Pubblicato su Politica Domani Num 23 - Marzo 2003

Cinemamuto
Louise Brooks
Tra alcool, anticonformismo e pellicole

Claudia Mariani

Nasce nel Kansas, nel novembre del 1906, Louise Brooks, una delle più brillanti attrici del cinema muto.
Dotata di straordinaria bellezza, fotogenia e di una forte intraprendenza, a quindici anni lascia la scuola per dedicarsi alla danza e nel 1925, a diciannove anni debutta nel cinema in "The street of forgotten man". Seguirono questo film molti altri come "Love 'em and leave 'em", nei quali Louise afferma il prototipo di donna degli anni 20; donna, che abbandona tutte le tradizionali caratteristiche femminili, presentandosi irrimediabilmente indipendente, seduttrice, volubile. A sottolineare tutto ciò contribuiva anche la sottile fisicità della Brooks e il suo taglio corto di capelli. L'amore la porta a sposarsi due volte, pur non credendo nei matrimoni, che termineranno con disastrosi divorzi.
Recita anche in due film del regista G.W. Pabst "Lulu o il vaso di pandora" e "Diario di una ragazza perduta". Il carattere irriducibile dell'attrice la portò ad avere parecchi scontri con il regista.
Negli anni trenta, mentre il cinema iniziava la sua grande ascesa, con l'introduzione del sonoro, Louise si avviava all'autodistruzione, causa l'alcool e forti depressioni. In questo periodo, dopo aver rifiutato varie proposte cinematografiche di grande rilievo, l'attrice decide di girare un film di Genina il quale, esasperato, disse: "Molto bella, straordinariamente fotogenica, sarebbe stata un'ottima attrice se non avesse avuto il vizio di bere. Non faceva altro che inghiottire cognac. La sua ubriachezza cominciava alla quattro del mattino… dormiva sempre… si svegliava solo per girare le scene, dopodiché tornava a bere e si rimetteva a dormire. Il giorno in cui dovevamo fare l'ultima scena, sparì. Fu necessario affidarsi alla polizia, che la ritrovò in un castello, naturalmente ubriaca."Così si giunse al suo totale declino.
Rifiutò le ultime proposte cinematografiche, decise di aprire una scuola di danza e per necessità andò anche a lavorare come cassiera nei grandi magazzini. Nel 1955 il direttore della Cineteca Nazionale Francese la riporta "in superficie", dedicandole una mostra fotografica. Intanto James Card scopre in lei doti di scrittrice, e le fa scrivere degli articoli sul cinema per "Postif" e "Sight and soud", che poi verranno raccolti in un libro intitolato "Lulu in Hollywood".
Ma la splendida Louise, irriducibile e anticonformista, rovinata dalla bottiglia, muore nel 1985 per enfisema polmonare, rifiutando gli antidolorifici per poter rimanere lucida, almeno in punto di morte.

 

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