Pubblicato su Politica Domani Num 21 - Gennaio 2003

In ricordo di Gaber

mia

Celentano, Tenco, Jannacci, Gaber. Hanno segnato il tempo dei miei venti anni, gli anni della contestazione, quella nata con mille speranze e poi finita nell'indifferenza e, raramente, il rimpianto. Gaber, il milanese flemmatico e graffiante, se ne è andato, e con lui se ne è andato un altro pezzo di storia dello spettacolo. Da Sanremo a Canzonissima, al Piccolo di Milano, con il "Signor G", una carriera all'insegna della denuncia sferzante ma mai arrogante. "Non sono né un filosofo né un politico, ma una persona che si sforza di restituire, sotto forma di spettacolo, le percezioni, gli umori, i segnali che avverte nell'aria" diceva di sé in una intervista. E nell'aria ha avvertito anche gli ultimi segnali di una generazione un po' alla deriva, la sua, la mia, e li espressi come era solito fare: nell'ultimo cd, "La mia generazione ha perso", in quella sua particolarissima interpretazione musicale.

 

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Num 21 Gennaio 2003 | politicadomani.it