Pubblicato su Politica Domani Num 22 - Febbraio 2003

Leadership
Prodi Cofferati: la scommessa
Piccoli movimenti crescono

Roberto Palladino

Roma, febbraio 2002, Piazza Navona. Manifestazione dell'Ulivo contro il governo Berlusconi. La piazza è semivuota, il "popolo della sinistra" urla qualche slogan senza troppa convinzione. Presenti all'evento tutti i capi dei partiti dell'opposizione ed alcuni personaggi dello spettacolo tra cui il regista Nanni Moretti, fino a quel momento considerato solo uno dei tanti intellettuali di sinistra, di quella un po' radical chic, che le piazze le ha viste nel '68 e nel '77, ma che poi ha avuto altro da fare. Moretti vuole parlare, lo fanno salire sul palco, tutti convinti che farà, come d'uso nei comizi, l'ennesima lista della spesa delle cose che non vanno del governo Berlusconi. Niente di più sbagliato.Il regista comincia ad urlare tutta la sua rabbia contro la dirigenza del centro sinistra, contro un modo di fare politica ed opposizione che a lui non piace affatto. E' il via, il "la" per quel movimento della società civile che avrebbe poi preso il nome di "girotondi", "movimento dei professori", "manipulite" e tanti altri. Una vera e propria riscossa per una certa parte della società civile che, dopo gli allori del periodo di mani pulite, si era vista di nuovo messa da parte dalle dirigenze dei partiti, abituate a candidare i componenti più "sicuri" delle proprie sezioni. I movimenti conquistano punti e popolarità, con le migliaia di persone del Palavobis di Milano, con il milione di volti di S.Giovanni a Roma e con le tante manifestazioni, tra cui le recenti "incursioni", Costituzione alla mano, all'apertura dell'anno giudiziario nelle Corti d'Appello di tutta Italia, in difesa dell'autonomia dei giudici. Un gruppo eterogeneo formato da gente comune, intellettuali e anche da tanti parlamentari alla ricerca di nuovi metodi e linguaggi per fare politica. I movimenti hanno più volte dichiarato di non avere l'intenzione di diventare un nuovo partito ma che, anzi, il loro scopo è quello di unire le diverse anime del centrosinistra. Un timore, quello di un'ulteriore frammentazione a sinistra, che hanno invece i leader dei D.S, che dapprima, per prudenza ed opportunità, non hanno ostacolato i girotondini, ma che adesso accusano movimenti e correntoni vari di provocare una profonda spaccatura nel centrosinistra. Ma cosa è cambiato rispetto a prima? I girotondini hanno smesso di scendere semplicemente piazza ed hanno cominciato ad indicare le persone che forse potrebbero sconfiggere Berlusconi.
Poco più di un anno per decidere sui leaders. Ma la sinistra teme quelli che la gente ama.

E sono due i nomi che fanno tremare la dirigenza dei D.S.: Romano Prodi e Sergio Cofferati, indicati come il ticket* che potrebbe rappresentare il centrosinistra nelle elezioni del 2005.
Un'ipotesi che, se da una parte non fa dormire sonni tranquilli alla dirigenze del centro sinistra, dall'altra sembra piacere e molto a tanti elettori dell'Ulivo. Così se da Bruxelles Prodi non si pronuncia, lasciando intendere che finito il mandato europeo non lo aspetterà di certo la pensione, Cofferati l'11 gennaio scorso ha tenuto un incontro nel Palasport di Firenze per rispondere alle accuse di scissione fatte da Fassino nei primi giorni dell'anno. "Dobbiamo saper tornare alle condizioni del 1996, dobbiamo saper costruire un fronte largo, capace di tenere insieme i no-global e i partiti più tradizionali […] dobbiamo saper parlare al centro senza perdere le radici di sinistra". Un discorso già da leader, di fronte ad una platea che andava da Nichi Vendola di Rifondazione Comunista a Rosy Bindi della Margherita, tutti ad applaudire la persona che insieme a Prodi potrebbe rivelarsi il vero asso nella manica alle prossime elezioni.
Il primo nemico della sinistra, sembra quindi rimanere ancora oggi la sinistra stessa, in una perversione che Veltroni ha definito "Tafazismo", ricordando un celebre personaggio televisivo che amava colpire con una bottiglia le proprie parti più delicate.
Partiti e movimenti dovranno superare questo momento di duro dibattito per avere qualche possibilità di vittoria nel 2005, perché per il momento gli uni non possono prescindere dagli altri. Ai movimenti va comunque dato il merito di aver inserito nuove energie nella scena politica raggiungendo un peso che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Il pensiero ritorna così a Nanni Moretti e al suo "Caro Diaro" quando girando con la Vespa per le strade di Roma pensa: " Io credo nelle persone ma non credo nella maggioranza delle persone. Anche in una società più decente di questa mi sa che mi troverò a mio agio e d'accordo sempre con una minoranza". Se il peso dei movimenti sarà minore rispetto a quello dei partiti nella scelta dei candidati lo sapremo solo nei mesi a venire.

*Ticket: Espressione ripresa dalle campagne elettorali americane, sta ad indicare le due persone candidate come Presidente e Vicepresidente del Consiglio.

 

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Num 22 Febbraio 2003 | politicadomani.it