Pubblicato su Politica Domani Num 23 - Marzo 2003

Calcio femminile
Il calcio è anche donna
Media disattenti e poche risorse mortificano atlete e dirigenti

Daniele Proietto

Ormai sono alcuni anni che il calcio femminile tenta di uscire dall'ombra del calcio professionistico maschile, ma nonostante gli sforzi sostenuti dalla Divisione Calcio Femminile della Lega Nazionale Dilettanti, la strada da compiere per raggiungere i primi raggi di sole è ancora lunga.
Lo spazio che le vicende del campionato di calcio femminile occupa nei discorsi dei tifosi è praticamente nullo, e la situazione certamente non migliora con i rappresentanti della Lega che sembrano quasi voler ignorare che questo sport esista.
Basta pensare che le calciatrici di serie A non sono considerate professioniste, ma semplicemente dilettanti, allo stesso livello dei bambini o dei ragazzi che vediamo giocare nelle squadre di paese. Eppure giocano in Nazionale (e non in una semplice rappresentativa) e affrontano trasferte di oltre 1000 km proprio come i loro colleghi maschi. "I problemi dello sport si riflettono anche da noi: al calcio femminile mancano risorse, strutture e soprattutto l'attenzione da parte dei media", racconta sconsolata Natalina Ceraso Levati, Presidente della Divisione Calcio Femminile della Lega Nazionale Dilettanti.
Proprio la mancanza di finanziamenti secondo Giorgia Brenzan, portiere e capitano della Nazionale, rappresenta uno dei principali problemi del movimento calcistico femminile, assieme alla "poca visibilità di cui gode la disciplina". Per il portiere Azzurro infatti "avere pochi sponsor vuol dire subire una troppo lenta evoluzione sia di tipo qualitativo che quantitativo delle atlete e delle società. Pochi mezzi economici non consentono alle atlete, che una pratica dello sport di tipo puramente dilettantistico, con conseguente abbandono precoce a causa di attività lavorative incompatibili o ancora peggio con l'impossibilità per le giovani di praticare lo sport preferito. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: i numeri del movimento stentano a decollare e con questi il livello medio dei campionati. Eppure, quando prese in considerazione, le nostre partite hanno ottenuto grandi ascolti e notevole seguito (come è accaduto a metà '99)."
Quello delle calciatrici italiane però non è l'unico caso: la loro situazione è comune a tutte le loro colleghe europee; l'America è infatti l'unico Paese in tutto il mondo ad avere un campionato professionistico femminile. Varie manifestazioni promosse in questi ultimi anni ("Il calcio è anche donna" è stata una delle più riuscite), sembrano tuttavia aver smosso leggermente la situazione. È giunto ormai alle sue fasi finali lo studio di una nuova organizzazione e, conseguentemente, di una nuova struttura per il campionato di calcio femminile. Sono previste nuove formule di retrocessione e promozione dai campionati di serie A, di serie A2 e di serie B. Nella stagione 2003/2004 si arriverà ad avere una serie A con 14 squadre, la A2 sarà costituita da due gironi di 12 compagini e la B invece da quattro, formati sempre da 12 squadre. Al termine della stagione, dalla Serie A retrocederanno soltanto due squadre, dalla A2 ne saliranno altrettante. Dalla B ci saranno tre promozioni per girone, per un totale di 12 compagini, con sole quattro retrocessioni (l'ultima squadra di ogni girone).
Nelle speranze del Presidente del settore femminile della Lega Nazionale Dilettanti (Natalina Ceraso Levati), questo dovrebbe riuscire ad attirare maggiore attenzione sul Calcio Femminile e soprattutto rendere quest'ultimo un prodotto più appetibile per le emittenti televisive e per gli sponsor. Effettivamente sembra che le nuove iniziative stiano ottenendo i risultati attesi: è infatti in fase di discussione un accordo con Rai Sport Sat, l'emittente della RAI che trasmette via satellite 24 ore su 24 eventi sportivi, che prevede la trasmissione settimanale di una partita del campionato femminile.
Si può solo sperare che questi piccoli cambiamenti siano realmente l'inizio di un rapido sviluppo per questo settore, che merita più considerazione di quella che normalmente gli viene attribuita e che sicuramente può offrire molto di più di quanto non si possa credere.

 

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Num 23 Marzo 2003 | politicadomani.it