Pubblicato su Politica Domani Num 24 - Aprile 2003

Gli incontri di marzo
Dal seminario al dibattito
Sulla cultura il pensiero dei relatori e del pubblico

Alessio Fatale

Marzo è stato il terzo mese di confronti per la nostra scuola sociopolitica. Professori come Enrico Chiavacci e Giovanni Battista Montironi hanno trattato una difficile questione "Cultura e culture: l'occidente a confronto con l'alterità" nella sala Micara del complesso dove si trova anche il museo diocesano di Velletri.
Nella conferenza Enrico Chiavacci, che è professore emerito alla facoltà teologica dell'Università di Firenze, ha cercato di chiarire il significato di cultura. Questa parola può assumere diversi significati: è l'insieme dei modelli trasmessi dalla società all'individuo; indica un gruppo di individui che si identificano negli stessi valori, assume il significato di conoscenza (un uomo di grande cultura significa che sa molte cose e che ha letto molti libri). Nel mondo esistono diversi tipi di cultura. Tutte si basano su dei valori che sono diventati tali per motivi storici, economici, o anche per posizioni geografiche. L'occidente ha sempre presentato posizioni ambigue rispetto alle altre culture. Già nel 1500 gli europei che erano approdati nelle Americhe sterminarono intere popolazioni che non erano disposte ad accettare le credenze religiose cristiane. La religione però fu per molti secoli ed è tutt'ora il capo espiatorio delle politiche errate di coloro che sono stati incapaci di rispettare la dignità umana. Dopo il 1800 le teorie di Darwin, che erano semplicemente scientifiche, furono strumentalizzate per giustificare una convinzione diffusa: che l'occidente fosse superiore rispetto ad altri popoli ed altre culture. La stessa canzone, "Faccetta Nera", che veniva cantata durante il regime fascista mostrava la volontà degli italiani di "civilizzare" e cioè cambiare le civiltà conquistate. Di tutto ciò è ancora intrisa in questi anni 2000 la mentalità di molte persone, anche se la ragione e la globalizzazione stanno facendo scomparire confini che sono diventati senza senso.
Nell'incontro del 17 marzo il Prof. Montironi ha parlato dell'integrazione fra culture: esse in un mondo senza confini non si devono chiudere in se stesse, ma devono confrontarsi e integrarsi vicendevolmente, poiché non esiste una cultura superiore alle altre.
Quindi è stata la volta del pubblico. I partecipanti hanno fatto domande importanti sulla società attuale e sul momento storico che stiamo vivendo. Primo tema trattato è stato quello dell'immagine e dell'esteriorità legata all'immagine e del valore che le argomentazioni assumono nella nostra società. L'esteriorità è un modo di comportarsi della nostra società così superficiale o è un valore destinato a far parte della società futura? L'uomo deve combattere per i valori giusti e lasciare stare i valori futili. Si è quindi parlato di etica e uno dei presenti ha voluto chiarire la differenza fra etica e morale: l'etica è il modo di un individuo di comportarsi nella società in cui vive, la morale è la capacità di scegliere tra il bene e il male. Ma il bene di un individuo non è sempre il bene della società, per questo il bene di una persona è quello che le viene dettato dalla società in cui vive. Chi non osserva questa regola va incontro a gravi danni. È quello che sta succedendo in Iraq, dove una morale mondiale è imposta dall'occidente a stati che sono in condizioni sociali e culturali diverse. Non imporre la propria cultura e la propria morale e cercare di farla interagire con le altre è l'unica strategia possibile per arrivare ad un confronto che porti al fine comune della convivenza pacifica.

 

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Num 24 Aprile 2003 | politicadomani.it