Pubblicato su Politica Domani Num 23 - Marzo 2003

USA - Povertà
Una folla affamata e silenziosa
I dati del bisogno e della fame nel paese più ricco del mondo

Maria Mezzina

Povertà e fame - realtà evidenti e documentate da tante immagini, che dipingono i mali dell'Africa e dei paesi meno tecnologicamente avanzati e più tragicamente provati da guerre, conflitti, siccità e alluvioni - sono presenti e in aumento anche nei paesi più avanzati.
Negli USA, i dati sono del US Censis Bureau, aggiornati al settembre 2002, 33 milioni di persone (11,7%) vivono in povertà. Il numero dei poveri sta crescendo di anno in anno da ormai dieci anni. 13,4 milioni di poveri sono classificati come poverissimi ("severely poor"), perché vivono con meno della metà di quanto è ritenuto che sia il limite di povertà.
Il US Censis Bureau pone questo limite a 18.100 $ l'anno per un nucleo famigliare di quattro persone e a 15.050 $ per uno di tre persone. L'Economic Policy Institute ritiene invece che il livello di povertà reale per una famiglia di quattro persone sia di 30.000 $ l'anno; secondo questa valutazione il numero di poveri raggiungerebbe il 30% della popolazione totale.
Il numero di famiglie povere è di 6,8 milioni ed è aumentato in un anno di più del 6%.
Il gruppo più numeroso di poveri sono i bambini: 12 milioni, con un aumento di bambini poverissimi da 4,8 milioni nel 2001 a 5,1 milioni nel 2002.

Le minoranze etniche sono più povere dei bianchi. Il 40% dei poveri vivono al centro delle grandi città, specie dell'interno.
I poveri non sono tali solo perché non lavorano: vi sono poveri che lavorano regolarmente; ma il 29% delle famiglie che hanno da uno a tre bambini al di sotto dei 12 anni non riescono a guadagnare abbastanza. Inoltre il 40% dei poveri oltre i 16 anni, pur avendo lavorato nel 2001, non sono riusciti ad uscire dalla loro condizione di poveri. È interessante uno studio fatto su un nucleo famigliare composto da una madre e due bambini: la madre, che lavora e guadagna il salario minimo previsto di 10.712 $ (al lordo delle tasse), è già dall'inizio 4.300 $ sotto il livello di povertà (fissato a 15.050 $).
Il contrasto evidente fra il livello di povertà e il salario minimo - ambedue stabiliti per legge - meriterebbe da parte del governo federale una maggiore attenzione e un maggiore impegno di risorse da destinare all'assistenza sociale. In mancanza di una efficace politica sociale tesa a migliorare le retribuzioni minime e ad allargare e incrementare i servizi sociali, i dati sulla povertà sono destinati ad aggravarsi. In prospettiva, quindi, le cifre ben più allarmanti dell'Economic Policy Institute appaiono più aderenti alla realtà. Questo anche in ragione del fatto che la politica della Casa Bianca sta spingendo su due acceleratori potenti: il sostegno alla guerra contro l'Iraq in politica estera e la continuazione, in politica interna, del programma di tagli alle tasse. Il programma di detassazione, che finora ha permesso di far risparmiare ai contribuenti, ovviamente quelli più ricchi, 1,3 miliardi di dollari nel 2001, anziché terminare come previsto nel 2010, verrebbe esteso a tempo indeterminato. Per sostenere la guerra contro l'Iraq gli USA hanno impegnato oltre 100 miliardi di dollari, a cui vanno aggiunti dai 50 ai 150 miliardi per la ricostruzione del dopoguerra.

 

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Num 23 Marzo 2003 | politicadomani.it