Pubblicato su Politica Domani Num 22 - Febbraio 2003

Crisi Fiat
Sindacati, governo e azienda: le trattative
Otto mesi di consultazioni e non si vede via d'uscita

Alessandro Lovato

Visto l'evolversi della crisi Fiat nell'ultimo anno, viene spontaneo chiedersi quale ruolo abbiano rivestito i sindacati. Il primo tavolo a tre tra sindacati, governo e azienda si sarebbe dovuto tenere il 21 maggio 2001, pochi giorni dopo l'annuncio di 2.442 esuberi. In realtà l'appuntamento previsto saltò poiché i sindacati dei metalmeccanici di Cgil (Fiom), Cisl (Fim) e Uil (Uilm) e del Fismic decisero di non partecipare alla riunione insieme all'Ugl e alla Cisal, due sindacati, a loro avviso, per nulla rappresentativi nel gruppo Fiat. La reazione di Maroni (Ministro del Lavoro e degli affari sociali) a questa decisione fu di annullare l'incontro. Lo sciopero successivo divenne inevitabile. Nel frattempo i leaders dei tre sindacati confederati minimizzavano l'accaduto, lasciando così al solo Maroni il compito di trattare con l'azienda.
Ad ottobre, in seguito all'annuncio della Fiat di tagliare il 21% della forza lavoro, c'è stata la prima vera riunione tra sindacati confederati e governo. Entrambi hanno rilevato la necessità di un vero e proprio piano di rilancio industriale - ancora non presentato a Palazzo Chigi - e non di semplici tagli all'occupazione ed alla produzione. Alla fine di ottobre inizia lo sciopero a tempo indeterminato di Termini Imprese, in seguito all'arrivo delle lettere di cassa integrazione. Il 25 Novembre, alla vigilia della manifestazione dei metalmeccanici a Roma, dopo una lunga e tesa riunione tra governo, azienda e sindacati a Palazzo Chigi, la Fiat ha deciso di sospendere le procedure per la cassa integrazione fino al 5 Dicembre. I sindacati hanno accolto questa decisione con cauto ottimismo, considerata anche la decisione da parte dell'azienda di non chiudere definitivamente Termini Imerese. Il 5 Dicembre il governo e la Fiat hanno annunciato di aver trovato un accordo che scongiurava la chiusura di Termini Imerese. La reazione dei sindacati è stata durissima: Epifani, Pezzotta e Angeletti hanno riferito di "aver preso semplicemente atto di un accordo tra governo e azienda che esclude il sindacato e non contiene modifiche sostanziali al piano industriale precedentemente bocciato". Questa polemica ha avuto come risultato sicuro la perdita di una certa quantità di tempo che, sempre a detta del segretario Cgil, "renderà ancora più difficile il salvataggio dell'azienda Fiat". I sindacati sono contrari all'accordo tra Fiat e governo su almeno tre punti: gli investimenti nello sviluppo giudicati insufficienti, la cassa integrazione a rotazione che sarà utilizzata pochissimo e la mancata partecipazione dello Stato a sostegno dell'azienda. Il governo, attraverso Marzano (Ministro per le attività produttive), ha dichiarato che l'accordo raggiunto è "una linea del Piave dell'azienda, … il migliore possibile tra le necessità dell'azienda e l'accoglimento di quelle proposte dei sindacati".
I primi di Gennaio si è fatta strada l'ipotesi Colaninno che promette otto miliardi di euro di investimenti nel settore della ricerca, cifra giudicata ancora non sufficiente da Epifani, in confronto ai 30 del gruppo Volkswagen.
Mentre si alternano piani industriali, nuovi "salvatori" dell'industria automobilistica italiana e le polemiche si rincorrono in parlamento come tra gli stessi sindacati, a farne le spese sono gli 8100 lavoratori in cassa integrazione che non saranno certo appagati per la riapertura momentanea e a scaglioni di Termini Imerese. Lo stabilimento siciliano riaprirà, infatti, per tutti i 1600 lavoratori nel periodo tra il 10 e il 23 febbraio, quindi si fermerà per riprendere poi tra il 17 Marzo e il 6 Aprile. In tutto cinque settimane non consecutive per la produzione del contingente di fine serie della "Punto" (12.500 vetture). La riapertura definitiva è prevista a settembre, non più su due ma su un turno di lavoro e la produzione sarà legata ad una eventuale ripresa del mercato.

 

Homepage

 

   
Num 22 Febbraio 2003 | politicadomani.it