956); Ministro degli Esteri (1956-1966), fu "l'architetto" del tentativo di Israele di creare ponti con gli emergenti paesi indipendentisti africani attraverso un programma di emergenza basato sull'esperienza israeliana acquisita nel processo di costruzione del proprio stato. Rafforzò enormemente le relazioni con gli Stati Uniti e fu estremamente efficace nella creazione di estese relazioni bilaterali con i paesi Latino-americani.
Segretario generale del Mapai ("partito degli operai in Israele"), dette origine al Partito Laburista di cui divenne il primo segretario generale. Nel 1969, all'improvvisa morte del Primo Ministro Levi Eshkol, la 71enne Golda Meir assunse il ruolo di Premier, diventando il terzo Primo Ministro donna, dopo Mrs. Bandaranaike nello Sri Lanka e Indira Gandhi in India, al mondo.
Il secondo governo di Unità Nazionale di Eshkol, ereditato da Golda Meir si ruppe sulla questione della permanenza della sospensione delle ostilità con l'Egitto, in assenza di un trattato di pace. Ma il più grave e drammatico evento del suo governo fu la "guerra del Kippur", scoppiata il 6 ottobre del 1973 con un attacco massiccio e coordinato da parte di Egitto e Siria contro Israele. Nonostante l'esercito israeliano fosse riuscito ad arginare l'avanzata nemica, sia sul fronte egiziano (Sinai), sia su quello siriano (alture del Golan), Golda fu inquisita e accusata di non aver saputo orchestrare un'adeguata azione di difesa. Fu un duro colpo per la figura politica di Golda Meir. Il Partito Laburista riuscì comunque a vincere le elezioni del 31 dicembre 1973 ma, nonostante la vittoria, la Meir si dimise in favore di Yitzhak Rabin. Nel 1978 morì, e da allora la sua tomba a Mount Herzl a Gerusalemme è stata visitata da migliaia di suoi connazionali, e non solo.
L'immensa influenza di Golda Meir sul suo paese è frutto della grandezza della sua anima e della lucidità del suo pensiero. Di lei si ricordano frasi diventate celebri: come quella detta a proposito del conflitto arabo-israeliano: "Non ci sarà mai pace in Medio Oriente fino a che loro non ameranno i loro figli più di quanto noi odiamo i nostri"; o la risposta data a chi le chiedeva a cosa fosse dovuta l'invincibilità di un paese così piccolo e deserto come Israele contro gli eserciti arabi "Tutto quello che il mio paese possiede è lo spirito. Se la mia gente perdesse lo spirito, neppure la volontà degli Stati Uniti riuscirebbe a salvarci"; o ancora, in occasione della morte di Pio XII nel 1958, "Durante gli anni del terrore nazista, mentre la mia gente passava attraverso gli orrori del martirio, il Papa elevò la sua voce per condannare i persecutori e consolare le vittime".
Credere nel dialogo e nella comprensione, una grande arguzia politica, una profondissima capacità di analisi, un grande coraggio, queste erano le armi di Golda Meir, una donna e una statista profondamente amata e ammirata non solo dal suo popolo. Qualsiasi cosa Golda abbia fatto, l'ha fatta per la sua gente; di lei è stato detto "Se la gratitudine avesse un nome, sarebbe senza dubbio Golda Meir".

* Il sionismo è il movimento fondato nel 1897 da T. Herzl con l'obiettivo di preservare e promuovere l'identità ebraica, e di favorire la riunione in un'unica sede nazionale degli ebrei divisi dalla diaspora. Al gruppo aveva aderito in Polonia David Ben-Gurion allora diciottenne.

 

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