Pubblicato su Politica Domani Num 21 - Gennaio 2003

Scuola
Tagli, tagli, tagli
Una finanziaria senza prospettive

Alessio Fatale

I risultati che emergono dalla finanziaria riguardante la scuola sono tagli per 242 milioni di euro suddivisi in tre anni e il recupero di risorse interne con la riorganizzazione e la riduzione del personale. Rimane l'obbligo di effettuare 18 ore settimanali per tutti i docenti che si otterrà riducendo gli orari spezzati e utilizzando per le supplenze le ore a disposizione. Gli insegnanti ritenuti non più idonei per ragioni di salute dovranno passare ad un'altra amministrazione pubblica. È prevista la riduzione del 3% degli organici dei collaboratori scolastici ed un maggiore ricorso ai servizi esterni per la pulizia. Sarà invece reimpiegato negli istituti il personale amministrativo e tecnico (740 unità) utilizzato attualmente dai distretti scolastici. Anche se si tratta di interventi diversi da quelli che si leggono su certa stampa e che si trovano sui volantini che circolano nelle scuole (riduzioni del 20% dei collaboratori scolastici e innalzamento di un punto del rapporto medio alunni/classi con conseguenze gravi per gli organici), non si può parlare, tuttavia, di tagli contenuti.
La Legge Finanziaria per il 2003 sembra confermare la volontà di ridurre la scuola pubblica ad un luogo dal quale togliere risorse e basta. Non è giusto licenziare chi è ammalato, ma può e vuole lavorare, come non è giusto togliere risorse ai bambini handicappati, limitando l'assegnazione degli insegnanti di sostegno ed in particolare per quelli più gravi.
L'articolato, oltre a confermare per l'anno scolastico 2002/03 i tagli previsti dalla legge finanziaria 2002, contiene anche altri tagli al personale docente e ATA.
Per quanto riguarda i tagli al personale ATA, nel triennio 2003-2005 si avrà una riduzione di 9.600 collaboratori scolastici (non meno di 3.200 unità ogni anno). Non sarà più possibile collocare fuori ruolo per inidoneità il personale ATA, e quello già collocato fuori ruolo è licenziato al 31 agosto 2003. I docenti della scuola secondaria assenti fino a 15 giorni dovranno essere sostituiti con docenti in servizio nella scuola. Le commissioni d'esame di stato delle scuole statali e paritarie saranno tutte composte da membri interni (che sono pagati fino a quattro volte meno di quanto lo erano da commissari esterni), con la conseguenza di un'inevitabile dequalificazione del titolo di studio. Il personale docente, una volta dichiarato inidoneo dalla commissione medica ASL, se chiede di essere collocato fuori ruolo e/o utilizzato in altri compiti, dovrà sottoporsi ad un altro accertamento presso la commissione medica per le pensioni di guerra e l'invalidità civile (commissione medica di verifica); la commissione avrà anche il compito di operare le visite di controllo disposte dall'autorità scolastica. La collocazione fuori ruolo e/o l'utilizzazione in altri compiti dei docenti inidonei ha termine dopo cinque anni; decorso tale termine si procede al licenziamento. Nel corso del quinquennio i docenti inidonei possono chiedere di essere assegnati ad un'altra amministrazione statale o ente pubblico; per il personale già fuori ruolo i cinque anni decorrono dalla data di approvazione della legge.
I posti di sostegno in deroga al rapporto insegnanti/alunni - cioè gli insegnanti di sostegno per i bambini e i ragazzi con handicap - sono autorizzati dal Dirigente Scolastico Regionale (prima erano di competenza del Dirigente Scolastico) nell'ambito di un certo numero di posti assegnato con decreto. Tutto ciò al fine di limitare l'attuale numero degli insegnanti di sostegno.
Il risparmio dovuto al licenziamento dei lavoratori malati sarà del tutto inesistente, ma quello derivante dai numerosi altri tagli nel triennio 2003-05 saranno molto più consistenti.
Mancanza di supplenti, commissioni di esame tutte interne, limitazione degli insegnanti di sostegno, riduzione dei collaboratori scolastici (responsabili di laboratorio, bidelli e tecnici) sicuramente porteranno una riduzione della spesa, forse necessaria, ma non si screditerà la scuola italiana?

 

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Num 21 Gennaio 2003 | politicadomani.it