Pubblicato su Politica Domani Num 22 - Febbraio 2003

31 gennaio
Bill Gates in visita al Senato
Quanto avremo pagato quest'onore?

Giorgio Innocenti

Bill Gates in persona in visita al Senato Italiano. La notizia l'aveva data il presidente Marcello Pera già durante la consueta conferenza stampa che precede le festività natalizie. Ufficialmente si doveva trattare di un intervento su "Comunicazione e globalizzazione" nell'ambito di una serie di conferenze presso Palazzo Giustiniani. Fin qui nulla di male.
Qualche fastidio si può provare se si considera che uno degli emendamenti alla finanziaria 2003, presentati dall'opposizione, prevedeva l'adozione di software open source nella pubblica amministrazione e l'istituzione di un fondo contro il digital divide. L'emendamento in questione è stato bocciato, nonostante il risparmio di denaro pubblico che avrebbe consentito, proprio mentre si cominciava ad ipotizzare la visita del patron di Microsoft. Bill Gates ha l'abitudine di fare visite di cortesia ai paesi che decidono di non percorrere la strada dell'open source. Lo scorso anno volò in Perù ad offrire al presidente Toledo 550 milioni di dollari di licenze gratuite. Grazie anche alle pressioni dell'ambasciatore USA l'accordo fu siglato. Il parlamento peruviano stava allora esaminando una proposta di legge per adottare il software libero nella pubblica amministrazione. Alcuni mesi dopo in India si discute un'analoga proposta. Bill, commesso viaggiatore globale, atterra nel paese di Gandhi e, folgorato, devolve 100 milioni di dollari a progetti contro l'HIV, 20 per l'aggiornamento degli insegnanti e 400 in materiale informatico da piazzare nelle scuole indiane con difficoltà economiche. Anche questa volta conclude l'affare.
L'Italia questa visita s'era messa d'impegno per meritarla. In giugno il senatore Cortiana promuove un emendamento al primo articolo della riforma Moratti teso ad introdurre l'uso dell'open source nelle scuole "ai fini di incoraggiare e sviluppare le doti creative e per trasmettere l'etica della condivisione collettiva e pubblica delle invenzioni intellettuali". Microsoft, indignata, chiede ed ottiene un'audizione presso la Commissione che si occupava dell'argomento. Indovinate com'è andata a finire. Emendamento ritirato. Microsoft ha argomenti sufficienti per convincere ben altri governi: ricordate il processo per concorrenza sleale intentato negli Stati Uniti? Dopo l'elezione di Bush ha preso una piega piuttosto buona per la società di Redmond. Effetto dei 2,5 miliardi di dollari con cui la stessa ha finanziato il partito repubblicano, forse.
L'infaticabile Cortiana, relatore pure della proposta di legge sul software libero nella pubblica amministrazione, ha scritto a Marcello Pera invitandolo a prendere in considerazione un incontro con Richard Stallman, presidente della Free Software Foundation, in visita in Italia a marzo. Dal sito www.quintostato.it/htmlstatic/080103gates/ è possibile sottoscrivere la sua lettera ed inviarla al presidente del Senato.
Nel frattempo Giappone, Norvegia, Germania, Finlandia, Corea, Thailandia, Filippine, Francia, Messico, Taiwan, Cina e Regno Unito sono già passate all'open source. Il neo presidente Brasiliano, Lula, ha annunciato di voler fare lo stesso. In Italia i sostenitori del software libero non sono pochi come ha dimostrato la manifestazione dei pinguini (il pinguino è il simbolo del software free GNU/Linux) tenutasi davanti a Palazzo Madama durante la visita di Gates.
Bill Gates guardando all'Italia non vede però pinguini: solo un altro pollo da spennare.

 

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Num 22 Febbraio 2003 | politicadomani.it