Pubblicato su Politica Domani Num 23 - Marzo 2003

L'Italia che non ci sta
In bicicletta per la pace
Per dire NO alla guerra del petrolio

Giorgio Innocenti

Le iniziative contro la guerra vanno moltiplicandosi in tutto il mondo. La società civile italiana, in questo, non è seconda a nessuno. Una mobilitazione che non ha precedenti. In modi diversi, gente diversa decide di scandire chiaro il proprio NO ad una guerra sempre più imminente. Non tutti i NO sono però uguali. "Il fine è nel mezzo come il frutto è nel seme", amava ripetere M. K. Gandhi.
Tra tante manifestazioni messe in atto, ce n'è una che va oltre la critica pura e semplice della guerra: mira ai meccanismi perversi che la determinano. Le "biciclettate". L'idea è semplice: una colonna di ciclisti che sfila per le strade della città in maniera composta, bandiere della pace che sventolano. La scelta della bicicletta non è casuale: volge l'attenzione al rapporto palese tra petrolio e guerra.
Come più volte abbiamo sostenuto (vedi ad esempio PD di gennaio), la situazione di guerra perenne che stiamo vivendo non trova ragione nella minaccia del terrorismo internazionale bensì nella nuova politica egemonica degli Stati Uniti. Funzionale a questa è il controllo delle fonti energetiche: attualmente uno dei pochi punti deboli statunitensi. Con le risorse petrolifere mondiali che inevitabilmente vanno esaurendosi, collocare a Bagdad un governo amico significherebbe controllare riserve di petrolio seconde, nel mondo, solo a quelle dell'Arabia Saudita.
Le prime biciclettate si sono tenute il 14 dicembre a Reggio Emilia e Prato. Visto il successo, gli Emiliani hanno deciso di trasformare l'iniziativa in un appuntamento bisettimanale. Anche a Prato si è tenuta un'altra biciclettata, il 1 febbraio. Nei mesi, molte altre città sono diventate sedi di biciclettate (Lodi, Lucca, Torino, Trento, Treviso, Verona). I prossimi appuntamenti dovrebbero essere a Reggio Emilia sabato 22 e, forse, a Prato domenica 16.
La grande comunicazione ignora bellamente queste iniziative. Esse perciò non hanno l'impatto prorompente delle imponenti manifestazioni di piazza o del blocco dei treni, ad esempio. Agiscono però su un altro piano, qualitativo. Alla lunga, tra tanti NO urlati, quello che può penetrare più a fondo è un NO come questo: enunciato con voce ferma, senza protervia.
Dietro alle biciclettate c'è la preparazione di Rete Lilliput in materia di metodi non violenti ed un lungo lavoro sulle connessioni tra petrolio e guerra. Non a caso, spesso, le pedalate sono seguite da incontri-dibattito pubblici e inserite in una costellazione d'iniziative che vanno dalla preghiera alla diffusione di stili di vita alternativi. "La bicicletta sta diventando il simbolo di lotta di questo nuovo movimento nonviolento per la pace, come l'arcolaio lo fu per il movimento gandhiano d'indipendenza", afferma un comunicato stampa degli organizzatori di Reggio Emilia. Azzardato, come paragone, ma, come auspicio, quanto mai pertinente. La filatura della lana non avrebbe reso economicamente indipendente l'India. Rappresentava però il simbolo di un popolo che rivendicava la capacità di provvedere a se stesso e perciò il diritto di decidere del proprio futuro. Così, anche se l'utilizzo della bicicletta si diffondesse fino a coprire una parte significativa del trasporto privato, questo non renderebbe la società attuale indipendente dal petrolio. Sarebbe però un chiaro segno che c'è una parte consistente di cittadini che è disposta a cambiare i propri stili di vita e perciò chiede ai decisori politici di attuare politiche energetiche più sostenibili.
Il problema non è solo svincolarsi dal petrolio: altre forme d'energia presentano rischi ed effetti collaterali non indifferenti: non esiste un'energia pulita nel senso pieno del termine. È necessario perciò ridurre i consumi d'energia ed ottimizzare lo sfruttamento di quella prodotta. La bicicletta è ancora una volta emblema perfetto: esso utilizza solamente la forza umana sfruttandola al meglio. Grazie all'evoluzione tecnologica, ci sono biciclette che producono un rapporto energia/resa eccezionale.
L'auspicio è che lo spirito delle biciclettate prenda sempre più piede, che sempre più città e paesi seguano l'esempio di Reggio Emilia e Prato. L'invito ad ogni lettore è di prendere l'iniziativa e pedalare.

 

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Num 23 Marzo 2003 | politicadomani.it