Pubblicato su Politica Domani Num 21 - Gennaio 2003

Iraq
Rapporto WMD
Fra verità e menzogne la guerra è già iniziata

Marianna Bartolazzi

Il 7 dicembre Baghdad ha presentato il fascicolo sulle armi per la distruzione di massa. Il rapporto WMD (Weapon's Mass Destruction) era stato richiesto dalla risoluzione ONU n.1441. Il pacchetto, più di 12.000 pagine di documenti e 10 cd, è stato tradotto e compendiato prima ancora che venisse fatta un'analisi preliminare sul documento originale. I cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza hanno ricevuto le copie del fascicolo in originale, mentre i restanti dieci membri hanno avuto le copie solamente dopo che l'UNMOVIC (United Nations Monitoring and Verification Commission) ha censurato qualunque informazione avrebbe potuto agevolare lo sviluppo delle WMD.
Sempre il 7 dicembre il generale Hossan Mohammed Amin, l'uomo che dirige il comitato di collegamento tra gli ispettori e l'Iraq, è tornato a dire che nel rapporto l'Iraq spiega di non avere armi di distruzione di massa. L'affermazione è contestata con forza dal governo statunitense, che ha già fatto sapere di considerare "infedele" il rapporto se negherà il possesso di queste armi. È da precisare comunque che gli americani, nonostante la propaganda che stanno conducendo contro il regime iracheno, non hanno ancora presentato alcun documento a sostegno della fondatezza delle loro convinzioni.
L'opinione del Center for Defense Information (CDI), di proprietà del governo statunitense, è che la voluminosità del documento potrebbe significare che al suo interno vi sia un buon numero di materiale proveniente dai precedenti rapporti iracheni. In linea con le clausole della risoluzione 1441, l'Iraq è obbligato a presentare un rapporto "ricca, accurata e completa". Questo vuol dire che deve rendere noto un inventario di tutti gli armamenti e delle attrezzature implicate nella produzione di WMD, cmpreasa qualunque cosa ricada nella categoria "dual-use". Nonostante l'ampiezza del fascicolo, i funzionari iracheni insistono nel dichiarare di non essere in possesso di programmi correnti di WMD da presentare. Presumibilmente, le informazioni che hanno fornito, secondo il CDI, si riferiscono a programmi di WMD già conosciuti da UNMOVIC e IAEA (International Atomic Energy Agency). Se fosse così, sarebbe facile per Whashington accusare Baghdad di voler celare informazioni. L'11 dicembre la CIA ha consegnato una stima preliminare delle 12.000 pagine di rapporto alla Casa Bianca concludendo, come era facilmente prevedibile, che gran parte del fascicolo è composto da materiale riciclato da precedenti rapporti iracheni. Il CDI riporta che la sezione sul programma di armi nucleari irachene, in totale più di 2000 pagine, è stato ripreso praticamente per intero dal rapporto presentato alle Nazioni Unite nel 1996. Anche le sezioni riguardanti i programmi sulla guerra chimica e biologica irachena sono stati apparentemente uniti assieme da precedenti fascicoli presentati agli ispettori prima della loro partenza dall'Iraq nel 1998.
Intanto la presenza delle Nazioni Unite in Iraq è cresciuta: nella terza settimana di ispezioni si sono aggiunti 28 ispettori dell'UNMOVIC e 20 dell'IAEA e il 15 dicembre sono arrivati altri 15 ispettori, per un totale di 105 persone impegnate nel paese.
Gli ispettori hanno visitato quasi 100 siti. Il 10 dicembre sono state condotte ben cinque ricerche, inclusa l'ispezione di una miniera di uranio nel nord-ovest del paese. Altri siti recentemente visitati includono il Centro per le Biotecnologie a Baghdad, il complesso di fosfato Qaim a nord-ovest di Baghdad, il laboratorio di ricerche nucleari ad al-Tuwaitha, la fabbrica di esplosivi "Qa-Qaa", lo stabilimento chimico Furat, tutti a sud della capitale. Con l'eccezione per il centro per le Biotecnologie, tutte queste installazioni erano comprese nel programma nucleare iracheno di una volta.

