Pubblicato su Politica Domani Num 21 - Gennaio 2003

America Latina
MERCOSUR
Comunità economica sudamericana, avanti con difficoltà

Alessandro Lovato

Argentina, Paraguay, Uruguay e Brasile, insieme a due paesi associati, il Cile e la Bolivia, partecipano all'accordo del MERCOSUR, Mercado Comùn del Sur (Mercato Comune del Sud), costituito nel 1991 con il Trattato di Asunciòn, la quarta area geo-economica del pianeta, dopo l'UE, gli USA e il Giappone.
Gli scopi del MERCOSUR sono, in primo luogo, la realizzazione di un sistema di aree di libero commercio, attraverso l'eliminazione di dazi e restrizioni alla circolazione di beni, servizi e fattori di produzione, e, in una fase successiva, la fissazione di una tariffa esterna comune e la determinazione di una politica commerciale comune, anche con riguardo ai Paesi terzi, oltre al coordinamento delle politiche macro-economiche e settoriali. Scopo finale del MERCOSUR è la progressiva integrazione giuridica degli ordinamenti nazionali dei Paesi membri.
Nel Trattato di Asunciòn, si sono affrontati i problemi relativi alla realizzazione della prima fase. Successivamente, con il Protocollo firmato nella Conferenza di Ouro Preto (Brasile) del dicembre 1994, è stata definitivamente adottata la decisione di iniziare il processo di creazione di un mercato comune tra i Paesi firmatari. Va precisato tuttavia che la creazione di un vero e proprio mercato comune è ancora lontana: formano infatti oggetto di protezione numerosi prodotti appartenenti a settori sensibili, come, per esempio, quello delle automobili. Altro fondamentale elemento di innovazione introdotto nel Protocollo è il rafforzamento della struttura istituzionale del MERCOSUR, in gran parte ispirata al modello comunitario europeo. I quattro Stati membri, tuttavia, hanno optato per un'organizzazione di tipo intergovernativo anziché sovranazionale (come nel caso dell'UE). Ciò significa che l'attuazione delle deliberazioni comuni raggiunte in sede di MERCOSUR sono dipendenti dalla volontà di ciascuno degli Stati membri, anche se gli obiettivi nel lungo periodo somigliano molto a quelli che hanno ispirato l'UE, vale a dire la creazione di un mercato comune e possibilmente, in futuro, la creazione di un'unione economica e monetaria. Sebbene le istituzioni e gli scopi del MERCOSUR siano comparabili con quelli dell'UE, l'embrione del suo ordinamento giuridico non è assolutamente comparabile a quello comunitario: risulta infatti privo di elementi fondamentali quali un sistema autonomo di produzione di atti normativi ed un efficace sistema giurisdizionale sopranazionale (si pensi al ruolo-chiave svolto dalla Corte di giustizia comunitaria nel processo di integrazione europea).
Un ulteriore, importantissimo, elemento di diversità con il sistema comunitario riguarda inoltre l'architettura strettamente liberista con cui è stato costruito il MERCOSUR: è infatti assente una qualsivoglia politica di coesione economica e sociale, traducibile in interventi di sostegno alle regioni arretrate o ai settori economici in difficoltà. Infatti durante la sua crisi economica l'Argentina non ha ricevuto alcun aiuto dagli altri paesi membri.
Tra 1988 e 1997 gli scambi commerciali del MERCOSUR con il resto del mondo sono più che raddoppiati in valore e lo sviluppo del commercio all'interno dell'area è stato particolarmente fiorente. L'interesse degli investitori internazionali ha determinato una quantità di investimenti di proporzioni mai raggiunte prima. Negli ultimi due anni però il MERCOSUR è andato progressivamente perdendo affidabilità nei confronti dei suoi partners commerciali fortemente industrializzati: l'Unione Europea e i Paesi Nordamericani. La crisi argentina ha avuto un fortissimo impatto sugli interscambi commerciali e, in modo particolare, sul livello degli investimenti esteri. Basti pensare che, a fronte dei 41.450 milioni di dollari di investimenti stranieri nel 2000, si è passati ai 22.850 milioni del 2001. Ovviamente il calo più intenso si è verificato in Argentina, ma anche le altre nazioni del MERCOSUR hanno decisamente accusato il colpo (l'Effetto Tango). In Brasile, ad esempio, ai dati non certo confortanti degli ultimi due trimestri del 2001 si è aggiunta la crescita negativa del prodotto interno durante il primo trimestre del 2002.

 

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