UNMOVIC, Segretario di Stato e Consiglio di Sicurezza
sono in disaccordo con la linea dell'esecutivo

Le ispezioni stanno continuando nonostante il disaccordo di fondo tra gli USA e l'UNMOVIC riguardante i colloqui con gli specialisti iracheni. Whashington ha una lista di 500 specialisti dei vari programmi di WMD iracheni e sarebbe intenzionata ad interrogarli ritenendo che gli ispettori non abbiano portato a termine quest'incarico in maniera aggressiva. I rappresentanti dell'UNMOVIC concordano sulla necessità di un colloquio con gli scienziati iracheni, ma considerano il processo complicato. L'Iraq ha trattato spietatamente i funzionari e le loro famiglie che in passato avevano fornito informazioni agli ispettori. Whashington vorrebbe che agli specialisti iracheni fosse permesso di lasciare il paese con le proprie famiglie così da poterli interrogare senza problemi e, magari, incoraggiarli alla defezione. Il capo dell'UNMOVIC, Hans Blix, però vuole evitare l'incoraggiamento alla defezione per non politicizzare il processo delle ispezioni.
A contrastare la volontà di intervento della Casa Bianca c'è anche il segretario di Stato USA, Colin Powell, che raccomanda di non precipitare le conclusioni. "Ho l'impressione che le ispezioni siano partite bene, abbiamo avuto un buon inizio", ha avuto modo di affermare Powell. Questa è anche la linea segiuta dal Consiglio di Sicurezza il quale, non apprezzando la fretta del Presidente Bush nel dichiarare guerra, è alquanto infastidito dalle manovre di Whashington; il fastidio èaccentuato dalla richiesta americana di un rinvio di due settimane per l'attuazione del programma di aiuti umanitari destinati alla popolazione irachena. Motivo del rinvio: aggiungere altre 40 voci all'elenco di beni e materiali che Baghdad, secondo il programma conosciuto come "oil-for-food", non può importare in cambio di petrolio. Gli USA hanno stabilito che si tratta di articoli che possono essere impiegati non solo per uso civile, ma anche per scopi militari.

Intanto i vertici di Inghilterra, Italia e Russia
non hanno perso tempo a schierarsi con gli USA.
Nel sud sciita e ribelle iracheno caccia americani e britannici scaricano da giorni la loro razione quotidiana di bombe. Il ministero della Difesa britannico, dopo le denunce del The Times, aveva ammesso che nel mese di febbraio un gruppo operativo composto da sei navi da guerra sarebbe giunto nel Golfo per "esercitazioni". Eppure Naji Sabri, ministro degli Esteri iracheno, in una ennesima lettera di protesta a Kofi Annan, denuncia che gli attacchi contro le postazioni militari irachene sono "quotidiane violazioni, propiziate dal governo del Kuwait" e che "i barbarici bombardamenti hanno raggiunto il livello di una guerra dichiarata".
Anche l'Italia è disponibile ad un "sostegno diretto di un'eventuale azione militare in Iraq, e metterà a disposizione gli spazi aerei e le basi nazionali". L'annuncio che è stato dato da Antonio Martino, il ministro italiano della Difesa, è di fatto l'avvio di una procedura che coinvolge il nostro paese in una eventuale avventura militare contro Saddam.
Il voto della Russia è stato determinante per la ratifica della risoluzione 1441. L'Iraq ha annullato per ritorsione un contratto per lo sfruttamento dei pozzi petroliferi di al Qurna 2, i più ricchi del mondo. Mosca, che si trova fra due fuochi, non potendo perdere l'appoggio USA perderebbe invece contratti per 3,7 miliardi di dollari, arrecando un danno enorme alle tre compagnie russe, Lukoil, Zarubezhneft e Machinoimport. Bush ha assicurato ai russi che in futuro, in un'Iraq senza Saddam, Mosca avrà la sua quota di petrolio, ma Lukoil non sembra poter aspettare.

 

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Num 21 Gennaio 2003 | politicadomani.it